Quanta fiducia ha l’uomo nei robot? In un’epoca in cui i robot sono entrati prepotentemente in ogni settore della nostra vita è giusto capire l’interazione tra uomo e macchina e ci si possa affidare ai robot. A questa domanda ha risposto l’Università pisana. L’ateneo ha collaborato con l’università di Malaga di Londra e di Jane per effettuare un esperimento e trovare delle risposte. Il risultato è che l’uomo si fida dei robot con una somiglianza umana, sia fisica che vocale. Grazie al lavoro dei ricercatori è possibile comprendere quanto la somiglianza umana riesca ad influire sull’innesco della fiducia ma soprattutto fornisce informazioni su come progettare i robot futuri in modo che essi possano avere una maggiore connessione con l’uomo.
Un team costituito da economisti comportamentali e bioingegneri dell’università pisana ha voluto analizzare una teoria riguardante la connessione e il rapporto tra uomo e robot. La ricerca ha visto come protagonisti 160 studenti volontari dell’ateneo. Durante l’esperimento che prende spunto da un test (gioco della fiducia) effettuato in precedenza dagli economisti Gary Charness e Martin Dufwenberg, i ragazzi sono stati osservati mentre interagivano in una prima fase con un altro uomo (somigliante al robot), successivamente con un computer e per finire con un robot umanoide. Nello specifico per analizzare l’interazione gli economisti e i bioingegneri hanno studiato lo stato psicofisiologico dei volontari .
Lo studio, pubblicato su Scientific Reports, importante rivista del gruppo Nature, ha evidenziato un risultato tanto importante quanto sorprendente ed innovativo. Tutte le precedenti teorie affermavano che l’uomo tendeva a spaventarsi di fronte ad un robot troppo simile all’uomo, l’ultimo esperimento invece smentisce tale conoscenza. Secondo il team protagonista della ricerca la fiducia verso i robot aumenta proporzionalmente alla somiglianza fisica.
I risultati hanno dimostrato che i partecipanti tendono a fidarsi maggiormente del robot umanoide (e quindi delle sue promesse) rispetto ad altri tipi di agenti artificiali e questo proprio in virtù della somiglianza con gli esseri umani e della capacità di suscitare emozioni.
Caterina Giannetti, ricercatrice di economia applicata dell’Università pisana
Si può affermare che la motivazione della maggiore fiducia nei confronti dei robot con aspetto umano è da ricercare nella capacità di questi ultimi di suscitare delle emozioni e delle sensazioni che creano una maggiore interconnessione con l’uomo.
La fiducia che l’uomo ripone nel robot non è un aspetto trascurabile o da sottovalutare. I robot stanno sostituendo l’uomo in numerosi campi. In medicina ormai ci sono computer dotati di intelligenza artificiale e robot che possono sostituire i nostri dottori. In futuro questa prospettiva prenderà sempre più piede quindi è fondamentale che l’uomo riesca ad affidarsi a delle mani robotiche. La fiducia è il driver per incrementare l’interazione tra uomo-macchina.
L’esito positivo della ricerca comporta una maggiore diffusione di agenti artificiali e apre le porte all’utilizzo dei robot in settori particolarmente critici, per esempio possono essere impiegati per assistere nelle decisioni le persone in banca, possono essere adoperati per l’intrattenimento e l’assistenza degli anziani o possono essere impiegati negli ospedali(robot medici). Nell’avvenire potremo trovarli anche in tutti quei luoghi come aeroporti e stazioni per fornire informazioni a turisti.
Dal punto di vista degli economisti la sfida è certamente quella di capire in che modo un robot umanoide possa impattare su decisioni economiche rilevanti, considerando che agenti artificiali sono ormai quotidianamente coinvolti in molti aspetti della nostra vita
Caterina Giannetti, ricercatrice di economia applicata dell’Università pisana