Cap_able: abiti anti riconoscimento facciale per la privacy
Cap_able, le cui prime tre lettere significano Collaboration, Awareness e People, è un brand di abbigliamento italiano contro il riconoscimento facciale. Infatti è una realtà nata da poco nel nostro paese, nel 2019, grazie a i founder Rachele Didero, Federica Busani e Giovanni Maria Conti. Nella hompage principale del loro sito si legge che l’idea scaturisce da un “discorso su società contemporanea, tecnologia e diritti umani”. Dove l’obiettivo ultimo è quindi “stimolare il confronto e sensibilizzare su temi che fanno parte del presente e che daranno forma al nostro futuro”.
Come nasce l’azienda
Rachele Didero era in America per un tirocinio dopo un semestre trascorso al Fashion Institute of Technology. Questo prestigioso istituto di design e fashion si concentra sugli aspetti relativi ad ogni ambito della moda. Ed è lì che Rachele ebbe una discussione con un ingegnere di Berkeley che gli parlò di tematiche relative ai diritti umani e alla privacy. Andando poi nella direzione che la porterà a combinare moda e teconologia della computer vision.
Tornata al Politecnico di Milano, la Didero effettua i primi esperimenti e nel 2020 si trasferisce allo Shenkar College di Tel Aviv, Isreale. Grazie al dipartimento di Textile dell’istituto sviluppa quanto necessario ad avviare l’azienda e produrre i primi capi.
Cap_able e la difesa della privacy attraverso l’unione di moda e tecnologia
L’acronimo della lettere iniziali nel nome del brand sottilinea la missione e i valori che ispirano i ragazzi che ci sono dietro. Infatti si tratta di:
- C_ollaboration: dove si intende appunto l’unione tra moda, tecnologia e ambiente tessile. La combinazione di questi tre ambiti ha dato vita alla creazione del tessuto adversarial. Ciò ha permesso lo sviluppo e la prototipazione della prima collection a tema anti riconoscimento: la collezione manifesto.
- A_wareness: Cap_able con la sua linea di abbigliamento, si prefigge di sensibilizzare sui temi e i pericoli alla privacy derivanti dall’IA. E insieme ad essa, i diritti delle persone non binarie e quelle che hanno problemi di fertilità. L’azienda infatti pone il dilemma della protezione collettiva, che secondo quanto scrivono, dovrebbe partire dalla tutela del singolo.
- P_eople: infine c’è la volontà di incentrare la produzione sulla cultura della persona. Valorizzando l’espressione del singolo individuo, laddove altre realtà sono più indietro in questa stessa missione.
Cos’è la collezione Manifesto e i prezzi non proprio accessibili a tutti
La videosorveglianza è uno strumento che aumenta la sicurezza, questo senza alcun dubbio. Ma essa porta con sé anche una certa percezione di intrusività che richiede un’adeguata tutela. Inoltre tutto questo crea la necessità di nuove leggi a favore della protezione della privacy e dei diritti delle persone.
Allora è sempre più in questo contesto che Cap_able, con la sua innovazione, cerca appunto di “avversare” la sorveglianza di un occhio elettronico. Ne è un esempio la linea con motivi e disegni geometrici o variamente figurati in stile jacquard. Proprio questa particolare classe di decorazioni, unitamente agli studi fatti da Didero in ambito IA, confonde gli algoritmi di riconoscimento facciale.
I tessuti realizzati in questo modo hanno fornito un dataset eccezionale per il sistema di Real Time Object Recognition, YOLO. Questo software rileva oggetti in tempo reale fino ad oltre 9000 categorie di oggetti. I modelli che indossano capi fatti da Cap_able nel test hanno evitato l’etichettatura come persona e il sistema YOLO non li ha riconosciuti. Più che altro le texture, hanno fornito all’algoritmo risultati quali “giraffe”, “zebre”, oppure “cani”.
Putroppo però, attualmente le felpe e la maglieria hanno nel totale prezzi che variano dai 300-400 a 500 euro. Insomma, un prezzo non proprio accessibile a tutti, non al pubblico di tutti i giorni, in generale. Da Cap_able giustificano tali cifre per la quantità e soprattutto qualità della ricerca che vi è dietro. In ogni caso, la CEO in persona riconosce la necessità di adeguare le fasce di prezzo per rendere i prodotti alla portata di ogni tasca.