Nei giorni scorsi è stata ufficializzata la notizia che vede Torino come sede dell’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale, brevemente I3A. L’operazione consentirà di realizzare un hub di ricerca di alto profilo nella città Piemontese. Potrà contare infatti di 600 unità operative, scelte tra le più promettenti realtà Italiane ed internazionali e di 80 milioni di euro l’anno. Il lavoro da svolgere vedrà la collaborazione attiva tra il centro ed altre strutture di ricerca ed università. L’istituto sarà al centro di numerose tematiche quali manifattura, robotica, IoT, sanità, mobilità, agrifood, energia, pubblica amministrazione, cultura, digital humanities, aerospazio e Dab.
Se da un lato a Torino spetterà l’I3A, d’altro canto Milano è la città candidata come terzo polo del tribunale europeo dei brevetti dopo Parigi e Monaco. Inseguito all’uscita di Londra, causa Brexit, Milano potrebbe diventare la nuova sede del tribunale dei brevetti. La decisione non è stata ancora presa, ma tutto fa sperare nel raggiungimento di questo nuovo obiettivo. L’istituto si occupa di concedere brevetti a livello europeo, sotto la supervisione del Consiglio di amministrazione.
L’obiettivo di questa scelta risiede nella volontà di
«creare una sinergia tra le due città e il Governo e, allo stesso, tempo consolidare l’asse nord-ovest del Paese: una strategia che renderebbe ancor più forti Milano e Torino e, con esse, l’Italia»
Queste le parole pronunciate direttamente da Palazzo Chigi.
Un documento del Mise riguardante proprio l’intelligenza artificiale sottolinea la necessità di dare un certo sprint allo sviluppo tecnologico del Paese. Il dossier descrive quale sarà la strategia dei prossimi anni nel Paese. Il contributo di un pool di esperti scelti ne ha reso possibile la realizzazione. Professori universitari, imprenditori ed esponenti della pubblica amministrazione hanno fornito le loro personali visioni riguardanti il futuro tecnologico del Paese.
Il documento in questione è consultabile al seguente link.
Un aspetto che si intende studiare sarà anche l’impatto sociale dell’avvento delle nuove tecnologie. Uno dei principi su cui si baserà l’impiego delle forze sarà quello riguardante la visione antropocentrica dell’AI. Con queste parole si vuole intendere una visione dell’AI complementare e funzionale all’intelligenza umana e non il viceversa.
I temi da trattare in questo ambito sembrano dunque davvero molto estesi. L’interesse posto su queste tematiche deve portarci a pensare che lo sviluppo delle nuove tecnologie sarà di certo il motore economico dei prossimi anni.