Viviamo in una simulazione, è quanto sostiene Elon Musk
Elon Musk, famoso CEO di numerose aziende rivoluzionarie, non è estraneo a dichiarazioni eclatanti. Infatti, non è la prima volta vederlo sostenere che probabilmente tutti noi viviamo in una simulazione. Tra imprese finanziarie non proprio brillanti e corse allo spazio, il magnate continua a far parlare di sè. La prima volta che affermò che forse il genere umano vive in una simulazione, era il 2021. In quella occasione infatti, si trovava al CodeCon 2021, e la risposta alla domanda sulla simulazione della vita reale non lasciò dubbi. Disse pacatamente che “C’è una possibilità su un miliardo che questa sia la vera realtà”.
Le altre evidenze dell’idea di Musk
Elon ha affermato il suo pensiero anche in occasioni diverse, in giro per fiere o talk show e podcast. A stupire, oltre a tali interviste, anche le dichiarazioni di terze persone che hanno ribadito l’opinione del miliardario. In particolare, Devin Gordon, è apparso nella nuova docuserie della BBC “The Elon Musk Show”, affermando:
Grimes mi ha detto ripetutamente che Musk ha questa teoria su di lei che non è reale. Grimes è una simulazione che è stata creata da lui ed esiste nella sua corteccia cerebrale come una sorta di compagna perfetta per lui. I suoi interessi sono tutti uguali a quelli di Elon e la sua musica è molto orientata alla tecnologia.
Devin Gordon
Sempre secondo Gordon, Grimes sarebbe d’accordo. Sebbene gli sembri un pò folle e inquietante, anche lei ha detto di sentirsi una simulazione perfetta per Elon.
Viviamo in una simulazione fatta al computer?
Ma a cosa si è ispirato Musk per il suo pensiero apparentemente così angosciante? Nonostante la genialità e il suo essere visionario, il famoso CEO ha fatto eco a Nick Bostrom. Filosofo svedese, egli nel suo paper dedicato alla questione, espone il concetto della realtà, anzi dell’universo simulato, utilizzando vari argomenti. Primo fra tutti quello di appoggiarsi su di un’importante assunzione.
Il principio di indipendeza dal substrato
L’assunto, detto anche principio di indipendenza del supporto, è una possibile risposta al problema corpo-mente proprosto da Bostrom stesso. Considerando la coscienza come legata al cervello, il principio afferma che la coscienza non è attaccata alla materia stessa del cervello. Molecole e cellule non costituirebbero così la sede della consapevolezza. Anzi, questa andrebbe ritrovata nelle caratteristiche del cervello che si possono riprodurre. E quale ambiente più a noi familiare se non quello di un PC per poter implementare una possibile coscienza?
Bostrom sostiene dunque che, data la giusta struttura computazionale l’esperienza cosciente si associa anche a qualcosa di diverso rispetto al cervello. Non solo quello biologico formato da reti neurali a base di carbonio. Sfruttando tale argomento il filosofo svedese pone le basi della sua teoria della simulazione.
Un intero universo di realtà simulate
Se tutto questo è corretto allora è probabile che l’umanità, in un futuro molto lontano, sarà in grado di simulare le coscienze, anche di intere popolazioni. E non ci sarebbero problemi di potenza computazionale. Come Bostrom afferma infatti, una civiltà così avanzata potrebbe colonizzare interi pianeti con i soli strumenti computazionali necessari alla simulazione. Secondo lui, l’umanità si troverebbe in uno di questi innumerevoli universi simulati da un gruppo o più di unità computazionali.
Viviamo in una simulazione? Elon vs Nick
Secondo la teoria di Nick Bostrom ci sono tre possibilità:
- L’umanità sarà estinta prima che possa creare un simulazione di questa portata.
- Qualsiasi civiltà post-umana probabilmente non è interessata a simulare quelle precedenti.
- Viviamo già in una simulazione
Musk crede che abbiamo solo una piccolissima possibilità per gli scenari 1 o 2, mentre Bostrom pensa che per la terza si abba un 20%. Secondo lo svedese questi risultati suggeriscono analogia naturalistiche a certi ocncetti tradizionali religiosi. In pratica se viviamo in una simulazione, a suo parere c’è un essere superiore, ma molto simile a noi. Questo ha portato Elon Musk ad avvicenti riflessioni ma dispendiose in termini di tempo. Motivo per il quale non ne parlerà mai qualora si trovasse a fare un bagno caldo, a quanto dice.