Reed Hastings, co-fondatore e co-amministratore delegato di Netflix ha annunciato le proprie dimissioni nella riunione dello scorso 19 gennaio. Conseguentemente, la società ha quindi cambiato i posti al vertice di comando. A sostituire Hastings, ci sarà l’ex direttore operativo Greg Peters, al fianco del già presente Ted Sarandos. In proposito alle nomine, i nuovi CEO di Netflix hanno rilasciato una intervista di recente, dove hanno parlato anche del futuro della società.
Hastings aveva già chiaro nella sua testa come avrebbe scelto i suoi successori. E da buon ingegnere per farlo ha guardato ai dati e li ha poi testati. Ha quindi optato per Ted Sarandos, già capo di lunga data di Netflix a Hollywood, e Greg Peters. Quest’ultimo, tra le altre cose, supervisiona anche l’attività pubblicitaria dell’azienda.
Molti direbbero che la doppia leadership non funzionerebbe: in soldoni, hai bisogno di una sola persona per prendere la decisione finale. Ma in realtà proprio i dati hanno suggerito al vecchio CEO che le aziende con due amministratori delegati hanno ottenuto rendimenti migliori.
Già nel 2020 Hastings elesse Sarandos come suo Co-CEO. Giovedì invece ha aggiunto che Greg Peters si sarebbe unito a Sarandos come amminstratore delegato. Reed Hastings rimarrà però come presidente esecutivo.
Anzitutto, Sarandos ci tiene a sfatare un mito che a lungo andare è diventato un meme su internet. E parliamo del fatto che sarebbe difficile ormai trovare buoni contenuti su Netflix, considerata anche la concorrenza. Oltre ad affermare che è più un mito che la realtà, il co-CEO si difende dicendo che molte star hanno ora una carriera. Anzi, tende a sottolienare, grazie alla piattaforma sono centinaia e centinaia.
Peters e Sarandos rispondono anche ad un’altra domanda riguardo le potenzialità di crescita del network. Che sembra una provocazione più che un quesito legittimo. Infatti se si parla di incremento e sviluppo non possono sperare sempre in iscrizioni di 15 o 20 milioni di nuovi abbonati all’anno. La risposta, secondo gli amministratori delegati, è l’esplorazione di nuovi mercati esteri. Un buon esempio da loro citato è l’indonesia, con l’India pricipale bacino per produzioni interessanti.
L’ottica interessante in cui sono rientrati è quella del giusto peso in relazione alle dimesioni del pubblico di un determinato prodotto. Il trucco per garantire la sopravvivenza di una serie? Per Sarandos e Peters è usare budget piccoli per serie con poco pubblico e grandi budget per serie con un grande pubblico. Questa, in sostanza, la risposta a chi lamentava che la società tende a cancellare molti show dopo appena una stagione. Unitamente ad aver detto in modo chiaro che non hanno soppresso alcuna serie di successo e quelle non più andate avanti erano troppo di nicchia.
Per l’avvenire Sarandon e Peters vedono nel format dei reality show la nuova direzione da seguire. Infatti e parlando di nuovo dei mercati esteri, come esempio citano il modello della serie Squid Game. Un programma che nessuno si sognava potese spopolare così tanto. Considerato anche il fatto che molte produzioni coreane ora stanno avendo molto successo in occidente.
E questo conferma la politica di espansione in nuovi mercati dei due amminastratori delegati. Infatti, aggiungono di nuovo, l’India ha una incredibile cultura cinematografica. Visti poi i dati dello share sulle produzioni coreane, che hanno toccato il 60% l’anno scorso, è tutto in crescita.
Secondo i due nuovi CEO Netflix quindi, è molto meglio trasmettere i contenuti in tempo reale. Altrimenti si rischia di perdere anche la fetta di quegli spettatori super appassionati. Con il risultato che pure questi ultimi saltino le puntate per spoilerarsi direttamente il finale.
Intanto, sul versante abbonamenti, un brutta notizia per alcuni iscritti alla piattaforma. Infatti, gli utenti che prima condividevano l’account con persone al di fuori del nucleo familiare, non potranno più farlo. La notizia è arrivata dopo la conclusione della conference call del 19 gennaio con decorrenza dal primo trimestre 2023. Gli azionisti hanno detto che non avrà importanza la perdita di una consistente fetta di fruitori.
Quello che si sa è che partirà anche un servizio di monitoraggio per gli account sospetti di condividere la password. Il tutto studiando gli accessi alla piattaforma da parte degli abbonati, incrociando i dati degli indirizzi Ip e gli Id dei vari dispositivi utilizzati. Per ovviare alla brutta notizia la società ha comunque affermato:
Man mano che implementeremo la condivisione a pagamento, gli abbonati di molti paesi avranno anche la possibilità di pagare un extra se desiderano condividere Netflix con persone con cui non vivono
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