Grazie anche alla pandemia li conosciamo tutti e abbiamo cominciato ad usarli sempre più frequentemente come sistemi “touchless” per mostrare informazioni. Visualizzare menù, fornire nuove opzioni ai consumatori e nell’ottica di una più ampia digitalizzazione di servizi diversi abbiamo usato questi strumenti. Oltre al risparmio di materiale cartaceo, il loro obiettivo era soprattutto l’igiene. Ma come si sono evoluti oggi i QR (Quick Response) code, come è possibile che ve ne siano di animati e come potrebbero funzionare?
La scorsa settimana lo youtuber Zack Freedman ha twittato una GIF di repeated failure che è diventata virale. Si tratta di alcuni frame del video musicale della famosa Never Gonna Give You Up di Rick Astley.
La canzone è molto nota al popolo di internet e sia il testo che lo stesso video è stato spesso utilizzato – anche da malintenzionati – per trollare le compagnie hackerate. Vi invitiamo a provare personalmente, perchè la GIF ha una particolarità, non è solo un codice a barre artistico ma funziona a tutti gli effetti come un QR code.
Basterà inquadrarla con la fotocamera o con un apposito lettore di codici QR; dopodiché si aprirà la pagina del video ufficiale di Never gonna give you up su YouTube. In rete esistono tool online come quelli creati da QR4 e Jeroen Steeman in grado di creare QR code animati personalizzati.
La nascita dei codici a barre può essere ricondotta agli anni cinquanta grazie a due studenti della Drexel university negli Stati Uniti, i quali brevettarono un semplice sistema di catalogazione e reperimento dati dei prodotti. Strumenti per mascherare e crittografare informazioni si sono evoluti nel corso degli anni fino ad arrivare al 1994 quando la compagnia giapponese automotive Denso Wave brevettò il QR code e si curò della sua evoluzione.
Secondo la definizione esso è un codice a barre in due dimensioni. Al contrario di quello unidimensionale che supporta un massimo volume di dati pari a 85 caratteri di testo, quelli bidimensionali possono memorizzare tipi differenti di informazioni e hanno al loro interno vari meccanismi di controllo e correzione degli errori.
I codici a barre in due dimensioni, come suggerisce il nome, possono memorizzare dati sull’intera matrice anziché su una singola riga (caso unidimensionale). Ogni parte del QR code presente su di essa ha un significato e un ruolo ben preciso da svolgere, con la sezione relativa ai contenuti che è solo una frazione della sua interezza.
I meccanismi di controllo e correzione degli errori sono utili nel senso che, qualora parti del QR code fossero tagliate o corrotte, si potrebbe comunque continuare a scansionare correttamente il suo contenuto.
È questo che permette agli sviluppatori di diventare creativi: riuscendo ad immagazzinare contenuti funzionali (come URL o altri tipi di dati) in piccole porzioni dell’intera matrice, lasciando spazio che servirà essenzialmente come una tela vuota per immagini artistiche. Nel caso della GIF di Freedman sembra che ogni frame cambi completamente il QR code, con i pixel che si riorganizzano volta per volta.
Il tech Blogger BenBE ha spiegato il motivo del funzionamento:
In realtà ci sono suddivisioni di 3×3 pixel per ciascuno dei pixel di grandi dimensioni. L’elaborazione si preoccupa solo dei pixel centrali, quindi è lì che si trovano i dati.
Per ogni quadratino nel QR code di Never Gonna Give You Up lo scanner guarda solo al centro di ciascuno di questi (che comprendono 3×3 o 9 pixel in totale). All’interno di questi pixel si archivia la parte del contenuto del codice a barre (l’URL di YouTube), mentre il resto dei pixel, come detto prima, funge da tela bianca per l’animazione.
Per ottenere un QR code animato abbastanza complesso, come quello del video di Rick Astley bisogna contattare design studio specializzati. In ogni caso è possibile aggiungere ad un QR code statico delle animazioni tramite siti come il già citato QR4 che è un servizio gratuito e offre opzioni di base per creare codici univoci.
Oppure si può usare il generatore QRpicture, il cui codice sorgente è disponibile su GitHUb.
Il generatore consente di creare QR code completamente funzionali che assomigliano il più possibile a immagini reali e persino di animarli a piacimento.
Articolo a cura di Antonio Aversano