ULTIM’ORA – È ufficiale: addio alla Sanità Pubblica | Anche richiedere una semplice ricetta costerà un botto

Ministero Salute (Screenshot ordinedeimediciterni.it) - www.systemscue.it
L’incubo sta per diventare realtà: la sanità pubblica italiana, così come l’abbiamo conosciuta, è agli sgoccioli.
Quello che fino a ieri sembrava uno scenario catastrofico e lontano dalla nostra realtà quotidiana, oggi si materializza come una minaccia imminente e concreta: la fine della sanità pubblica gratuita in Italia è ormai una possibilità più che reale.
L’idea di dover mettere mano al portafoglio anche per un semplice consulto con il medico di famiglia, un pilastro della nostra medicina territoriale, non è più un’ipotesi remota, ma una svolta che potrebbe stravolgere completamente il nostro sistema sanitario.
Per decenni, il rapporto con il medico di base è stato un punto di riferimento gratuito e accessibile per tutti. Ma ora, sotto il peso di tagli indiscriminati, carenze strutturali sempre più gravi e una pressione economica insostenibile, quella certezza sta per svanire per sempre.
In questo scenario apocalittico, l’accesso alle cure mediche rischia di trasformarsi da un diritto universale sancito dalla nostra Costituzione in un privilegio esclusivo per chi può permetterselo. Un cambiamento radicale che segnerebbe la fine di un’era e l’inizio di un sistema sanitario a due velocità, con conseguenze drammatiche per milioni di italiani.
La stangata sulle fasce più deboli: la salute diventa un privilegio
L’impatto più devastante di questa presunta “rivoluzione” sanitaria si abbatterebbe come un macigno sulle categorie più vulnerabili della popolazione: anziani con pensioni minime, malati cronici costretti a continue visite e terapie, persone con redditi bassi o discontinui che faticano ad arrivare a fine mese. Per loro, anche una spesa di pochi euro per ogni visita medica potrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile, una barriera economica che li allontanerebbe dalle cure necessarie, con effetti potenzialmente catastrofici sulla loro salute e sulla gestione delle loro patologie.
Non si tratta solo di fredde cifre o di sterili calcoli economici, ma di equità sociale e di salute pubblica. Rendere più difficile l’accesso alle cure primarie significa aumentare esponenzialmente il rischio di cronicizzazione delle malattie, intasare i pronto soccorso già al collasso e, paradossalmente, generare costi ancora più elevati per il sistema sanitario nel lungo termine.

La “stangata” fiscale: anche le detrazioni mediche a rischio
A gettare ulteriore benzina sul fuoco di questo scenario già di per sé allarmante, ci sono recenti sviluppi normativi che minacciano di rendere ancora più oneroso l’accesso alle cure mediche. Un caso emblematico riguarda l’interpretazione restrittiva delle detrazioni Irpef per le spese sanitarie.
La vicenda di un contribuente che si è visto negare la detrazione per una perizia medico-legale, nonostante avesse sostenuto la spesa, a causa dell’intestazione della fattura a un soggetto terzo (il Tribunale), rappresenta un precedente inquietante. Se questa linea interpretativa dovesse prevalere, anche altre spese mediche, fino ad ora considerate detraibili, potrebbero finire fuori dal perimetro degli sgravi fiscali.