La campagna di sviluppo dei pagamenti digitali, chiamata Super Cashback, sta forse per ricevere una decisa revisione. Infatti, sembra che negli ultimi giorni stiano circolando dei nuovi messaggi sull’app IO che preannunciano un controllo sulle transazioni. Se così fosse l’operazione rientrerebbe nell’ambito del tracciamento delle cosiddette micro-operazioni, ovvero piccoli pagamenti ripetuti spesso con lo stesso esercente.
Nel frattempo, tuttavia, l’adesione della popolazione italiana continua a crescere tanto che non è detto che i fondi stanziati siano sufficienti. Per la sperimentazione Natalizia erano stati predisposti circa 227 milioni di euro e 1,35 miliardi per i periodi successivi. Ad ogni modo, nel caso in cui la richiesta di rimborso complessiva superi le risorse messe a disposizione si procederà a una rimodulazione dell’importo spettante in maniera proporzionale.
L’operazione di sviluppo dei pagamenti digitali iniziata dal precedente governo Conte è in realtà suddivisa in due programmi. Il primo prevede il rimborso del 10% per ogni pagamento effettuato mediante carta di credito tramite un esercente fisico (sono esclusi i pagamenti online), fino ad un massimo di 150 euro per semestre. Ogni transazione è valida nei limiti di 150 euro, pertanto, pagamenti con importi superiori vedranno riconosciuti soltanto 15 euro.
Inoltre, tutte le transazioni concorrono alla definizione di una classifica nel secondo programma di rimborso: il Super Cashback. Ai primi 100.000 cittadini con il maggior numero di transazioni verrà riconosciuto un’ulteriore bonus di 1.500 euro. Infine, tutti gli scontrini emessi a seguito di un pagamento digitale possono concorrere nell’ulteriore iniziativa a premi definita “Lotteria degli Scontrini”.
È chiaro che però non essendoci un limite minimo per la validità di un’operazione possano esserci degli individui che collezionano gruppi di piccoli pagamenti invece che effettuarli con un’unica operazione. Ad esempio, anziché fare un rifornimento di carburante da 20 euro, farne quattro da 5 euro, aumentando quindi il numero di operazioni effettuate. Queste operazioni sono ovviamente da scoraggiare, in quanto alterano la classifica alla base del programma che porterà alla definizione dei primi 100.000 cittadini ai quali spetterà il premio.
Il messaggio dice: “Ciao! Stiamo effettuando delle verifiche su alcune transazioni anomale rilevate nell’ambito del Cashback: si tratta di transazioni ricorrenti di importo irrisorio, effettuate il numero elevato presso lo stesso esercente, lo stesso giorno e che, pertanto, appaiono non qualificabili come “acquisti” di beni o servizi, ai sensi del Programma.”
Il mittente sembra essere il ministero dell’economia ma non c’è ancora evidenza che l’operazione sia davvero partita dagli uffici centrali. Naturalmente, come già anticipato, sarebbe fatta per riportare liceità nella classifica generale e denunciare eventuali condotte abusive.
Inoltre, ai destinatari vengono lasciati sette giorni di tempo dal momento della ricezione del messaggio per un’eventuale contestazione delle operazioni sospette. In questo caso sarà compito del cittadino dimostrare la correttezza dell’operazione effettuata così da vederne l’accreditamento. Nel caso di mancata o invalida giustificazione il Ministero provvederà a stornare l’importo sia da quelli recuperabili nei limiti del 10% che da quelli conteggiati nella classifica finale.
La prima tranche del Cashback, dopo la sperimentazione di dicembre, giungerà al termine il 30 giugno 2021. Dopo questa data si verificheranno e si raccoglieranno le ultime operazioni con il conseguente ricalcolo della classifica finale del Super Cashback. Gli utenti riceveranno l’importo a loro spettante fino ad un massimo di 150 euro entro 60 giorni dal termine del programma. In modo similare avverrà l’erogazione del bonus per i vincitori del Super Cashback. La classifica sarà quindi azzerata per il secondo periodo di raccolta e cioè quello che va da luglio a dicembre. Lo stesso accadrà poi per l’ultimo intervallo temporale da gennaio a giugno 2022.
Nel frattempo, non ci rimane che attendere eventuali conferme o smentite di PagoPA, la società che gestisce i pagamenti digitali della Pubblica Amministrazione, relativamente alle verifiche sui micro-pagamenti del programma, ricordandoci di agire sempre nel rispetto delle regole.