Pensando ai sistemi operativi per PC desktop, pensiamo subito a Windows, a Linux o a MAC OS, ma nel mondo hobbystico ne girano a centinaia con architetture completamente proprie e diverse dagli standard a cui siamo abituati. Mai mai strano quanto questo: TempleOS è, secondo il creatore, “il terzo tempio di Dio” ed un mezzo per comunicare con l’onnipotente.
Creare un sistema operativo da zero sicuramente non è roba da poco. E’ un progetto che richiede molte conoscenze, e a quanto pare Terrence Davis, lo sviluppatore di questo progetto, le ha. Parliamo di un sistema operativo a 64 bit molto basilare, e tra le feature ha il supporto alla grafica 2D e 3D su display con risoluzione da 640×480. E’ stato scritto in un linguaggio di programmazione creato da lui e chiamato HolyC.
Ma da dove gli è venuta l’idea? Secondo l’autore non è sua, ma gli è stato affidato il compito di crearlo da Dio. E potete anche scaricarlo dal sito ufficiale.
Verso il 1996 Terrence Davis, che fu un programmatore americano, cominciò a soffrire di episodi maniacali. Questi episodi maniacali vennero poi diagnosticati come eventi legati a episodi di schizofrenia, con annessi episodi allucinatori. Tra questi episodi, troviamo alcuni incentrati sugli alieni, poi complotti governativi e in particolare relativi ai Men in Black, conversazioni di svariato genere con oggetti elettronici, fino a quando, ad un certo punto, i suoi disturbi non cominciarono a prendere una piega “sacra”, ridiventando credente e convinto dalle continue conversazioni con l’onnipotente.
Ad un certo punto, Dio gli assegna una missione: scrivere il sistema operativo del terzo tempio. Perchè proprio il terzo? Perchè gli altri due sono, in ordine, il tempio di Salomone e la sua ricostruzione dopo la sua distruzione da parte dei Babbilonesi.
E nacque così “J Operating Systems”, che poi divenne “LoseThos”, successivamente chiamato “SparrowOS” fino a diventare quello che noi tutti conosciamo oggi come “TempleOS”, un sistema operativo composto da 100.000 righe di codice, sicuramente troppe per una sola persona e quindi si capsce come sia stato un lavoro veramente estenuante per lui.
I lavori iniziarono nel 2003 e si conclusero nel 2013 (l’ultimo aggiornamento è stato rilasciato nel 2017), quando lo sviluppatore pubblicò sul proprio sito l’avviso relativo:
“il tempio di Dio è finito. Ora, Dio uccide la CIA finché non si diffonde”.
Come già accennato, TempleOS è un sistema operativo per PC desktop a 64 bit con supporto al multi-tasking, non preemptive e multi-core. E’ di dominio pubblico e quindi anche open source e non offre il supporto per l’accesso alla rete internet.
Il sistema operativo dispone di una libreria grafica 2D e 3D, che gira a 640×480 VGA con 16 colori. Offre il supporto a tastiera e mouse, e supporta i file system ISO 9660, FAT32 e RedSea (quest’ultimo creato da Davis stesso) con supporto per la compressione dei file.
Secondo Davis, molte di queste specifiche, come la risoluzione 640×480, il display a 16 colori e la singola voce audio, gli sono state istruite da Dio. Spiegò che la risoluzione limitata era di rendere più facile per i bambini disegnare illustrazioni per Dio.
TempleOS è stato scritto in HolyC, un linguaggio di programmazione sviluppato da Davis. E’ nato come una via di mezzo tra il C e il C++, e per questo originariamente chiamato C+. Funge anche come linguaggio di scripting per la shell, consentendo la scrittura e l’esecuzione di intere applicazioni senza passare da un compilatore.
Ma ovviamente non manca anche l’IDE, fornito con TempleOS, e supporta diverse funzionalità, come l’incorporamento di immagini nel codice. Utilizza un formato di testo non standard (noto come DolDoc) che supporta collegamenti ipertestuali, immagini e mesh 3D da incorporare in quelli che altrimenti sarebbero file ASCII standard. Questo, tra le altre cose, permette di avere codici sorgenti con un modello 3D rotante di un carro armato come commento al suo interno.
Potrebbe sembrare strano, ma le analisi tecniche sono più che sufficienti, e questo sottolinea le alte capacità di Davis come programmatore. Sfortunatamente, nel 2018 un treno lo investì ponendo fine alla sua vita.