Misurato impatto ambientale di Chat GPT3: risultanti terrificanti sul consumo energetico | Situazione fuori controllo
Impatto ambientale della tecnologia: se ne parla sempre poco, ma i server vanno alimentati con grandi quantità di energia.
L’intelligenza artificiale (AI) è diventata uno dei temi centrali nel mondo della tecnologia e della scienza. Oltre ai progressi evidenti nella capacità di elaborare dati e rispondere a richieste complesse, l’AI ha portato anche a riflessioni importanti sul suo impatto ambientale.
Man mano che i modelli di intelligenza artificiale diventano più complessi e potenti, la necessità di risorse energetiche cresce. Questo sviluppo non riguarda solo il consumo di energia elettrica, ma anche altre risorse fondamentali come l’acqua.
I data center, le strutture che ospitano i server e che consentono l’elaborazione delle informazioni per i sistemi di AI, sarebbero tra i principali consumatori di risorse. Queste grandi infrastrutture richiedono un raffreddamento continuo per evitare il surriscaldamento dei dispositivi.
Il raffreddamento rappresenta una delle principali fonti di consumo d’acqua. Ogni query, ogni elaborazione di dati effettuata da un modello di AI contribuirebbe a un maggiore utilizzo di risorse idriche.
Il peso dell’AI sulle risorse idriche
Con l’espansione dell’intelligenza artificiale e del cloud computing, sono scattate le domande su come ridurre l’impronta ecologica delle tecnologie digitali. Molti esperti sottolineano la necessità di trovare soluzioni innovative per gestire l’impatto ambientale di queste infrastrutture, come l’uso di energie rinnovabili e tecnologie di raffreddamento più efficienti.
Un altro aspetto importante è la scarsità d’acqua in alcune regioni del mondo. In aree particolarmente colpite da siccità o dove le risorse idriche sono limitate, l’utilizzo massiccio di acqua da parte dei data center può contribuire ad aggravare le situazioni di crisi.
Le sfide future per la sostenibilità
Le aziende tecnologiche sono portate a cercare soluzioni che riducono la dipendenza dall’acqua potabile e migliorano l’efficienza del sistema. Un recente studio ha rivelato che l’utilizzo di chatbot come ChatGPT può avere un impatto sorprendente sul consumo d’acqua. Per rispondere a un numero compreso tra 10 e 50 domande, GPT-3, uno dei modelli linguistici di OpenAI, richiederebbe circa due litri d’acqua, una quantità quattro volte superiore a quanto stimato in precedenza.
Con l’evoluzione di modelli come GPT-4, il consumo idrico potrebbe aumentare, spingendo i ricercatori a riflettere su nuove soluzioni per minimizzare l’impatto ambientale. Alcune aziende stanno già lavorando su tecnologie alternative, come il raffreddamento ad acqua piovana o sistemi che catturano il calore senza utilizzare risorse idriche. La tecnologia dovrà rispondere anche a questa esigenza.