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Tragedia nel Cilento: l’AML avrebbe potuto salvare l’escursionista

La vicenda di Simon Gautier si è purtroppo conclusa in tragedia: il giovane escursionista è stato ritrovato ieri sera senza vita, disperso da diversi giorni nel Cilento. Il 9 Agosto il 27enne aveva contattato il 112 chiedendo aiuto, ma incapace di fornire indicazioni precisa sulla sua posizione.

Le ricerche sono proseguite per più di una settimana, senza successo. Poi ieri sera gli uomini del soccorso alpino lo hanno individuato in un burrone. Attualmente sono in corso indagini su presunti ritardi dei soccorsi, e nel frattempo arriva la denuncia del sistema 118: con l’AML forse Simon sarebbe ancora vivo.

AML: che cos’è?

L’ Advanced Mobile Location è una tecnica di localizzazione applicata in caso di emergenza. Quando il chiamante digita un numero di emergenza, il servizio invia la miglior geo-localizzazione tramite un SMS ai centri di emergenza. La posizione viene calcolata usando sia il GPS sia il Wi-Fi.

La tecnica è stata sviluppata nel Regno Unito da British Telecom, EE Limited e HTC. Non appena viene effettuata una chiamata di emergenza, il telefono attiva il GPS ed è in grado di inviare i dettagli della posizione con un errore di 30 metri. Dalle stime e i test effettuati il servizio è 4mila volte più preciso dei sistemi precedentemente utilizzati.

Credits: DZNet

Nel caso di Simon Gautier le ricerche sono state circoscritte in un’area di ben 143 km quadrati. Una zona molto approssimativa, calcolata solo tramite i ripetitori, che si riduce ad una regione di probabilità. In situazioni di elevata emergenza come questo è impensabile lavorare con così poca precisione.

Gli smartphone supportano la tecnologia già da diversi anni, ma occorre una piattaforma in grado di ricevere i dati GPS e inoltrarli ai soccorsi. Il servizio è attualmente disponibile in 15 paesi Europei, e per dicembre 2020 dovrà essere obbligatoriamente presente in tutti gli stati.

La denuncia di Mario Balzanelli

Il presidente nazionale della Società Italiana Sistema 118 non ha dubbi: “Se l’Italia avesse applicato la direttiva Ue recepita nel 2009, Simon Gautier sarebbe stato immediatamente geolocalizzato, soccorso in tempi rapidissimi, e forse con esiti ben diversi“. Nella direttiva si legge infatti:

L’obbligo di rendere le informazioni di localizzazione GNSS e Wi-Fi disponibili per la
trasmissione consentirebbe l’effettiva implementazione di tale trasmissione nelle
comunicazioni di emergenza, tenendo conto dei metodi tecnicamente praticabili attualmente esistenti. Uno di questi, noto come AML (Advanced Mobile Location, localizzazione mobile avanzata), trasmette le informazioni GNSS/Wi-Fi/Cell-ID disponibili nello smartphone del chiamante al centro di raccolta delle chiamate di emergenza (PSAP) mediante un messaggio di testo (SMS).

AML è già stato implementato in otto Stati membri dell’UE – Regno Unito, Estonia, Lituania, Belgio, Irlanda, Finlandia, Malta e Austria – in base a una relazione tecnica pubblicata dall’Istituto europeo delle norme di telecomunicazione (ETSI)17, che riguarda il GPS e Galileo. I sistemi operativi installati su più del 95 % di tutti gli smartphone in Europa supportano il sistema AML. […] Il regolamento delegato non dovrebbe aumentare l’onere amministrativo dei fabbricanti di dispositivi mobili, poiché questi hanno già integrato i sistemi AML e GNSS in tali dispositivi. L’integrazione GNSS non ha conseguenze sugli operatori di telefonia mobile, poiché questa avviene a livello di  smartphone.

Mario Balzanelli, presidente del 118. Credits: Repubblica

In generale, il sistema di emergenza italiano è in ritardo sull’applicazione delle normative Europee. Il presidente afferma infatti che “il 112 è stato introdotto in modo sostitutivo e non parallelo rispetto agli altri numeri, con costi enormemente maggiori, con ritardo aggiuntivo certificato sui tempi d’intervento correlato al doppio passaggio tra Centrali Operative. Quindi tempi più lunghi, costi maggiori, soccorsi più lenti”.

Anche l’EENA, l’Associazione Europea per il Numero unico di Emergenza, si dice preoccupata per l’accaduto. In una scheda informativa specificano che AML salverebbe “7.500 vite in 10 anni” con un risparmio di “95 miliardi di euro”. In Italia soltanto le regioni in cui sono operative le centrali di risposta unica potranno attivare il servizio.

 

Published by
Marina Londei