A cura di Silvia Sanna.
Dal 1796 i vaccini hanno rivestito una notevole importanza nella nostra vita. Nonostante gli ultimi dibattiti sociali sulla sicurezza di questi è conosciutissimo il successo dei vaccini contro alcune malattie importanti: prima fra tutte il vaiolo. Il primo vaccino fu scoperto da Edward Jenner nel 1796 e grazie a questo si poté salvare un ragazzo e successivamente migliaia di persone. Dopo il vaiolo nella medicina si iniziò a cercare un vaccino per ogni tipo di malattia virale con notevoli successi, preservandoci da epidemie molto gravi.
Da circa una decina di anni nella medicina si sta incorporando poco alla volta l’intelligenza artificiale: operazioni chirurgiche e diagnosi la fanno da padrona per operare con più sicurezze e aiutare i medici nella diagnosi. Ora una grandissima svolta è arrivata anche nel campo dei vaccini grazie all’algoritmo SAM (Search Algorithm for Ligands), il cui nome deriva dall’attività svolta: ricerca di tutti i possibili composti per una buona medicina, in ambito scientifico anche nota come legante.
La prevenzione verso lo sviluppo e diffusione di alcune malattie, nonché le cure sono da sempre un ambito di ricerca molto interessante e attuato da molte università, ospedali ed enti privati.
Il progetto SAM nasce in Australia nel 2002 dalla società per la ricerca biotecnologica, Vaxine. L’obiettivo era trovare soluzioni contro l’influenza stagionale e pandemia, epatite B, encefalite giapponese, virus del Nilo, malaria, rabbia e allergie.
Il gruppo di ricerca guidato da Nicolai Petrovsky, professore presso la Flinders University in Sud Australia, ha mostrato al programma un gruppo di sequenze chimiche in grado di attivare il sistema immunitario e altre che non lo attivino. Le sequenze usate per addestrarlo sono farmaci già scoperti. Con questa attività SAM è in grado di distinguere un farmaco da un’altra sostanza.
La parte interessante della ricerca sta nell’aver successivamente generato un algoritmo in grado di creare dei nuovi composti chimici non ancora scoperti. Grazie a un database di tutte le sostanze chimiche fin ora scoperte, “il chimico sintetico” è in grado di generare nuovi composti chimici, anche tra quelli non ancora scoperti. Successivamente verrà dato a SAM il codice genetico di questo nuovo composto per decrittare se il potenziale virus non ancora scoperto sia nocivo per l’uomo. Attualmente non sono note fonti dettagliate sugli algoritmi usati e sui metodi.
Nel caso in cui il virus possa essere nocivo la ricerca procederà sulla scoperta dello sviluppo di tale virus, condizioni ambientali e soprattutto la creazione di un vaccino. Secondo alcune fonti (non del tutto attendibili) potrebbe essere la collaborazione di entrambi gli algoritmi a trovare un vaccino. Dopo una serie di test preclinici sul risultato ottenuto da SAM, l’ultimo test sarà svolto a breve su 240 soggetti statunitensi volontari.
Lo studio finale durerà circa un anno ma alla fine si potrà stabilire l’efficacia del vaccino scoperto dall’intelligenza artificiale ma soprattutto se l’intelligenza artificiale potrà veramente poco alla volta sostituire l’uomo anche nella medicina. A tale punto si apre sempre un dibattito etico sul ruolo dell’IA nell’era moderna, sulla sua necessità e sulla sua evoluzione.