La pandemia da Covid-19 ha scatenato l’ingegno di tante persone e aziende. Abbiamo visto, specialmente in Italia, aziende dell’alta moda convertirsi in produzione di DPI, la Ferrari sviluppa il ventilatore polmonare e poi i ventilatori fai-da-te con Arduino e Raspberry e il saturimetro costruito dai medici di Triuggio. Nell’ultimo mese è nato VITAL, il progetto con cui la NASA ha deciso di cimentarsi nella produzione di ventilatori per la pandemia da Covid-19.
Il 30 aprile la Food and Drug Administration ha approvato VITAL, il ventilatore costruito in soli 37 giorni dal Jet Propulsion Laboratory della NASA per fronteggiare l’emergenza Covid-19. VITAL è una tecnologia di intervento del ventilatore accessibile localmente e non sostituirà i ventilatori professionali presenti negli ospedali. Infatti il ventilatore è composto da meno parti e si stima abbia un ciclo di vita pari a 3-4 mesi. La licenza per costruirlo è gratuita e i produttori saranno annunciati entro la fine di maggio.
VITAL nasce in una mattina apparentemente tipica nei laboratori della NASA mentre due ingegneri, David Van Buren e Rob Manning, prendevano il caffè. Gli Stati Uniti d’America iniziavano ad addentrarsi nella pandemia e i due ingegneri avevano esaminato le previsioni dei contagi, sapevano quanto la pandemia fosse pericolosa. Si sentivano in dovere di fare qualcosa, di aiutare il mondo.
Il loro team di 50 ingegneri era solito sviluppare tecnologie per lo spazio ma in quel periodo il mondo aveva bisogno di ventilatori. Nessuno aveva conoscenze di medicina e fisiologia ma grazie a un breve corso dell’ingegnere Leon Alkalai sull’ingegneria medica, il team non solo ha avuto le conoscenze mediche necessarie ma è riuscito a rapportarle alla meccanica ed elettronica per la costruzione del ventilatore. A inizio pandemia in tutto il mondo c’era una forte carenza di ventilatori polmonari e un costo elevato per acquistarli anche nei piccoli ospedali.
[bquote by=”Jim Bridenstine – Amministratore della NASA” other=”Qualifica”]Questo ventilatore è uno degli innumerevoli esempi di come gli investimenti dei contribuenti nell’esplorazione dello spazio – le capacità, le competenze e le conoscenze raccolte in decenni di superamento dei confini e il raggiungimento di primati per l’umanità – si traducono in progressi che migliorano la vita sulla Terra[/bquote]
Così in soli 37 giorni un team di ingegneri abituato a sviluppare robot per lo spazio, ha sviluppato un ventilatore in grado di aiutare i gravi pazienti affetti da Covid-19 con un costo sostenibile. La costruzione non è stata affatto facile, sia perchè parte del team ha dovuto lavorare da casa, sia per i lunghi orari lavorativi (14 ore al giorno per 7 giorni).
Il team della JPL è riuscito a costruire due prototipi: uno alimentato da un soffiatore e l’altro alimentato da un sistema pneumatico. Entrambi contengono circa un settimo delle parti di un ventilatore tradizionale ed entrambi possono erogare i flussi di ossigeno ad alta pressione necessari per i pazienti Covid-19 mantenendo i polmoni leggermente gonfiati anche mentre espirano. Ciò consente che il ventilatore possa essere costruito con materiali facilmente reperibili a un costo non elevato, la sua produzione non intaccherà la produzione di ventilatori professionali. Ha inoltre un design flessibile in grado di poterlo adattare ad ospedali da campo, hotel e altre strutture di emergenza per Covid-19.
Il 22 aprile il ventilatore aveva superato tutti i test critifici di laboratorio presso la Icahn School of Medicine del Mount Sinai a New York. Il 25 aprile VITAL, il ventilatore della NASA per Covid-19, fu presentato al presidente Trump e in pochi giorni ottenne successo in tutto il mondo. Il 30 aprile l’FDA ha approvato VITAL come ventilatore ad uso per emergenza.
L’Ufficio di trasferimento tecnologico e partnership aziendali di Caltech, che gestisce JPL per la NASA, offre una licenza gratuita per VITAL e si rivolge al settore medico commerciale per trovare produttori per il dispositivo.