Ecco il display olografico Sony. Sarà una rivoluzione?
Conosciuta principalmente per i suoi beni di consumo, Sony ha appena annunciato un nuovo display olografico 3D da 5.000 dollari. L’azienda, con il suo nuovo prodotto Spatial Reality Display, si rivolge ai professionisti creativi che lavorano in campi come la computer grafica e gli effetti visivi per i film. Fondamentalmente è un modo per gli artisti di visualizzare le loro creazioni 3D senza dover indossare un visore VR, attraverso uno schermo che ricorda l’Amazon Echo Show. Secondo l’azienda, il display crea un “ambiente virtuale altamente realistico”.
Sony non è la prima, ma l’innovazione c’è!
L’azienda non è la prima a offrire questo tipo di tecnologia al pubblico (seppur estremamente di nicchia). Fino ad oggi lo schermo olografico più conosciuto era il The Looking Glass, prodotto dall’omonima azienda Looking Glass, ma a differenza dell’enorme schermo 8K, il prodotto Sony è in realtà progettato per un singolo utente, in particolare come schermo per il proprio PC desktop.
Il grande elemento di differenziazione tra lo Spatial Reality Display e il the Looking Glass è l’inclusione di un sensore che determina la posizione da cui l’utente osserva lo schermo. Il prodotto, infatti, modifica l’immagine in pochi millisecondi regolandola in base all’angolazione di visione dell’utente (calcolando la distanza in verticale, orizzontale e profondità dell’osservatore).
Lo schermo era già stato mostrato al CES di quest’anno, offrendo al pubblico una demo del rendering dell’auto Ecto-1 tratta dal prossimo film di Ghostbusters: Afterlife. Per la realizzazione del display, infatti, Sony ha collaborato con lo studio cinematografico Ghost Corps (che sta alle spalle della nuova pellicola sugli “acchiappa-fantasmi”) e con ingegneri della Volkswagen.
Le impressioni di chi lo ha provato e qualche specifica
Sean Hollister, giornalista per The Verge, è riuscito a farsi recapitare un Sony Spatial Reality Display per provarlo e recensirlo. Secondo le sue parole, sebbene le demo di Sony fossero piuttosto impressionanti, l’illusione olografica sarebbe facile da rompere, infatti “se ti inclini troppo, da qualsiasi lato, la fotocamera di Sony non può seguirti e l’effetto 3D scompare”. L’effetto tridimensionale è sparito anche quando sua moglie ha provato ad avvicinarsi allo schermo (evidentemente il dispositivo ha regolato l’immagine in base alla posizione di visione della donna). Sony si giustifica dicendo che il dispositivo è pensato per un osservatore alla volta. Per concludere, Hollister dichiara:
Confrontando il display Sony con uno tradizionale 2D, le specifiche del primo non sono esattamente strabilianti: 500 nits di luminosità massima e un rapporto di contrasto di 1.400:1. Buona la copertura dei colori Adobe RGB, che è di circa il 100%. Sony è fiduciosa che gli utenti rimarranno a bocca aperta quando vedranno di persona gli effetti 3D. L'unità ha anche un sistema audio 2.1 e può essere accoppiata con accessori opzionali come il controller gestuale Leap Motion. Ma quali sono le specifiche per utilizzare lo schermo e creare contenuti 3D? Sicuramente un pc molto potente, che abbia Windows e che sia corredato da Unity o Unreal Engine. Il supporto per Mac non è previsto al day-one, ma arriverà molto presto. Se volete acquistare il display vi basta andare sul sito di Sony.
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