Mainframe vs Cloud: vinceranno la sfida a colpi di MIPS?
Nell’informatica la sfida con le nuove tecnologie come il cloud è sempre centrale, ma c’è un protagonista del passato che continua a rimanere sulle scene: il mainframe. Chiunque abbia un po’ di dimestichezza con la terminologia informatica avrà sentito parlare di questi computer e chi è vissuto a cavallo tra gli anni 70 e gli anni 90 se li ricorderà per la loro enorme grandezza. Ma oggi cos’è un mainframe? Sono davvero una tecnologia del passato che andrà presto nel dimenticatoio?
Un tuffo nel passato
Il 7 Aprile 1964 venne rilasciato il primo mainframe come oggi lo intendiamo: l’IBM System/360, una famiglia di calcolatori che hanno segnato la storia dell’evoluzione del computer moderno. I primi mainframe erano particolarmente ingombranti e la potenza computazionale era paragonabile a quella di una calcolatrice odierna. Nonostante ciò furono rivoluzionari per quel periodo storico e da quei primi computer è avvenuta la trasformazione verso l’attuale era digitale.
Ad ogni modo, la tecnologia dei mainframe è stata messa a dura prova innumerevoli volte con l’avvento di nuovi sistemi. Negli anni 90 l’introduzione di Internet, accanto al massiccio sviluppo di Personal Computer più compatti e dotati di discrete capacità di calcolo, fu un primo tassello nella battaglia contro i mainframe. Alcuni arrivarono addirittura a ipotizzare la fine del loro utilizzo nel 1996 ma così non fu.
Infatti, IBM continuò ad incrementare da un lato la potenza di calcolo dei suoi sistemi, dall’altro l’integrazione con nuove tecnologie e ambienti diversi. L’ultima novità, in termini temporali, è senza dubbio la rivoluzione del cloud che sta tentando di cambiare il modo di pensare l’elaborazione di informazioni. Ciononostante i mainframe rappresentano ancora una grande fetta dei sistemi aziendali per diverse ragioni, alcune di natura storica ed economica, altre di natura strategica.
Mainframe o cloud: perchè sceglierlo
Le ricerche in ambito finanziario stimano che novantasei delle banche mondiali, nella classifica delle top 100, si basino ancora su una architettura di tipo mainframe. Come mai? Perché sono sistemi estremamente affidabili, scalabili e personalizzabili. Inoltre, è bene ricordare che molti dei programmi realizzati negli anni 80 e 90, possono ancora essere eseguiti nei sistemi moderni. IBM, infatti, ha mantenuto un approccio decisamente anticonformista garantendo la piena compatibilità della programmazione in COBOL, il linguaggio principe in questi sistemi. Una integrazione con le applicazioni legacy che perdura da oltre 50 anni e che ha dell’unico nel panorama estremamente effimero dell’informatica.
Tuttavia, accanto al COBOL i mainframe si sono aperti a mille altre nuove tecnologie, integrando in modo efficace Linux, Java, Docker, MongoDB, le blockchain e l’accesso all’infrastruttura in cloud. Per questo risultano estremamente flessibili ed adattabili ad ogni esigenza d’impresa perché da un lato consentono di continuare a far funzionare la quasi totalità delle applicazioni storiche senza grandi modifiche, mentre dall’altro consentono lo sviluppo verso altri canali ancora inesplorati.
La sicurezza è di casa
In tempi così incerti le aziende vogliono mantenere sicuri i propri dati e protette le proprie applicazioni sviluppate internamente. Secondo una recente analisi di Solitaire Interglobal, i mainframe richiedono sforzi, in termini di forza lavoro, minori del 69% per garantire lo stesso livello di sicurezza ottenuto con altre tecnologie. Allo stesso modo, però, sono otto volte più sicuri rispetto ad altri approcci, come ad esempio il cloud. Inoltre, la possibilità di lavorare con i dati in locale senza far accessi alla rete e usando immediatamente co-processori crittografici ne accrescono le grandi potenzialità.
Ma la sicurezza si valuta anche sotto altri punti di vista: infatti, i mainframe sono estremamente ridondati così che sia quasi impossibile portarli off-line. C’è da aggiungere anche vantaggi in termini di disponibilità, ovvero la capacità del sistema di far fronte alle richieste, che oggigiorno è pari al 99,999%. IBM ha investito molto nella affidabilità facendoli diventare in assoluto i migliori della categoria: i moderni sistemi Z, sono pensati per lavorare senza praticamente nessuno guasto per circa 40 anni, ininterrottamente. Numeri che destano stupore ma che danno un’immagine di grande solidità, affiancata alla possibilità di sviluppo di nuove strategie.
In sostanza, questi giganti del passato continuano a rimanere centrali nelle nostre vite e praticamente ognuno di noi ci avrà avuto a che fare almeno una volta. Infatti, dietro la veste colorata di un internet banking, dietro gli ATM, i POS o i programmi di anagrafe si nascondono i mainframe. Ogni giorno lavorano in modo affidabile, macinando miliardi di operazioni e transazioni. Garantiscono l’operatività ordinaria in ogni contesto e si trasformano in base alle nuove richieste dei clienti e delle imprese. Chissà se ci ritroveremo ancora fra qualche anno a parlare di loro o se saranno davvero surclassati da qualcos’altro, magari ancora non inventato.