Trentacinque anni dal primo ‘ping’ italiano, si festeggia l’ingresso in Internet

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Era il 30 aprile 1986 quando il gruppo di lavoro del CNR guidato da Stefano Trumpy aveva lanciato il primo ping segnando di fatto l’ingresso dell’Italia in Internet. In quella giornata, seppur con le preoccupazioni date dai gravi accadimenti di Chernobyl, a Pisa si stava facendo la storia. Un lavoro, al tempo, quasi d’avanguardia dato che il nostro paese fu uno dei primi a collegarsi attivamente alla rete. Grazie all’instancabile lavoro fra gli altri di Luciano Lenzini, architetto del progetto, quella prima connessione arrivò in Pennsylvania, alla stazione di Roaring Creek.

Un passo nella storia

Avrebbe dovuto essere una rete per collegare le basi militari statunitensi per favorire la collaborazione e ampliare la ricerca l’originaria Internet, all’ora ARPANET. Nel 1969 in America i ricercatori erano riusciti a collegare con successo i primi due computer tramite una rete telefonica tradizionale e l’uso di Telnet. Da quel momento lo sviluppo di ARPANET fu incontrollabile e in poco tempo ci si accorse delle enormi potenzialità non solo in ambito militare.

Così nel giro di meno di un decennio da pochi grandi elaboratori connessi nel ’70 si passò a circa mille calcolatori collegati e funzionanti. Quegli anni furono di vitale importanza per la nascita e lo sviluppo dei protocolli di trasmissione delle informazioni. Alcuni, come il noto TCP/IP, si affermarono nel tempo e sono ormai alla base di tutte le nostre tecnologie. Altri come UUCP (Unix-to-Unix Copy Protocol) resistettero solo pochi anni prima di confluire nella rete mondiale di Internet.

La rete ARPANET nel 1984 (Fonte: il Sole 24 Ore)

Il grande lavoro dei ricercatori italiani

Nella sala macchine dell’Istituto di Informatica e Telematica c’era solo Blasco Bonito, il tecnico del CNR che lanciò il comando di connessione verso gli Stati Uniti. In realtà con quei due “ping”, “ok” avevamo segnato l’ingresso in Internet grazie al lavoro di anni interi e di gruppi di ricercatori in tutto il mondo. L’Italia, infatti, aveva sempre portato avanti parallelamente lo sviluppo di reti di telecomunicazione anche nel territorio nazionale. Le due reti RPCNET e STELLA erano nate anch’esse negli anni 70, in contemporanea a ARPANET per favorire l’interconnessione degli elaboratori dei centri di ricerca.

Per realizzare quel primo scambio di comandi, ci fu uno sforzo immane, dato che la tecnologia era ancora embrionale e in continuo mutamento. Infatti, per potersi connettere a ARPANET era necessario utilizzare la rete SATNET (SATellite NETwork) tramite il satellite geostazionario Intelsat 4 sopra l’Oceano Atlantico. Per raggiungerlo esisteva soltanto un’antenna parabolica nella stazione del Fucino alla quale i ricercatori del CNR dovettero collegarsi tramite un particolare tipo hardware. In aggiunta, anche il software era scritto per le macchine americane e pertanto necessitò di un accurato lavoro di riprogrammazione per adattarlo alle esigenze italiane.

La stazione satellitare del Fucino fu il punto d’accesso per mettere in comunicazione l’Italia con ARPANET.

La notizia, nonostante fosse avveniristica, non avvenne accolta con clamore, probabilmente impossibilitati a cogliere i risvolti futuri. Soltanto gli studenti di un liceo pisano riuscirono a toccare con mano la potenza della nuova rete che era stata da poco creata. Infatti, grazie alla lungimiranza di una professoressa di fisica, furono i primi studenti ad assistere a uno scambio di mail con gli Stati Uniti in diretta, con grande stupore generale.

Dal CERN all’Internet di domani

Gli anni a venire furono pieni di nuove sperimentazioni, ma il vero cambio di passo lo dettò Tim Barners-Lee riunendo una serie di idee nel suo innovativo sistema di informazioni in ipertesto. Così, nell’agosto del 1961 fece la sua prima apparizione il sito Internet del CERN, dove si potevano iniziare a reperire alcune informazioni organizzate per pagine e raggiungibili tramite collegamenti ipertestuali.

Dagli anni 90 è poi partita una ricorsa al WWW che ancora oggi continua senza eguali. Molti dei processi che venivano gestiti localmente sono migrati a Internet e oggigiorno quasi ogni oggetto della nostra vita ha un collegamento con la rete. Internet domina il panorama mondiale della comunicazione e ha reso le nostre vite diverse, apportando migliorie e cambiamenti impensabili fino a qualche decennio fa.

Oggi è il momento dell’Internet of Things e il futuro ci vedrà impegnati per interconnettere globalmente anche gli oggetti più comuni, affinché diventino intelligenti e ci possano aiutare quotidianamente. Internet è anche un grande laboratorio di etica, dove sperimentare ogni giorno gli ideali di libertà e capire fin dove è possibile spingersi rispettando la libertà altrui. Certamente avremo da aspettarci grandi rivoluzioni dettate dal WWW che ci spingeranno ad un nuovo futuro, sperabilmente migliore.