Wireless o Wired? Le due tecnologie a confronto: storia e differenze
Wireless e wired: due tecnologie a confronto in un mondo in cui comunicare, trattare o trasmettere informazioni risulta sempre più di vitale importanza. L’informatica intera si è sviluppata per manipolare e trasmettere in maniera automatica le informazioni.
Wireless e Wired
Con il termine wireless (senza fili) intendiamo un tipo di comunicazione tra device elettronici che non fa uso di cavi. I sistemi più tradizionali, invece, usano connessioni cablate (cioè con fili): in questo caso usiamo il termine wired. Le tecnologie utilizzate generalmente per il wireless sono onde radio a bassa potenza. Nel concreto, quali sono i vantaggi per cui si ricorre al wireless?
- L’eliminazione del collegamento fisico tra i vari device;
- la possibilità di poter effettuare un collegamento in ambienti non adatti al cablaggio;
- una riduzione dei costi delle infrastrutture di rete e della rispettiva manutenzione;
- connettività per l’utenza in movimento;
- maggiore scalabilità.
Dal wired al wireless: la radio
Il primo segnale radio inviato risale al 1894, ad opera del nostro geniale inventore Guglielmo Marconi. Questa prima tecnologia wireless ha modificato e rivoluzionato le modalità di comunicazione e recezione delle informazioni. Siamo passati dalle radio a modulazione di ampiezza (AM) primi anni del XX secolo, ad una moltitudine di unità wireless di oggi. Tali tecnologie hanno vissuto una così rapida e veloce evoluzione da diventare elemento essenziale per la crescita economica, la definizione di nuove attività industriali e la creazione di nuovi servizi e prodotti.
Nel febbraio 1896 Guglielmo Marconi presentò alle autorità la sua apparecchiatura, sviluppata opportunamente per inviare segnali senza fili. Il 2 giugno dello stesso anno presentò la domanda per brevettare la sua invenzione. Insieme con il sig. W. Preece, suo collaboratore e importante ingegnere elettrico del British Post-office Telegraphs, effettuarono molti test. In una prova effettuata nello stesso anno a Salisbury Plain inviarono una serie di segnali radio che raggiunsero una distanza di 2 miglia. In seguito riuscirono a coprire una maggiore distanza, mentre il 13 maggio venne stabilita una comunicazione tra Lavernock Point e Brean Down che coprì una distanza di otto miglia.
Mentre in Europa Marconi progettava e creava, in America molti studiosi seguivano con interesse i successi ottenuti sul campo. Nonostante ciò nessuno intuì subito le potenzialità commerciali di questa nuova tecnologia. Dopo vari test e dopo l’installazione di dispositivi radio in varie nazioni l’11 dicembre 1901 ci fu la ricezione da parte di Marconi a St Johns, Terranova, di quella che è diventata nota come la famosa lettera ‘S’. In morse la lettera ‘S’ si codifica con tre puntini, trasmessa come un segnale di prova dalla sua stazione inglese.
Gli sviluppi della tecnologia
A metà degli anni Sessanta fu sviluppata la tecnologia Packet Data, utilizzata subito dopo nel progetto Arpanet, prima rete a commutazione di pacchetto e progenitrice di internet. Nel 1970, allo scopo di collegare i computer presenti sulle isole senza l’utilizzo della rete telefonica, fu sviluppato il programma Alohanet presso l’Università delle Hawaii. Alohanet fu il primo progetto radio a pacchetti di dati su larga scale. La tecnologia wireless ha iniziato a diffondersi negli anni Ottanta, durante i quali assunse sempre più importanza il condividere dati tra computer.
In quegli anni furono usati i ricetrasmettitori a infrarossi, ma tale tecnologia non ebbe grandi sviluppi avendo molte limitazioni. Le principali problematiche consistevano nel non riuscire ad attraversare la maggior parte dei materiali e in alcune applicazioni la perfetta precisione richiesta nell’allineamento tra emettitore e ricevitore. Nacque allora la necessità di una tecnologia pulita, con la possibilità di attraversare ostacoli e poter essere utilizzata in qualsiasi ambiente di lavoro e non solo. Ecco dunque farsi strada la tecnologia wireless basata su segnali radio.
Anni ’90
Agli inizi degli anni 90 lo sviluppo delle capacità di calcolo dei processori rese possibile la gestione efficiente della ricetrasmissione dei segnali via radio. Le prime implementazioni si dimostrarono costose con lo svantaggio di non poter comunicare tra sistemi diversi non essendoci compatibilità tra le reti. A quel punto venne in soccorso il neonato standard creato dall’IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers), l’802.11, con l’obbiettivo di creare uno standard globale per reti in banda libera senza la necessità di utilizzare alcuna licenza. Gli ingegneri dell’IEEE dovettero risolvere alcune problematiche:
- interoperarabilità tra le apparecchiature;
- l’utilizzo della tecnologia sviluppata in qualunque parte del mondo;
- l’utilizzo in ambienti interni ed esterni.
La tecnologia 802.11 necessitava di una frequenza libera da qualsiasi vincolo burocratico, e per questo venne scelta la 2.4 Ghz, una banda libera che non richiedeva alcuna licenza, riservata per impieghi industriali, scientifici e medici.