Coach VR (Depositphotos foto) - www.systemscue.it
Il 73% dei partecipanti promuove il coach VR come valida alternativa ai trainer umani per la respirazione consapevole a casa.
Negli ultimi tempi si sente parlare sempre più spesso di respirazione consapevole, una pratica semplice ma potente per gestire lo stress e migliorare il benessere generale. Tradizionalmente, questi esercizi vengono svolti sotto la guida di un coach esperto, qualcuno che ti accompagna passo dopo passo, aiutandoti a prendere coscienza del respiro e delle sensazioni corporee. Tuttavia, non è sempre facile trovare il tempo (o i soldi) per seguire sessioni con un professionista, soprattutto se si ha una vita frenetica.
Con la pandemia di Covid-19, poi, la situazione è diventata ancora più complessa. Non solo per le difficoltà legate agli spostamenti, ma anche perché molte persone si sono trovate a dover affrontare nuovi livelli di ansia e depressione. In questo scenario, le soluzioni digitali hanno preso piede: dalle app per la meditazione ai programmi online di gestione dello stress, fino ad arrivare a tecnologie più avanzate come la realtà virtuale (VR). Ma può davvero un coach virtuale sostituire l’interazione con una persona reale?
La domanda è lecita. Fino a pochi anni fa, l’idea di affidarsi a un’intelligenza artificiale per qualcosa di così “umano” come la gestione delle emozioni sembrava assurda. Tuttavia, con i progressi tecnologici, la linea di confine tra reale e virtuale si sta facendo sempre più sottile. Le esperienze guidate da sistemi VR sono sempre più realistiche e coinvolgenti, al punto che ci si chiede se possano essere altrettanto efficaci quanto un vero professionista.
Un altro punto importante riguarda l’accessibilità. Non tutti possono permettersi un coach personale, e anche chi potrebbe, magari, non ha il tempo di inserire queste sessioni nella propria routine. Ecco perché l’idea di poter seguire esercizi di respirazione comodamente da casa, con il supporto di un coach virtuale, sta suscitando sempre più interesse. Ma… funziona davvero?
A quanto pare, sì. Uno studio condotto dall’Università di Aston, pubblicato il 30 gennaio 2025, ha dimostrato che un coach VR può essere efficace tanto quanto un allenatore in carne e ossa nel guidare esercizi di respirazione. I ricercatori hanno creato un sistema online in cui un coach virtuale – con un aspetto e una voce umani – accompagna l’utente attraverso esercizi di respirazione, mostrando i movimenti del petto e della testa per indicare quando inspirare, trattenere ed espirare.
Il test ha coinvolto 20 volontari, ai quali è stato chiesto di compilare un questionario dopo le sessioni. I risultati? Davvero interessanti: il 73% dei partecipanti ha trovato il coach virtuale piacevole e affidabile, mentre il 76% ha dichiarato che il sistema era facile da usare. Ma la cosa più sorprendente è che il 60% degli intervistati ha detto che continuerebbe volentieri a utilizzare questa tecnologia in futuro. Insomma, sembra proprio che le persone non solo si sentano a proprio agio con un istruttore virtuale, ma ne riconoscano anche l’utilità.
Nonostante questi risultati promettenti, i ricercatori ammettono che l’esperienza offerta dal sistema desktop non è ancora perfetta. Il livello di immersione, infatti, è limitato, e questo potrebbe influire sulla capacità di raggiungere uno stato di completo rilassamento. Però, con l’avanzare della tecnologia e la diffusione di dispositivi VR più sofisticati, il team di ricerca sta già pensando di testare il coach virtuale con tecnologie 3D immersive in studi futuri.
Il dottor Ulysses Bernardet, che ha guidato la ricerca, ha spiegato che “le persone sono disposte a sostituire un coach reale con uno virtuale, soprattutto considerando i costi elevati e la scarsa disponibilità di professionisti qualificati”. La sua collega, la professoressa Aniko Ekart, ha aggiunto che il futuro delle tecnologie VR è pieno di potenziale: da una parte ci sono sfide tecniche ed etiche da affrontare, dall’altra l’opportunità di rendere l’interazione tra uomo e macchina sempre più naturale e fluida. E chissà, magari tra qualche anno il confine tra coach umano e virtuale sarà praticamente impercettibile.