Covid-19 e smart working: l’app Sneek che si intrufola
Ai tempi del Covid-19 la maggior parte delle persone lavora da casa, prime fra tutte scuole, università e startup ma via via molte aziende si stanno adattando alla nuova frontiera lavorativa. Sono moltissime le applicazioni utilizzate per lo smart working, prima fra tutte Microsoft Teams che prende il posto della vecchia Skype for Business. Altre aziende usano Sneek, l’app per smart working che consente di rimanere più connessi tra colleghi.
Come funziona Sneek
E’ possibile utilizzare l’applicazione sia in modalità desktop (in attesa della versione Linux) sia in modalità app registrandosi oppure collegandosi tramite Google o Slack.
Una volta entrati nel team sarà possibile vedere tutti i colleghi in un unico riquadro con aggiornamenti in tempo reale. L’applicazione, creata nel 2016 dalla Analog Republic, ha lo scopo di migliorare il contatto umano durante il lavoro da remoto. Sneek quindi nasce proprio per lo smart working, a prescindere dall’emergenza Covid-19.
Sneek infatti cattura da 1 a 5 minuti una foto dell’utente. Questa caratteristica sta però scaturendo un grande dibattito specialmente in Italia riguardo il diritto sulla privacy.
Sneek consente inoltre di scegliere uno stato tramite il quale è possibile connettersi con i colleghi o meno:
- Con lo stato “available” si indica che si è pronti per essere connessi e usare la chat per interagire con il collega che lo desidera.
- Tramite la modalità “busy” i colleghi chiederanno di interagire e solo successivamente sarà possibile usare la chat.
- Lo stato “away” infine indica appunto che ci si è allontanati dalla sessione.
Una grande caratteristica di Sneek è l’alta scalabilità. Come spiegato da loro stessi nel sito web, essendo loro stessi utenti della piattaforma garantiscono infrastrutture scalabili, migliorando le prestazioni per una qualità sempre migliore.
Tra i continui aggiornamenti troviamo le funzionalità di condivisione dello schermo, controllo di un admin e pixellatura delle immagini.
Privacy e Sneek
Il vero problema di Sneek risulta nella sua modalità insidiosa, il fatto che la fotocamera sia attiva, che non ci sia un controllo su di essa ma appunto che ci sia un continuo controllo sull’attività dei lavoratori.
In difesa è intervenuto il cofondatore Del Currie che ha dichiarato a Business Insider come l’applicazione non sia stata concepita per spiare gli utenti. Nell’intervista viene inoltre aggiunto che in realtà Sneek consente di disabilitare lo scatto automatico e la risposta automatica nel caso in cui qualche utente del team clicchi sulla foto di un altro utente. Dettagli presenti anche nel sito web di Sneek.
Secondo invece quanto dichiarato a Repubblica dall‘avvocato Fulvio Sarzana esperto in diritto digitale, l’applicazione in Italia violerebbe l’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori. Secondo questo articolo i dispositivi di controllo dell’attività devono essere installati previa autorizzazione del datore di lavoro o degli organi sindacali. Sneek al momento risulta tra i dispositivi di controllo dell’attività, sopratutto per la sua opzione di scatto automatico.
Il GDPR è un regolamento sulla tutela della privacy dei cittadini europei elaborato nel 2016 e attivo dal 2018. In questo regolamento sono definite le modalità di trattamento automatico dei dati personali e il trasferimento di questi al di fuori dell’Unione Europea. Il GDPR inoltre fissa le norme da applicare nei casi di violazione dei dati.
Il GDPR nega ogni strumento che possa violare i diritti della persona legati alla privacy. Sneek per non essere definita adatta allo smart working in Italia quindi dovrebbe catturare immagini all’insaputa del lavoratore. Visto che questi può scegliere il tempo di cattura delle immagini e addirittura disabilitarlo, Sneek non può essere considerata un’applicazione che lede la privacy dei lavoratori.