Yanny o Laurel? L’illusione uditiva che divide il web
Dopo il dilemma dell’abito giallo-oro o nero-blu, torna una nuova illusione pronta a farci impazzire. Il dibattito questa volta è su una registrazione sonora, e il protagonista è il nome di una donna. Ma quale? Yanny o Laurel?
Gli utenti si dividono in tre gruppi: chi è sicuro di sentire Yanny, chi Laurel, e infine chi sente un nome diverso ogni volta. Ma qual è la verità dietro questo inganno uditivo?
La spiegazione
Alla base della differenza delle percezioni c’è sempre il nostro cervello che, lavorando con le informazioni che possiede, fa delle assunzioni sulla realtà delle cose. Dana Boebinger e Kevin Sitek, due dottorandi in Scienze Cognitive all’MIT, hanno spiegato in un video cosa succede.
Lo stimolo fisico che il cervello riceve è ambiguo, e di volta in volta è lui a scegliere come tradurlo, facendocelo percepire in modo diverso. Lo spettrogramma relativo al suono incriminato presenta molte frequenze, diverse tra loro. Nel dettaglio, in una parte dello spettrogramma si nota un’area con un gap significativo tra alte e basse.
Ciò porta il cervello a fare una scelta: o considera questo gap non importante, identificandolo come rumore e quindi ignorandolo (sentendo in questo caso Yanny), oppure inserisce ulteriori frequenze per riempirlo (udendo quindi Laurel). In sostanza, è la mente a decidere che cosa sentire, a seconda di ciò che ritiene rilevante o meno.
Effettuando una prova, togliendo le frequenze alte del gap dalla registrazione, ciò che si sente è indiscutibilmente Laurel. Al contrario, eliminando quelle basse, tutti concordano nell’udire Yanny.
Come sceglie il cervello?
Le informazioni che giungono al nostro orecchio sono le stesse per tutti; ciò che cambia è il modo in cui il cervello decide di interpretarle. Ma quali motivazioni segue per prendere questa scelta?
Come quasi sempre succede, è l’esperienza pregressa a guidarlo. Memorie di speaker telefonici malfunzionanti, ad esempio, o di esperienze in situazioni di rumore. Oltre a questo, però, vanno considerate situazioni particolari quali perdita dell’udito di frequenze alte. Questo accade per esempio nelle persone anziane, che con l’età non riescono più a sentire alcuni tipi di suoni. Si è visto infatti che, nella quasi totalità dei casi, i più giovani tendono a sentire Yanny, mentre procedendo con l’età aumenta la percentuale di chi sente Laurel.
Inoltre, va considerato anche il dispositivo da cui si sta ascoltando l’audio. Computer e cellulare potrebbero modificare la percezione, così come l’utilizzo o meno di cuffie.
Yanny o Laurel?
Alla fine, qual è la verità? Ovviamente, la parola corretta è soltanto una, ed è … Laurel. Non preoccupatevi però se sentite Yanny: la “colpa” è della registrazione, che utilizza dei pattern vocali non familiari, portando il nostro cervello a fare una scelta.
Il cantante e attore Jay Aubrey Jones, la voce dietro l’audio, si è detto sorpreso di questo dibattito. Ovviamente, non avrebbe mai potuto immaginare che un’innocente registrazione potesse causare tutto questo polverone.
Sia che sentiate l’una o l’altra parola, è interessante effettuare delle prove per capire come può cambiare la percezione. E voi di che team siete, Yanny o Laurel?