Truffe, sempre più difficile riconoscere quelle via mail | Sono in grado di confonderti: resti senza nemmeno un centesimo sul conto corrente

Truffa online a Parma (Canva) - systemscue.it
Una dipendente aziendale è stata truffata online (tramite email) , mediante cui son stati in grado di farsi accreditare il suo stipendio.
Nel mondo digitale di oggi, riceviamo quotidianamente un numero elevato di messaggi e e-mail, molti dei quali provenienti da mittenti sconosciuti. Motivo per cui, controllare attentamente gli indirizzi dei mittenti è fondamentale, per evitare truffe, phishing, e altri attacchi informatici. I quali potrebbero compromettere i nostri dati personali.
Gli hacker e i truffatori, utilizzano spesso tecniche di spoofing, creando indirizzi che somigliano a quelli legittimi di aziende o istituzioni affidabili. Con piccoli dettagli, negli indirizzi e-mail (come una lettera sostituita, o un dominio leggermente diverso), che possono infatti trarre in inganno, e indurci a fornire informazioni sensibili.
Verificare attentamente il mittente, aiuta dunque a proteggersi da malware e virus. Che spesso, si diffondono tramite allegati o link fraudolenti. E se apri un’e-mail sospetta, potresti esporre il dispositivo a rischi, senza che tu te ne accorga.
Pertanto, mantenere alta l’attenzione sugli indirizzi e-mail, ti consente di ridurre il rischio di frodi finanziarie, o di furti di identità. Cosa che, per l’appunto, con una semplicissima verifica, possiamo evitare (navigando in reti, oltretutto, sicure).
Attacco informatico a Parma
Una truffa online, ha colpito una società di Parma, causando la perdita di duemila euro. Nello specifico, il direttore amministrativo dell’azienda ha ricevuto un messaggio apparentemente inviato da una dipendente (una 40enne parmigiana), nel quale veniva comunicato un cambio dell’Iban, per l’accredito dello stipendio. E senza sospettare nulla, il responsabile ha effettuato il bonifico verso il nuovo conto indicato: per poi accorgersi dell’inganno, solo quando la donna non ha appunto ricevuto il pagamento dovuto.
Dopo la sua segnalazione, la società ha avviato le verifiche interne, constatando che il cambio Iban era in realtà una frode. Rivolgendosi, l’azienda, quindi ai carabinieri della stazione di Parma Centro, i quali hanno avviato un’indagine per risalire ai responsabili. Gli investigatori, hanno ricostruito il raggiro, e scoperto che il messaggio ricevuto dal direttore amministrativo era stato inviato da truffatori esperti di phishing, una tecnica che consiste nell’ingannare le vittime, utilizzando e-mail o messaggi contraffatti.

Individuazione dei responsabili
Attraverso un’accurata analisi dei movimenti bancari, e delle tracce digitali lasciate dai truffatori, i carabinieri son riusciti a identificare una coppia sospetta: un uomo di 53 anni, e una donna di 37, entrambi italiani, che avrebbero orchestrato la truffa per impossessarsi indebitamente del denaro. Avendo utilizzato strumenti tecnologici sofisticati, mediante cui simulare l’identità della dipendente, e rendere il messaggio più che credibile.
Grazie alle prove raccolte, la coppia è, sì, stata denunciata per truffa aggravata, ma quest’episodio evidenzia ancora una volta quanto sia importante verificare attentamente la provenienza delle richieste di modifica dei dati bancari (e gli indirizzi, in particolare). Diffidando, insomma, delle potenziali comunicazioni sospette. Ragion per cui, le aziende dovrebbero adottare protocolli di sicurezza più rigidi, così da evitare di cadere vittima di simili frodi, che possono causare danni economici davvero ingenti.