Spotter, l'app per il park sharing

Spotter, l'app per il park sharing

Ansia da parcheggio: quante volte l’avete provata? Soprattutto nelle grandi città la ricerca di un posto è un’ardua impresa, che spesso ci toglie molto tempo e forze. Quattro ragazzi italiani sembrano aver trovato una soluzione: Spotter.

A Milano si spende in media il 30% del tempo passato in auto per cercare parcheggio. Un dato molto significativo, che ha spinto i quattro giovani imprenditori a realizzare un’app che possa migliorare la qualità della vita e diminuire le spese di chi guida e incidere positivamente sull’ambiente.

Come funziona Spotter

Il meccanismo dietro l’applicazione è molto semplice: ogni volta che si sta per lasciare un parcheggio è possibile rendere disponibile l’informazione alla community. Si può specificare entro quanto tempo si lascerà libero il posto auto, che tipo di parcheggio è (libero, a pagamento, residenziale o riservato) e la sua dimensione (city car, SUV, e così via).

Come si evita la “corsa al parcheggio”? Chiunque voglia sapere dove si è liberato un posto dovrà acquistare l’informazione fornita dall’altro guidatore al costo di 2.5 seSterzi, la moneta dell’app. Una volta acquistata, chi l’ha venduta riceverà invece 2 euro nel suo portafogli in-app. I soldi accumulati potranno essere spesi a loro volta nella ricerca dei parcheggi (convertendoli in seSterzi), oppure ritirati sul proprio conto. Ogni seSterzo equivale ad 1 euro: ricaricando quindi il portafogli virtuale di 5 euro si avranno 5 seSterzi a disposizione.

Credits: ilfattoquotidiano.it
Credits: ilfattoquotidiano.it

Il guadagno per chi vende il proprio parcheggio non è solo di 2 euro: ogni volta che si condivide il proprio posto libero si otterrà un sPoint. Anche i seSterzi possono essere condivisi in sPoints. Questi possono essere utilizzati per riscattare dei premi, da scegliere tra buoni Amazon o Gift card di diverso tipo (Ikea, Feltrinelli, Trenitalia, Flixbus per citarne alcune).

La community di Spotter

Affinché ci siano effettivi vantaggi c’è bisogno che si costruisca una community solida dietro l’applicazione. Il meccanismo di rewarding è interessante e potrebbe effettivamente essere un motivo che spingerà le persone ad iscriversi. Ma oltre ad esso c’è anche il social rating all’interno della community, che va a premiare gli automobilisti che condividono di più e che rispettano le regole di utilizzo.

I giovani imprenditori dietro Spotters. Credits: ansa.it
I giovani imprenditori dietro Spotters. Credits: ansa.it

Un rating basso potrebbe, in alcuni casi, portare al ban dell’utente. I comportamenti scorretti esistono per entrambe le parti: nel caso di chi lascia il parcheggio, qualche furbetto potrebbe vendere l’informazione e poi andarsene senza aspettare che arrivi l’acquirente, rischiando quindi che un’altra macchina di passaggio arrivi prima di lui e parcheggi al suo posto. Al contrario, chi ha acquistato il posto è tenuto a presentarsi all’orario indicato dall’altro automobilista, in modo da non fargli perdere tempo.

L’app al momento è disponibile soltanto per Milano, ma in caso di riscontro positivo si sposterà anche a Roma e successivamente nelle altre grandi città.