“Astintomatico”. Già dalla parola risulta evidente che, non esistendo sintomi di malattia osservabili in un soggetto asintomatico, sia molto difficile individuarlo ed isolarlo da un gruppo di persone sane. La diffusione tra asintomatici contribuisce enormemente all’espandersi del Covid-19, ma una ricerca del MIT ha scoperto che, nascosto nel suono della tosse, esiste un pattern che contrassegna una persona come “probabile contagiato” nelle prime fasi dell’infezione. I risultati della ricerca potrebbero costituire un sistema di allerta precoce utile alla lotta contro il virus.
I medici sanno già da molti anni che il suono della tosse può essere un ottimo rivelatore di malattie più o meno gravi. Per aiutare i dottori, negli ultimi tempi sono stati addestrati dei modelli di intelligenza artificiale per rilevare polmoniti, asma e persino malattie neuromuscolari, che alterano il modo in cui una persona tossisce in modi diversi.
Prima della pandemia, il ricercatore Brian Subirana aveva dimostrato che la tosse può persino aiutare a prevedere l’Alzheimer, tesi convalidata dai risultati della ricerca IBM pubblicata una settimana fa. Subirana ha pensato che, se l’IA è in grado di dire così tanto da un colpo di tosse, forse anche nella lotta al COVID-19 potrebbe tornare utile e riuscire a scoprire qualcosa.
Lui e il suo team hanno creato un sito in cui le persone potevano contribuire inviando una registrazione dei loro colpi di tosse e hanno finito per assemblare il più grande set di dati di ricerca sui colpi di tosse, dati utilizzati in seguito per addestrare un modello IA. Il modello sembra aver rilevato sottili differenze tra la tosse di un “sano” e quella di un malato di Covid-19, soprattutto nella forza vocale, nel modo di tossire, nel respiro e nella degradazione muscolare. L’IA è stata in grado di identificare il 100% dei portatori di COVID-19 asintomatici e il 98,5% di quelli sintomatici, segnalando solo pochi falsi positivi.
“Pensiamo che questo dimostri come il modo di tossire cambi anche se sei portatore asintomatico di Covid-19”, ha detto Subirana a TechCrunch. Tuttavia, ha avvertito che, sebbene il sistema sia efficace nel rilevare la tosse “da Covid”, non dovrebbe essere utilizzato come strumento di diagnosi per le persone con sintomi di causa incerta dato che “il nostro obiettivo era discernere il COVID dalle altre malattie”.
Senza dubbio i risultati dovranno essere provati su altri set di dati e verificati da altri ricercatori, ma è molto probabile l’esistenza di un indizio affidabile nella tosse “da Covid” che un sistema di ascolto “intelligente” possa sentire abbastanza facilmente. Il team del MIT sta collaborando con diversi ospedali per creare un set di dati più diversificato, ma sta anche lavorando con un’azienda privata per mettere insieme un’app per distribuire lo strumento per un uso più ampio.
In realtà, l’Università di Cambridge, lavora anch’essa da mesi per riconoscere il Covid dal suono della tosse e noi ve ne avevamo già parlato. Potete scaricare la loro app per raccogliere campioni di tosse sia su iOS che su Android.