L’istituto italiano di tecnologia sta mettendo a punto un’intelligenza artificiale in possesso di “sintonia sociale”. Un’IA in grado di replicare il comportamento umano in ogni sua sfumatura e, soprattutto, imprevedibilità. Il progetto nasce da una ricerca condotta da Agnieszka Wykowska intitolata “Social cognition in human-robot interaction” (Cognizione sociale nell’interazione uomo-robot), che analizza l’interazione tra umano e macchina per migliorare la consapevolezza, da parte del robot, delle emozioni umane.
Dalla ricerca è nato un progetto vero e proprio chiamato Instance – Intentional Stance for social attunement, che si focalizza proprio sull’abilità di comprendere e prevedere il comportamento altrui. Questa capacità è innata nell’uomo; l’obiettivo è di trasferire l’abilità anche nel robot.
La ricerca e gli sviluppi nel mondo della robotica hanno fatto passi da gigante negli ultimi tempi. Le ultime notizie ci raccontano di robot che prendono consapevolezza del proprio corpo e di intelligenze artificiali che sembrano avere coscienza di sé. Anche l’Istituto Italiano di Tecnologia sta conducendo ricerche in questo campo, e l’ultima si focalizza sul creare un’IA in grado di comprendere il comportamento umano.
Gli esseri umani provano una quantità enorme di emozioni e le sfumature sono infinite. Un robot, pur “comprendendo” il significato di esse, non è in grado di predirle durante un discorso. In un esempio riportato nella ricerca si parla di anticipare le azioni di una persona in base a ciò che sta facendo in quel momento. Quando qualcuno allunga una mano verso un bicchiere d’acqua, d’istinto capiamo subito che lo sta facendo perché ha sete. Comprendiamo la sua volontà e il suo bisogno dietro l’azione, che è quello di dissetarsi.
L’IIT si basa sul Design Stance per sviluppare la sua intelligenza artificiale. Il termine è una delle astrazioni coniate dal filosofo Daniel Dennett per indicare il comportamento di un’entità in termini di proprietà mentali. Nel suo lavoro il filosofo individua l’essere che compirà dell’azione; le volontà dell’agente; i suoi desideri e necessità. Definite queste variabili, è possibile prevedere l’azione che verrà svolta.
Il progetto dell’Istituto Italiano di Tecnologia si basa sull’idea, sempre definita da Dennett, per cui il “sistema” che compie l’azione non può avere malfunzionamenti e che le sue azioni dipendono in maniera intrinseca dalle sue caratteristiche fisiche e mentali. Si tratta di un primo passo verso la comprensione della natura delle azioni e, in seguito, delle loro ragioni.
L’IIT ha all’attivo diversi laboratori per testare e perfezionare le risposte dell’IA sulla base del comportamento umano. Il centro operativo è a Genova, e le attività sono aperte a tutti su richiesta. Le ricerche sfruttano il robot iCub, conosciuto anche nella sua versione volante come iRonCub. Il robot viene usato dall’istituto per diversi scopi, modificato a partire dalla sua versione base a seconda delle esigenze. iCub è open-source, sia per quanto riguarda il software che l’hardware.
Ma gli esseri umani sono pronti per avere interazioni sociali coi robot? Questa è la domanda che si pongono i ricercatori dell’IIT. Se da una parte l’IA sta migliorando nel prevedere il comportamento umano, si può dire lo stesso degli esseri umani? D’altronde, come sostengono i ricercatori, le azioni di un robot assumono significato solo quando siamo noi a darglielo. Se una macchina puntasse il dito verso una direzione, saremmo in grado di cogliere le sue volontà?
La sintonia sociale non è a senso unico: nel momento in cui l’IA sarà in grado di comprendere i nostri desideri, dovremo essere pronti anche noi a farlo. Questo è l’obiettivo centrale della ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia: lavorare di pari passo con umani e robot per creare intesa e consapevolezza reciproche.