Il 5G e il 6G non espongono alcun rischio documentato, anzi: sono tecnologie in grado di migliorare notevolmente la nostra vita. Purtroppo ci sono state molte bufale che hanno provato a dare credito alle accuse dei complottisti: tra le più recenti, quella che sosteneva che all’interno del vaccino contro il coronavirus ci fosse un microchip con tecnologia 5G. Oppure, ancor più grave, la teoria del dottor Cowan, secondo la quale i sintomi del Covid-19 fossero causati proprio da questa tecnologia.
Al contrario, proprio il 5G aveva dato un grande aiuto nella lotta contro la pandemia, venendo utilizzata in alcuni ospedali cinesi per assicurare interventi più tempestivi anche a distanza e velocizzando la ricerca per il vaccino contro il virus. Ma se ormai conosciamo le caratteristiche di questa tecnologia che sta diventando d’uso comune negli ultimi smartphone, il 6G è ancora un mondo da scoprire.
Già in un precedente articolo abbiamo spiegato come funziona il 5G, specificando che non ci sono rischi riscontrati per la salute e che la tecnologia è sicura. Se due anni fa ci sembrava ancora qualcosa di remoto e “poco convincente”, adesso la rete di quinta generazione è ormai diventata la normalità, e tutti gli smartphone più nuovi la supportano. Le accuse e le paure dei complottisti sembrano essersi placate, o perlomeno sono ritornate ad essere confinate solo tra i fanatici e gli estremisti.
Il 5G, che ha ormai affiancato il 4G LTE, col tempo andrà inevitabilmente a sostituire il suo predecessore. La trasmissione dei dati, infatti, risulta più veloce, sicura e affidabile: si parla di gigabit, con latenza molto minore rispetto al 4G e possibilità di raggiungere aree remote. La rete è inoltre in grado di gestire molti più dispositivi per unità di superficie e garantisce tempi di risposta quasi in tempo reale. Non meno importante, il consumo energetico cala drasticamente.
E mentre le celle del 5G continuano a moltiplicarsi in sempre più aree del mondo, già si pensa alla tecnologia successiva: il 6G. Sembra infatti che la rete stia già entrando nelle prime fasi di progettazione e sviluppo, anche se non è attesa per prima del 2030. La tempistica è in linea con i precedenti sviluppi: tra l’adozione di una rete mobile rispetto alla precedente sono passati ogni volta una decina di anni. Gli obiettivi che ci si è posti sono molto ambiziosi, ma i primi risultati sperimentali sembrano essere sulla buona strada.
Il target (teorico) per la nuova rete, infatti, è una velocità di 1 TeraByte al secondo, 8mila volte più del 5G. Dai primi test in laboratorio si sono raggiunti 30Gps, ma la tecnologia non è ancora abbastanza stabile per poter supportare questa velocità continuamente. La necessità del 6G nasce per vari motivi. Tra i più importanti c’è il bisogno di far fronte ad un aumento di device connessi in rete: si stima infatti che per il 2030 ci saranno circa 500 miliardi di dispositivi. C’è poi la volontà di ridurre ulteriormente la latenza delle comunicazioni, puntando a rimanere sotto i 100 microsecondi (un decimo della latenza del 5G).
Man mano che la tecnologia evolverà, inoltre, cambierà anche il modo in cui ci approcceremo alle macchine e la nostra convivenza con esse. Lo abbiamo iniziato a vedere con le auto a guida autonoma, i droni utilizzati da Amazon per effettuare consegne, e tutti i macchinari industriali che sono diventati sempre più connessi e moderni. In un mondo sempre più connesso, digitalizzato e di macchine al servizio dell’uomo, è fondamentale garantire un livello superiore di prestazioni, sia in termini di velocità che di affidabilità. Ultimo, ma non per importanza, i consumi dovranno essere ridotti.
Nel White Paper sul 6G pubblicato da Samsung si affrontano i vantaggi della nuova rete e i requisiti tecnologici necessari per la sua adozione su larga scala. Nella presentazione si esplicita quanto sia fondamentale puntare su nuove tecnologie per la comunicazione, soprattutto nell’ottica di una sempre maggior automatizzazione dei compiti tramite l’uso esteso di macchine connesse in rete.
Al fine di ottimizzare i risultati è aumentato sempre di più l’uso dell’intelligenza artificiale in svariati ambiti: nel settore dell’assistenza sanitaria, della finanza, nelle catene di produzione e anche nei sistemi di comunicazione wireless. L’IA è in grado di migliorare i tempi delle consegne ottimizzando i percorsi e utilizzando algoritmi per la determinazione precisa della posizione. Oltre a ciò, permette di elaborare specifici piani per la riduzione del consumo di energia e di prevedere e individuare anomalie.
Ma se le potenzialità dell’IA aumentano, non si può dire la stessa cosa per l’infrastruttura tecnologica che la supporta. Il grado di efficienza di una rete, considerata in ogni suo aspetto, può porre dei limiti agli usi che si possono fare dell’intelligenza artificiale, sia in qualità che in quantità. Il futuro a cui si guarda è pieno di innovazione, ma affinché si realizzi si devono possedere i giusti mezzi. Lo sviluppo del 6G è cominciato proprio con questa visione: realizzare sistemi che integrino l’IA e la sfruttino al massimo, interconnessi tra loro. A differenza del 5G, quindi, il punto di partenza per la nuova tecnologia mobile è stato chiaro fin dall’inizio.
Nella visione di Samsung si fa riferimento ad un’IA “comprensiva”, intendendo un sistema inclusivo di più sotto-sistemi, in grado di ottimizzare le performance dell’intero macro-sistema. Nel caso di un’architettura di reti mobili troviamo 4 diversi attori che collaborano tra loro in coppia, e che vanno da uno User Equipment (qualsiasi dispositivo per la comunicazione end-to-end) fino all’Application Server. L’IA viene implementata sia in ogni entità, sia in ogni sotto-sistema di comunicazione. Si ottiene quindi un “ecosistema” di intelligenze che ne realizzano una “master”. Il risultato è un’ottimizzazione elevata dei processi di comunicazione, e di conseguenza anche delle operazioni di cui il sistema si fa carico. Tutto ciò è possibile però solo grazie al supporto 6G, che fornisce una comunicazione veloce, quasi real-time, e sicura.
Dopo i fantomatici rischi del 5G dobbiamo aspettarci anche quelli del 6G. La nuova tecnologia promette di portare una rivoluzione nelle comunicazioni, permettendoci di andare ancora oltre i limiti della nostra immaginazione.