Problemi con il mining di Bitcoin? C’è chi sfrutta il Commodore 64

Il Commodore 64 è immortale e sappiamo tutti quanto ampiamente amato sia dalla community di tutto il mondo. E in un periodo come questo, dove il mining di Bitcoin la fa da padrone e manca l’hardware necessario per crisi di mercato, perchè non sfruttare ciò che si ha ben conservato in un ripostiglio? Qualcuno ha ben pensato quindi di minare Bitcoin su un Commodore 64!

A cimentarsi nell’impresa un famoso youtuber, 8-Bit Show and Tell, riuscendo a “modificare” con successo la sua console per riuscire effettivamente ad accedere alla rete blockchain di Bitcoin e quindi minarli.

bitcoin

Le prestazioni ottenute sono proprio quelle che vi aspettate

Si tratta si di un risultato lodevole, ma lascia comunque il tempo che trova a chi è veramente interessanto al mondo del mining. Parliamo di performance di circa 0.3 Hash/s, e il software utilizzato è stato scritto in C. A detta dell’autore si potrebbe ottenere un certo incremento di prestazioni scrivendolo direttamente in linguaggio macchina, con risultati fino a 10 volte superiori.

Sarebbe inoltre possibile effettuare un upgrade hardware utilizzando la SuperCPU, raggiungendo così velocità fino a 20 volte superiori.

Ok voglio farlo: quanto passerà prima che potrò ottenere il mio Bitcoin?

Se siete adesso interessati a spolverare il vostro di Commodore 64 per minarci sopra, sappiate che per riuscirne a minarne uno con successo avrete bisogno di circa 1 quadrillione di dollari e all’incirca 50 trillioni di anni di vita. A 10 H/s significherebbe circa 0.0t0000000000002 Bitcoin per anno.

Se siete però curiosi sull’argomento “retro-mining”, sappiate che c’è anche chi è riuscito in questa impresa sfruttando uno dei computer delle missioni Apollo!

Un po’ di storia sul Commodore 64

Il Commodore 64, abbreviato C64, venne lanciato da CBM nel lontano 1982 e montava a bordo un processore MOS technology con una frequenza operativa di 1023 MHz o anche 985 MHz, a seconda della versione. Il processore era così accompagnato da ben 64KB di RAM (che è ciò che lo ha reso conosciuto all’epoca) e 20KB di ROM.

Fa sorridere (e anche riflettere) guardando alle specifiche sopra elencate. Specifiche che all’epoca erano al top, ma che oggi sono solo un lontano ricordo. Ciò fa però notare, con grande piacere, quali sono stati i progressi della tecnologia avvenuti negli ultimi decenni.

Funzionamento base del Bitcoin: blockchain e mining

La blockchain di cui tanto si parla è una sorta di registro publico e condiviso, sul quale l’intera rete Bitcoin è basata. Tutte le transazioni che vengono confermate sono incluse in questa rete, in questo modo i portafogli Bitcoin possono calcolare il loro bilancio disponibile. Ogni nuova transizione quindi viene verificata a livello di rete, controllando che chi spende abbia sufficiente disponibilità.

Tutte le transazioni che viaggiano nella blockchain sono crittografate tramite un meccanismo di chiave pubblica-privata. La chiave privata viene così utilizzata per firmare digitalmente le transazioni, fornendo una prova matematica sulla provenienza della transazione dal proprietario del portafoglio. La firma digitale impediscem, inoltre che la transazione venga alterata.

A confermare le transizioni sono gli altri utenti della rete blockchain, tramite un processo chiamato mining. Per essere confermate infatti, le transazioni in attesa vengono impacchettate in un blocco che rispetti regole crittografiche molto rigide, che verranno quindi verificate dalla rete.