Tor licenzia parte dei dipendenti a causa del coronavirus
Il progetto Tor è uno dei software open source più famosi tra gli esperti di informatica e non solo. L’acronimo Tor sta per The Onion Router, ed è un software che permette l’anonimato in internet basandosi sul protocollo di rete onion routing. Il nome onion deriva dal fatto che questo protocollo incapsula i messaggi in strati di crittografia riconducibili agli strati di una cipolla. Il dato viene poi trasmesso tramite una rete i cui nodi vengono chiamati onion router.
Tor è il più importante progetto in informatica riguardante l’anonimato in rete. È spesso utilizzato anche in modi illegali, ad esempio per l’accesso al darknet ed al deepweb. Nonostante ciò, Tor garantisce un buon livello di anonimato in rete anche ad utenti che non hanno scopi criminali ma che vogliono solo proteggere un po’ più a fondo la propria privacy. Ma come tutti i progetti open source, il progetto Tor si basa sulle donazioni degli utenti.
A causa del coronavirus, molte aziende, ma anche singoli cittadini, nel mondo, stanno subendo gravi perdite economiche. Proprio a causa di questo virus molte aziende sono costrette a bloccare la produzione, lasciando a casa tantissimi lavoratori. Proprio per questo motivo sono tantissimi i problemi economici che riguardano persone di tutto il mondo. E quando si hanno problemi economici, l’ultima cosa alla quale si pensa è sicuramente una donazione ad un progetto open source.
Tor non riceve abbastanza donazioni e licenzia un terzo dei suoi dipendenti
Proprio per questo motivo Isabela Bagueros, direttore esecutivo del progetto Tor, ha affermato che anche loro, come molte altre organizzazioni no-profit, sono stati colpiti dalla crisi. Per questo motivo, sono stati costretti a licenziare un terzo del loro personale, 13 persone, che hanno reso possibile nel tempo questo fantastico progetto. D’ora in poi il progetto Tor continuerà il suo sviluppo e la sua manutenzione con sole 22 persone.
Isabela Bagueros afferma inoltre che la crisi causata dal COVID-19, non sarà solo di tipo economico. Infatti, dichiara, ci sarà una grande crisi legata alla privacy ed alla sicurezza in rete. Ed è proprio per questo che oggi sono costretti a prendere questa difficile decisione, al fine di preservare un progetto che è tra quelli che potrebbe aiutare a combattere questa crisi nel post epidemia.
E se molte aziende possono reinventarsi e convertire la propria produzione per dare un aiuto concreto nella lotta al coronavirus, e fronteggiare la crisi, molti dei progetti open source come Tor sono costretti a scegliere un’altra strada. Anche in ambito informatico c’è chi è riuscito a convertire la propria produzione, come Razer. Di certo, i servizi che offre il Tor Project sono di tutt’altro tipo e non possono essere modificati. Ma soprattutto devono continuare ad esistere per il bene della privacy in internet.