Scatola nera, lo specchietto per allodole ha funzionato | Il trucco c’è ma te ne accorgi a contratto siglato, ti fregano per 2 anni
Gli sconti della scatola nera? Una trappola ben congegnata sulla quale si è deciso finalmente di intervenire.
Negli ultimi anni, la tecnologia è diventata sinonimo di progresso e risparmio. È difficile non lasciarsi incantare da offerte che promettono di alleggerire il portafoglio, soprattutto quando si parla di assicurazioni auto. Una delle trovate più pubblicizzate è stata la famosa scatola nera. Ti installano un dispositivo in auto, monitorano come guidi e, se sei bravo, ti premiano con uno sconto. Bello, no? Sì, sulla carta.
L’idea suona semplice: la compagnia ti controlla e se sei un guidatore prudente, paghi meno. Quasi un gioco: tu fai il bravo e loro ti premiano. Ma come spesso accade, quando si entra nei dettagli, si scopre che c’è una fregatura dietro l’angolo. E il problema vero è che non te ne accorgi subito. Firmi, ti senti furbo perché hai strappato lo sconto, e solo dopo ti rendi conto di essere intrappolato.
La cosa più paradossale? Quella che doveva essere una libertà in più si trasforma in un vincolo. Scegli una compagnia oggi e, grazie a qualche clausola nascosta, potresti ritrovarti bloccato con loro per anni. Insomma, la mobilità tra assicurazioni, che dovrebbe essere la norma, diventa un miraggio. L’automobilista si ritrova stretto tra le maglie di contratti troppo complicati per essere chiari.
Più la tecnologia avanza, più i contratti diventano macchinosi. Ed è proprio qui che casca l’asino. Più è difficile capire tutte le clausole e i cavilli, più è facile che l’automobilista finisca fregato. È la classica situazione in cui pensi di aver risparmiato e invece… stai pagando di più, solo che non te ne rendi conto subito.
Si prova a sistemare il casino
Finalmente qualcuno si è accorto che qualcosa non va. Il governo ha deciso di mettere mano alla situazione con la nuova Legge Concorrenza 2023. L’obiettivo? Dare una spallata agli abusi delle compagnie. Ad esempio, ora è vietato inserire clausole che ti obbligano a pagare per disinstallare la scatola nera alla scadenza del contratto. Finalmente, se vuoi cambiare compagnia, puoi farlo senza costi extra.
Non solo: se le compagnie ti ostacolano con queste clausole-trappola, quelle condizioni sono nulle. Inoltre, puoi chiedere i dati raccolti dalla scatola nera e averli gratis in un formato leggibile. Una piccola vittoria per chi vuole mantenere il controllo dei propri dati e delle proprie scelte.
Ma il problema è più grosso di così
Però, diciamocelo, questa legge è solo una pezza su un sistema che fa acqua da tutte le parti. La scatola nera, pensata per aiutare gli automobilisti, ha finito per bloccare la concorrenza. I dati raccolti rimangono nella compagnia e non possono essere trasferiti facilmente. Così, se vuoi cambiare assicurazione, rischi di perdere tutti i vantaggi accumulati. Un bel pasticcio, no?
Quello che serve davvero è una riforma più radicale. Una legge che rimetta l’automobilista al centro del sistema. Perché, alla fine, la scatola nera doveva essere un modo per risparmiare e premiare i virtuosi. Invece, si è trasformata in una gabbia tecnologica. Forse, piuttosto che aggiustare questo sistema storto, sarebbe meglio buttarlo giù e ricominciare da capo.