La macchina di Turing

Storage 5D: l’archiviazione dei dati diventa immortale sul vetro

Malcom X affermava: “La storia è la memoria di un popolo, e senza una memoria, l’uomo è ridotto al rango di animale inferiore.” In una sola e breve frase è racchiuso lo scopo del lavoro dei ricercatori dell’università di Southampton. Il team inglese ha ideato Storage 5D, un microchip in vetro che rende immortale l’archiviazione dei dati.

Alle origini dell’informatica le schede perforate erano le responsabili della conservazione e del salvataggio dei dati. Gli anni ’50 videro la nascita del nastro magnetico che catalizzò il processo di creazione, memorizzazione e lettura, rivoluzionando l’industria audiovisiva. L’enorme evoluzione tecnologica ha accelerato la nascita di numerosi supporti di memorizzazione dei dati. Dalla seconda metà degli anni ’50 ad oggi ci sono stati hard disk, floppy disk, CD-ROM, DVD, chiavette USB e infine il cloud. Il fattore comune di tutte queste tecnologie è la loro labilità: un semplice blackout in un momento sbagliato potrebbe mandare in fumo miliardi di documenti! Il team dell’università di Southampton ha posto l’accento proprio su questo problema.

Evoluzione dei supporti per l’archiviazione dei dati. Fonte: Nexus Edizioni

Storage 5D rivoluziona l’archiviazione dei dati usando il vetro

Nel 2013 i ricercatori mossero i primi passi nell’ Optoelectronics Research Centre per garantire vita eterna alle informazioni. Oggi, dopo otto anni, il progetto ha finalmente presto vita. Il merito è dell’unione tra una speciale stampante laser e dei dischi in vetro. Grazie ad un fascio laser, infatti, un file di testo viene scritto in un chip di vetro.

Perché “Storage 5D” ? Il nome racchiude in sé la tecnologia alla base di tale invenzione. In ambito informatico con il termine storage si identificano tutti gli hardware e i supporti per la memorizzazione di grandi quantità di informazioni. In questo caso sono cinque gli elementi necessari per processo di archiviazione: le tre dimensioni dello spazio in cui è presente il chip di vetro più la polarità e l’intensità del fascio laser. I dati sono pertanto memorizzati in ben cinque dimensioni, ma in spazio equivalente ad una monetina.

Tecnologia e caratteristiche della “nuova memoria”

Alla base di tale scoperta ci sono: le caratteristiche del vetro, materiale altamente inerte da garantire così la durata e la stabilità delle informazioni all’interno contenute e le potenzialità del fascio laser proveniente dalla stampante. La stampante crea un fascio di luce pulsata altamente concentrata, il fascio laser arriva velocemente sul chip di vetro alterando la nanostruttura della disposizione degli atomi. Tale trasformazione permette la nascita di buchi straordinariamente piccoli, ed è in questi fori che può essere immagazzinata l’informazione. Ogni foro può contenere fino a 3 byte, per un totale di 360 Terabyte di memoria in un solo microchip.

Il microchip in vetro Storage 5D. Fonte: Tom’s Hardware

I ricercatori di Southampton hanno descritto dettagliatamente le caratteristiche del chip di vetro per confermare la stabilità di tale processo di archiviazione e memorizzazione. Il microchip può sostenere temperature da 1 °C a 190 °C e la sua durata di vita è di 13,8 miliardi di anni. La nostra memoria è in buone mani!

Il team dell’università di Southampton ha denominato tale scoperta “Superman memory cristal ” per richiamare simbolicamente le tecnologie usate nel film del supereroe. Inoltre ha concretizzato tale invenzione salvando quelli che possono essere considerati i simboli della storia umana: la Bibbia, la Magna Carta, la Dichiarazione universale dei diritti umani e l’Opticks di Newton. Enormi volumi, un numero elevatissime di pagine racchiuse in un un infinitesimo piccolissimo da oggi al sicuro. La memoria dell’intera vita dell’universo può essere racchiusa in un chip dalle dimensioni di una monetina.

Published by
Alessia de Musso