I migliori 5 libri di Isaac Asimov – Egli è uno dei padri della fantascienza moderna e precursore indiscusso della Robotica e dell’Intelligenza Artificiale. Ecco una raccolta dei 5 migliori libri di Isaac Asimov, uno tra gli scrittori e divulgatori scientifici più importanti del XX secolo.
Scrivo per lo stesso motivo per cui respiro: perché, se non lo facessi, morirei.
Isaac Asimov
Senza dubbi uno dei capolavori della fantascienza del XX secolo, la Trilogia della Fondazione è composta dai tre romanzi originali Fondazione, Fondazione e Impero, Seconda Fondazione, per i quali Isaac Asimov vinse il Premio Hugo come miglior ciclo fantascientifico nel 1966.
In vista del crollo dell’Impero Galattico, lo psicostoriografo Hari Seldon prevede un periodo di crisi di 30mila anni, ridotto a solo mille grazie alla Fondazione, una comunità di scienziati pronti a superare tutte le emergenze che potranno sorgere.
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Sogni di robot è un’antologia di racconti di fantascienza del 1986. Contiene racconti presenti in altre sue antologie (come Io, Robot, Tutti i miei robot) e il racconto omonimo inedito, che da il nome alla raccolta. L’opera è illustrata da Ralph McQuarry, che ha curato anche la copertina, reinterpretando il quadro Avvampante giugno di Frederic Lord Leighton.
Questo libro è in realtà una raccolta che, insieme a Visioni di robot, appartiene alla serie “Ciclo dei robot” di Isaac Asimov. I racconti dei robot nascono dall’invenzione del cervello positronico e dalle Tre leggi della robotica, a cui i robot positronici devono necessariamente sottostare.
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Visioni di Robot, come Sogni di Robot, è una raccolta di racconti ambientati in un futuro prossimo, precedente a quello dell’esplorazione spaziale extra-solare. Le trame si basano spesso sui punti di debolezza delle Tre leggi e sull’istintiva mancanza di fiducia degli esseri umani nei confronti dei robot, quella che Asimov stesso chiama il “complesso di Frankenstein”.
Molti dei racconti hanno come protagonista la robopsicologa Susan Calvin oppure i collaudatori Gregory Powell e Mike Donovan della U.S. Robots and Mechanical Men. Sono caratterizzati da un tono ironico ed un intento comico, anche se spesso nella trama sono presenti elementi del giallo.
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La fine dell’eternità (The End of Eternity) non è ambientato nel Ciclo della Fondazione né fa parte dei racconti sui robot positronici. L’opera, però, ne costituisce il presupposto narrativo ed è la chiave di volta dei successivi cicli di romanzi dell’autore. Il romanzo gira intorno i viaggi nel tempo e i suoi paradossi. Si incentra molto sulla caratterizzazione del personaggio principale e su uno sfondo sentimentale che tuttavia è parte centrale dell’intreccio.
In un lontano futuro, l’uomo ha imparato a viaggiare nel tempo, e di conseguenza, a manipolarlo. Andrew Harlan appartiene alla casta degli Eterni, un’elite di uomini che a partire dal XXVII secolo ha deciso che per salvaguardare la specie umana è necessario eliminare dalla società qualunque imperfezione: è un cosiddetto tecnico, il cui unico compito è quello di intervenire nella Storia per modificare gli eventi.
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Neanche gli Dei (The Gods Themselves) è un romanzo di fantascienza del 1972 che ha permesso ad Isaac Asimov di vincere entrambi i maggiori riconoscimenti della letteratura fantascientifica, il Premio Hugo e il Premio Nebula.
L’opera tratta un tema scottante per l’epoca: in piena era di crisi energetica, la scoperta del Plutonio 186 e la creazione della pompa positronica sembrano offrire all’uomo una nuova e illuminata fonte di energia. Ma da dove proviene questa energia, insieme alle strane lamine di ferro che portano incisi simboli sconosciuti?
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