La Carta delle Idee della robotica collaborativa è il manifesto redatto dai 12 maggiori esperti di automazione e robotica del nostro paese. Essi sono intervenuti nel corso degli Stati Generali della Robotica Collaborativa che si è tenuto lo scorso 26 novembre.
Per questi Stati Generali l’Universal Robots ha raccolto istituzioni, organismi di rappresentanza, sindacati, esperti di automazione e robotica del Paese provenienti da Università, centri di ricerca, competence center e grandi player industriali per affrontare diversi temi. Tra questi:
L’Universal Robots ha presentato la carta collaborativa il 14 aprile 2021 nel corso di una conferenza stampa tenuta da Alessio Cocchi, country manager di Universal Robots, e Bruno Siciliano, docente di robotica presso l’Università di Napoli Federico II e coordinatore del team di lavoro sulla robotica all’interno del Ministero dell’Università e Ricerca.
Oggi abbiamo lanciato un percorso che proseguirà nel corso dei prossimi mesi con una serie di eventi dedicati ciascuno a un’idea contenuta nella Carta. Eventi pensati per “dare gambe” alle idee, discuterle, approfondirle, dotarle di azioni e strumenti che le rendano concreto patrimonio comune per il Paese. Il messaggio ricevuto dal Ministro Messa ci conferma che a livello istituzionale l’attenzione verso questi temi è alto. È il momento giusto per portare questa tecnologia all’interno del dibattitto economico e sociale.
Alessio Cocchi
Alla conferenza online hanno partecipato più di 300 persone tra giornalisti, operatori industriali. La Carta è stata resa disponibile al download sul sito di Universal Robots nei giorni successivi alla presentazione. “L’innovazione costringe a un cambio radicale di mentalità”. Con queste parole il Ministro dell’Università e Ricerca Maria Cristina Messa, ha accompagnato la presentazione della Carta delle Idee, inquadrando perfettamente il ruolo che i cobot, contrazione di collaborative robot, hanno svolto in questi anni.
Il percorso che avete avviato con gli Stati Generali della Robotica Collaborativa, coinvolgendo quelli che avete definito come “il primo, secondo e terzo stato della grande Nazione della robotica”, ovvero il mondo della ricerca, quello della formazione, quello delle imprese accanto ai rappresentanti dei lavoratori, credo sia quello vincente per raggiungere gli obiettivi; a tratti faticoso, ma vincente. Formazione (quindi università, accademie, conservatori), ricerca e imprese sono anche i pilastri intorno ai quali, e con i quali, costruire il nostro futuro come comunità. Pilastri che si devono sostenere a vicenda, incrociare tra loro con immaginarie scale e ascensori, che devono sapersi ascoltare reciprocamente, confrontarsi, scambiarsi buone pratiche e criticità.
Maria Cristina Messa
La robotica collaborativa si è prepotentemente inserita all’interno dei processi di automazione industriale costringendo la stessa a adattarsi alla presenza di queste nuove macchine. La possibilità di avere robot che collaborino direttamente con l’uomo senza la presenza di gabbie o barriere rappresenta la svolta definitiva per ottenere un’integrazione totale dei robot nei processi industriali.
Come recita il sito di Universal Robots infatti: “La robotica collaborativa è la forma di automazione che porta al massimo livello la collaborazione uomo-robot, per raggiungere un obiettivo produttivo comune.”
La possibilità di essere un punto di incontro delle competenze espresse da operatori e robot, rappresenta uno dei vantaggi maggiori, seppur più nascosti della robotica collaborativa. Nelle applicazioni che includono l’uso di cobot si riesce a coniugare precisione, ripetibilità e produttività a capacità di problem solving, capacità creative e know how, che sono invece un contributo tipicamente umano. I cobot sono in grado di influenzare fortemente il processo industriale così da rispondere in maniera efficace alla continua ricerca di personalizzazione dei prodotti.
Questo scenario prende il nome di industria 5.0. Esso rappresenta lo step evolutivo che dall’integrazione spinta dei processi di automazione (conosciuta come industria 4.0), passa alla condivisione di spazi, competenze, attività fra uomini e macchine, dando origine a layout aperti e compatti.