Social media vietati a minori di 16 anni: la prima legge al mondo lascia gli adolescenti in shock
La proposta di legge che sta facendo discutere: in questo paese vogliono vietare i social ai minori di 16 anni.
L’adolescenza è un periodo complicato, no? È quel mix di caos, emozioni forti e voglia di scoprire il mondo. Negli ultimi anni, però, questo “mondo” è diventato sempre più digitale, con i social media che ormai fanno parte della vita quotidiana di quasi tutti. Per i ragazzi, sono uno spazio dove esprimersi, condividere, magari anche sfogarsi, ma possono anche diventare una fonte di problemi non da poco.
Pensa a piattaforme come Instagram, TikTok o Snapchat. Sono praticamente il “luogo” dove i più giovani passano ore ogni giorno. Pubblicano foto, seguono influencer, commentano, e scrollano all’infinito. Ma queste piattaforme, che sembrano così divertenti e innocue, possono trasformarsi in un campo minato emotivo.
E poi c’è tutto il discorso del cyberbullismo. Non è una novità, purtroppo. Messaggi cattivi, prese in giro, video che girano senza consenso… il mondo online può essere crudele. È un problema che non si può più ignorare. Molti genitori e esperti si stanno chiedendo: “Ma stiamo facendo abbastanza per proteggere i ragazzi da queste situazioni?”. Forse no.
Tutto questo fa venire un dubbio: ma i social sono davvero adatti ai ragazzini? E se non lo fossero, chi dovrebbe intervenire? Da un lato, ci sono le piattaforme che mettono limiti d’età (sulla carta, almeno). Dall’altro, però, c’è la realtà: basta inserire una data di nascita a caso, e hop, il gioco è fatto.
Una legge che divide
C’è un paese in cui ha fatto discutere la proposta di una legge che vieta i social ai minori di 16 anni. Non tutti, però, la vedono allo stesso modo. Gli adolescenti, tanto per cominciare, non sono affatto contenti. Molti si sentono privati di uno spazio che ormai considerano parte della loro vita. “Ma è la nostra libertà!”, dicono. Anche molti esperti si sono divisi: alcuni applaudono l’iniziativa, mentre altri la trovano un po’ esagerata.
Ad ogni modo, il resto del mondo guarda con interesse. Se questo paese riuscirà a mettere in pratica questa legge entro l’anno, sarà un esempio forte per tutti. E magari, chissà, anche altri Paesi potrebbero seguire questa strada. Ma è chiaro che una decisione del genere solleva una domanda: dove finisce la libertà digitale e inizia la tutela necessaria dei più giovani?
L’Australia prende una posizione forte
Il tutto è partito dall’Australia. Il primo ministro, Anthony Albanese, ha fatto un annuncio che ha lasciato tutti a bocca aperta: una legge rivoluzionaria per vietare l’accesso ai social ai minori di 16 anni. Non si tratta solo di un divieto scritto su carta, ma di un sistema che punta a migliorare i controlli, magari usando anche tecnologie avanzate, tipo la biometria. Insomma, roba seria.
Se davvero verrà approvata, questa norma cambierà parecchio le carte in tavola. Soprattutto perché, fino ad ora, i limiti di età sulle piattaforme sono stati più un consiglio che una regola vera e propria. Qui, invece, parliamo di una legge che non lascia spazio a scorciatoie.