Automazione

Il primo incidente mortale dell’auto intelligente

Per la prima volta nella storia delle macchine a guida autonoma, c’è stato un incidente mortale. La vittima è Joshua Brown, 40 anni, mentre era a bordo della Tesla Model S.

La dinamica

Mentre la vettura viaggiava in autostrada, con l’autopilota inserito, un camion nell’altra corsia ha svoltato a sinistra, passando davanti all’auto Tesla. Né il pilota automatico, né il pilota umano si sono accorti del mezzo, in quanto il rimorchio del camion, di colore bianco, si confondeva con il cielo. Così la macchina ha colpito il rimorchio e ci è passata sotto e dopo qualche metro è uscita di strada, fino ad andare contro a una staccionata.

L’autopilota

La Tesla Model S è dotata di un autopilota ancora in fase sperimentale, che rende la vettura semi-autonoma. Questo significa che chi è alla guida della vettura può concedersi un po’ di riposo, ma deve costantemente mantenere l’attenzione per prevenire eventuali errori del sistema intelligente.
L’errore della macchina c’è stato, in particolare non è riuscita a “vedere” il camion tramite la telecamera frontale, e non lo ha individuato neanche attraverso il radar e i sensori ad ultrasuoni.

Il pilota

Come ribadisce Tesla, l’autopilota è una funzione di assistenza e non sostituisce in alcun modo il pilota, che deve stare costantemente all’erta. Purtroppo sembra che l’incaricato di testare la vettura quel giorno si era affidato completamente al sistema di guida. Da ciò che dice il conducente del camion sembra addirittura che il pilota si fosse deconcentrato guardando un film, anche se all’arrivo della polizia né il computer né il lettore DVD erano in funzione.

 

Il punto di vista di Tesla

Accusati di aver nascosto l’incidente per allarmare gli azionisti, quelli di Tesla spiegano che erano in attesa di maggiori spiegazioni da parte di organi competenti. Dopodiché, circa una settimana fa, hanno pubblicato un articolo dove mostrano la loro tristezza per la morte del collega e dove spiegano il loro punto di vista.

Questo è il primo incidente mortale dopo oltre 130 milioni di miglia percorse con l’autopilota attivo. Considerando tutti i veicoli negli Stati Uniti, in media c’è un incidente fatale ogni 94 milioni miglia. In tutto il mondo la media si abbassa a una morte ogni 60 milioni di miglia.

Cercano poi di tranquillizzare i lettori: ciò che ha causato l’incidente è stato una estremamente rara combinazione di eventi. Anche a velocità elevate il sistema di sicurezza solitamente riesce ad evitare danni seri, come è successo in numerose altre occasioni.

 

In conclusione, possiamo fidarci oppure no di queste vetture a guida autonoma?
Tesla ripete e ricorda a tutti i conducenti che non si devono affidare completamente al pilota automatico. Dopotutto questo è ancora in fase di perfezionamento e presenta numerosi problemi, tra cui a volte fatica ad accorgersi di ostacoli fermi, che solitamente non si trovano in mezzo alla carreggiata. Come nel caso del video sotto, pubblicato da una dipendente di Tesla, dove la vettura a guida autonoma si accorge troppo tardi del furgone fermo in mezzo alla strada, senza riuscire ad evitare l’impatto.

Questo incidente, come quello della Google Car di pochi mesi fa, ci offre spunti di riflessione sul futuro delle vetture autonome.
Possiamo fidarci di queste auto?
La risposta giusta è probabilmente per ora no, anche se molto presto la risposta potrebbe essere differente, dato l’impegno che numerose multinazionali stanno mettendo in questo progetto. Ma la cosa importante da ricordare, che anche Google e Tesla spiegano, è che è vero che i piloti automatici non sono ancora in grado di evitare gli incidenti, tuttavia sono molto più bravi di noi nel farlo.

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Alessandro Luppi