Quadro creato da un’IA venduto per 432500 sterline. Una truffa?

[Arte e IA, episodio 12]
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Due anni fa, il 25 ottobre 2018, è successo qualcosa di incredibile: la casa d’aste londinese Christie’s è riuscita a vendere per ben 432.500 dollari un’immagine generata da una GAN. Perché “incredibile”? Per due fattori:

  • perché il codice della GAN utilizzata per creare il dipinto è stato copiato in gran parte da uno già esistente
  • perché il valore di vendita era stato stimato tra i 7.000 dollari ed i 10.000, ma l’esposizione mediatica basata su alcune falsità riportate dai media hanno fatto lievitare il prezzo finale (molti giornali hanno riportato che il quadro fosse “la prima opera d’arte creata da un’IA”, mentre, dati gli esempi riportati nei paragrafi precedenti, possiamo dire per certo che questo non sia vero)
Edmond de Belamy, Obvious, 2018. Credit: https://hypebeast.com/2018/10/christies-edmond-de-belamy-artificial-intelligence-auction

L’origine del quadro

Il quadro in questione è intitolato Edmond de Belamy, facente parte di una serie di ritratti intitolata La Famille de Belamy. La stampa è stata creata da un team chiamato Obvious, un trio di studenti francesi di 25 anni il cui obiettivo è “spiegare e democratizzare” l’IA attraverso l’arte. Nell’ultimo anno, hanno realizzato una serie di ritratti che ritraggono membri della famiglia immaginaria Belamy, pubblicizzando il loro lavoro attraverso comunicati stampa creati appositamente per attirare attenzione. Il nome “Belamy” è un omaggio a Ian Goodfellow, inventore della GAN: è un gioco di parole, dato che “bel ami”, tradotto dal francese, significa “buon amico” (“good fellow”).


La famiglia de Belamy al completo. Credit: www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/il-quadro-fatto-dallalgoritmo-vale-mezzo-milione-che-cambia-per-larte-e-per-tutti-noi/

Gli esperti di GAN affermano che il codice utilizzato per generare queste stampe è principalmente opera di un altro artista e programmatore: il diciannovenne (all’epoca) Robbie Barrat, un neolaureato che ha condiviso i suoi algoritmi online tramite una licenza open source.

I membri di Obvious non negano di aver sostanzialmente preso in prestito il codice di Barrat, ma lo hanno reso noto tempo dopo la presentazione del quadro all’attenzione mediatica.

Colpevolezze e giustificazioni

Il fatto ha infastidito notevolmente la comunità artistica GAN, che lavora da anni in maniera collaborativa ed unita per riscattarsi di fronte al grande pubblico. Nonostante vedere un ritratto composto da un’IA in vendita da Christie’s sia una pietra miliare che eleva l’intera comunità artistica, non deve essere stato bello per gli artisti venire a sapere che chi ha reso possibile il tutto, “rubando” il codice ad un altro artista, sia stato qualcuno di esterno alla comunità.

L’artista “derubato” Robbie Barrat, è uno dei fari illuminanti nel mondo dell’arte GAN. Condivide con gli altri (su GitHub, una comunità online di programmatori) gli algoritmi che utilizza per creare le sue immagini, aiutando gli altri artisti-programmatori a mettere in funzione le reti neurali.

Questo è il modo in cui Hugo Caselles-Dupré, del team Obvious, è riuscito ad accedere agli algoritmi di Barrat usandoli per generare i ritratti di Belamy.


Durante un’intervista con “The Verge”, Caselles-Dupré ha ammesso di aver preso in prestito parti di codice da Barrat, ma apportandogli diverse modifiche:

Se stai solo parlando del codice, allora non c’è una grande percentuale che è stata modificata, ma se parli del lavoro al computer per farlo funzionare, lì ci siamo sforzati molto.

I problemi di Obvious nel cambiare il codice, spesso, sono stati risolti dallo stesso Barrat: nelle discussioni su Github ci sono diverse conversazioni tra Caselles-Dupré e Barrat in cui il francese chiede aiuto al diciannovenne prodigio.

Le reazioni della comunità artistica GAN

Tom White, artista neozelandese, afferma che il ritratto sia estremamente simile a ciò che il codice di Barrat, liberamente scaricabile da GitHub, produrrebbe senza alcuna modifica.

 I dipinti creati da Tom White usando il software di Barrat senza alcuna modifica sono estremamente simili al dipinto Edmond de Belamy. Credit: https://www.artnome.com/news/2018/10/13/the-truth-behind-christies-432k-ai-art-sale

Sul fatto si è espresso anche Mario Klingemann (GAN Artist fenomenale, di cui avevamo già parlato), che pensa che il 90% del “vero lavoro” sul quadro incriminato, sia stato svolto da Barrat. Il pioniere dell’arte GAN evidenzia anche le palesi carenze tecniche del team, che si deducono dalla bassa risoluzione e le sbavature del quadro:

Per me, questo, è il lavoro di un dilettante, l’equivalente di uno scarabocchio di un bambino di cinque anni che solo i genitori possono apprezzare. Ma suppongo che per le persone che non hanno mai visto qualcosa di simile prima, potrebbe apparire nuovo e diverso.

Perché Christie’s ha accettato di vendere questo ritratto?

Perché Obvious ha distorto la realtà, presentando al mondo il ritratto come se fosse stato creato da una macchina senziente.

Il loro motto è “la creatività non è solo per l’uomo”. Un comunicato stampa di gennaio diceva, in maniera sensazionalistica, che “un’intelligenza artificiale [fosse] riuscita a creare arte”. Poco dopo vendettero il loro primo ritratto a un collezionista francese ed iniziarono a diffondersi sempre più articoli riguardo al ritratto interamente “creato dall’intelligenza artificiale”.

Fig. 2.2.16 –  Una pagina del comunicato stampa di Obvious. Credit: www.theverge.com/2018/10/23/18013190/ai-art-portrait-auction-christies-belamy-obvious-robbie-barrat-gans

Per gli artisti GAN, questi comunicati sarebbero paragonabili a barzellette perché, a detta loro, darebbero ai lettori una visione falsata sui sistemi di apprendimento automatico, mostrandoli più autonomi di quanto non siano in realtà.

Robbie Barrat afferma di non provare rancore per il fatto in sé, ma ha paura che tutta questa attenzione mediatica su Obvious oscuri gli altri artisti del campo IA. Secondo Barrat, le reti GAN sono lontanissime dalla visione data da Obvious sul loro essere autonome, perché è sempre l’uomo che codifica le reti, sceglie i dati con cui addestrarle, la allena e sceglie quali siano i risultati migliori.

Caselles-Dupré non si sarebbe mai aspettato un successo simile per il ritratto:

Per noi, lo scenario migliore era quello di ottenere uno o due articoli, vendere alcuni pezzi, ottenere dei soldi e fare un altro progetto.

Ed invece, ormai, insieme al suo team si è ritrovato nella Storia dell’Arte.