Nanorobot di DNA: la nuova frontiera per proteggere le cellule dai virus

Nanorobot

Nanorobot (University of Illinois FOTO) - www.systemscue.it

Scopri come i nanorobot di DNA stanno aprendo nuove possibilità nella difesa cellulare contro i virus. Ecco la tecnologia del futuro.

La scienza è davvero un’inesauribile fonte di meraviglia. Ogni tanto sbuca fuori una scoperta così incredibile che sembra uscita da un film di fantascienza. Eppure è tutto vero. Uno dei campi più entusiasmanti è senza dubbio la nanomedicina, dove si gioca con materiali talmente piccoli da sembrare quasi magici. Parliamo di manipolare strutture a livello molecolare, con l’obiettivo di rivoluzionare il modo in cui affrontiamo e curiamo le malattie.

Sì, avete capito bene: dispositivi grandi quanto una molecola. Già oggi, le nanoparticelle sono utilizzate per diagnosticare malattie o per trasportare farmaci proprio dove serve, come se fossero dei minuscoli fattorini. Ma l’idea di impiegare dei veri e propri nanorobot per proteggere le nostre cellule dai virus? Beh, questa è roba da lasciare a bocca aperta.

Fino ad oggi, per contrastare i virus ci siamo affidati ai soliti noti: vaccini e antivirali. E per quanto siano strumenti potenti, a volte il virus riesce comunque a fare il furbetto e penetrare nelle cellule. Ecco perché fermare i virus prima che riescano ad entrare nelle cellule potrebbe davvero cambiare le regole del gioco.

Ma insomma, costruire dei robot così piccoli da lavorare all’interno del nostro corpo? Non è un’impresa da poco. La domanda sorge spontanea: come si realizza un robot così infinitesimale? E soprattutto, come può questo mini-guardiano fermare i virus prima che ci attacchino?

Nanorobot di dna, come funzionano questi minuscoli guardiani

La soluzione arriva dai cosiddetti nanorobot di DNA. Sembra folle, ma sono proprio costruiti piegando molecole di DNA come fossero pezzetti di carta per origami. Questo ingegnoso progetto è stato realizzato da un team di scienziati dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign. Il risultato? Una sorta di mano a quattro dita in versione microscopica, chiamata NanoGripper.

La cosa veramente spettacolare è che questi nanorobot sono programmati per individuare bersagli ben precisi. Nella loro versione attuale, riescono a riconoscere la famigerata proteina Spike del virus SARS-CoV-2 (quella che il virus usa per entrare nelle cellule). Appena il nanorobot “vede” la proteina, le sue dita si chiudono di scatto, bloccando il virus e impedendogli di fare danni.

DNA
DNA (Pixabay FOTO) – www.systemscue.it

L’efficacia dei nanorobot nella lotta contro i virus

I test in laboratorio hanno dato risultati da lasciare a bocca aperta. I nanorobot sono riusciti a catturare il virus SARS-CoV-2 con una precisione chirurgica nelle cellule coltivate. Questa capacità di bloccare il virus apre la strada a strumenti diagnostici e terapeutici completamente nuovi. Ad esempio, i ricercatori hanno combinato i NanoGripper con dei sensori, creando un test rapido per il Covid-19. In soli 30 minuti, si ottengono risultati accurati, come quelli dei test ospedalieri.

Ma non è tutto. Gli scienziati hanno piani ancora più ambiziosi. Pensano di usare questi nanorobot anche nella lotta contro il cancro. I NanoGripper potrebbero essere programmati per riconoscere specifici segnali delle cellule tumorali e portare i farmaci direttamente lì, senza danneggiare i tessuti sani. Una specie di “cecchini” molecolari che colpiscono solo i bersagli giusti.
Insomma, questi nanorobot potrebbero davvero diventare strumenti rivoluzionari. Siamo solo all’inizio di questa avventura, ma le possibilità sono davvero infinite.