5G, vaccino, circuito di un microchip e spie russe: sembra la trama di un film futuristico, ma è tutto vero. O almeno per i complottisti è così. Sì perché, dalle ultime indiscrezioni, sembrerebbe che i Russi abbiano scoperto un microchip contenuto nel vaccino, creato appositamente per controllarci.
Ma si sa che le bufale hanno le gambe corte, e infatti la surreale notizia è stata smentita con facilità. Non che ce ne fosse bisogno, vista l’assurdità della “scoperta”, ma di fronte ai più testardi neanche avere delle prove è sufficiente. In ogni caso tanti utenti hanno confermato la falsità della notizia: il fantomatico circuito del vaccino non è altro che quello di un pedale della chitarra.
Le bufale sul vaccino contro il coronavirus si moltiplicano e diventano sempre più fantasiose. L’ultima sfiora il limite dell’assurdo: il circuito di un pedale da chitarra si è trasformato in quello di un microchip contenuto nel vaccino. Una segnalazione anonima di qualche giorno fa su Telegra.ph ha riportato la notizia che i Russi avrebbero trovato e analizzato un microchip nel vaccino del Covid-19.
Nel post si descrive il chip composto da 4 processori e 4 transistor, e dall’INPUT dove arriva il segnale 5G. “È così che ti controllano” dice l’autore del post. Il segnale ricevuto si amplifica tramite un transistor per poi spostarsi verso un altro processore e avere impatto sulla psiche. Il controllo, secondo la registrazione originale intercettata dall’autore del post, porterebbe a un grande guadagno da parte di chi ha prodotto il vaccino. L’alimentazione del chip avviene tramite il calore corporeo.
Il virus verrebbe attivato tramite dei diodi di silicone che controllano l’energia elettrica per attivare il Covid contenuto nel vaccino. Il segnale viene inoltre continuamente rafforzato per impedire ai medici di rilevare il chip. Esistono poi dei comandi che permettono ai misteriosi burattinai di aggiornare le istruzioni che ci mandano al cervello, che sono diverse per uomo e donna. Lo stato d’animo della persona vaccinata influenza la forza del segnale.
Insomma stiamo parlando di alta ingegneria, un prodotto pensato così bene da essere invisibile agli scanner medici. Ma non per le spie russe, che sono riuscite a scoprire tutta la verità dietro i vaccini e hanno rivelato la terribile notizia. Vi è già venuto il mal di testa per queste assurde congetture?
Sebbene le spiegazioni del circuito siano assurde e al limite della fantascienza molti no-vax e complottisti hanno preso sul serio la notizia e hanno condiviso la scoperta russa. Il microchip riportato, però, non è altro che il circuito elettrico di un pedale della chitarra, precisamente un Boss MT-2 Metal Zone, condiviso in un post del 2011 in un forum russo.
Nel post in cui si spiega il funzionamento del chip si fa riferimento a comandi BASS, TREBLE e VOLUME, utilizzati per l’appunto nello strumento musicale. Anche il FOOTSWITCH, nominato nella segnalazione, è un elemento proprio del pedale. Su Twitter il chitarrista e scrittore Salvo di Grazia ha condiviso la notizia accorgendosi subito della realtà dei fatti.
Ovviamente non serve suonare uno strumento per capire che non si tratta di un microchip nel vaccino e che è solo l’ennesima delle bufale sul coronavirus. Il problema, come sempre, sta nel fatto che i complottisti non hanno bisogno di capire una notizia, ma soltanto condividerla con la sicurezza di avere finalmente delle prove a supporto delle loro convinzioni. Tra 5G, teorie del controllo con Bill Gates di mezzo e scetticismo nei confronti del vaccino, i no-vax usano ogni notizia come pretesto per rafforzare le proprie idee.
Non è ancora chiaro se l’autore del post abbia trascritto il circuito del pedale per prendere in giro i complottisti o se ne è davvero convinto. Resta il fatto che la notizia ha portato di nuovo scompiglio e confusione quando sarebbe dovuta rimanere soltanto quello che è: un’assurdità a cui non dare importanza. Nel frattempo in Italia continuano le vaccinazioni, ormai entrate nel vivo e sottoposte a medici, infermieri e categorie a rischio. Il vaccino offre un’immunità di 8 mesi, la stessa che si ha quando si contrae il virus.