Mindprint: la nuova frontiera dell’autenticazione

Mindprint è il terzo progetto della startup Vibre che si è fatta conoscere prima con un sistema di riabilitazione neurologica destinato ai pazienti colpiti da ictus, Armonia e poi con uno strumento per trasformare pensieri ed emozioni in opere d’arte, BrainArt. MindPrint costituisce il terzo passo verso le tecnologie che utilizzano le interfacce neurali per connettere uomo e macchina.

Vibre ormai dal 2017 si è imposta nel settore delle Brain-Computer Interface (BCI) ovvero le interfacce neurali che connettono uomo e macchina; fondata da un gruppo di giovani Ingegneri Biomedici ed Informatici (Raffaele Salvemini, Stefano Stravato, Sara Piras, Luca Talevi e Marco Renzi) oggi Vibre sviluppa soluzioni software basate sull’interpretazione dei segnali cerebrali.

Il Team di Vibre

La prima tecnologia di autenticazione biometrica basata sui segnali cerebrali

Dimentichiamoci delle solite password a 4, 8, 16 cifre, dei puntini uniti per sbloccare il telefono, dei comandi vocali, dell’impronta digitale o del riconoscimento facciale. Ora per generare una password ed effettuare un login basta MindPrint e la propria impronta neurale.

Infatti MindPrint si basa proprio sullo studio dell’impronta biometrica del cervello impiegando i segnali elettrici di quest’ultimo. Così facendo si potrà accedere ad un computer mediante la lettura dei segnali neurali, il tutto impiegando un dispositivo indossabile, simile ad un cerchietto, ed un software basato su cloud che tramite API può essere abbinato a qualsiasi altra applicazione, in maniera estremamente semplice.

Un cervello unico

Nucleo fondamentale di questa innovazione risiede nel fatto che ogni cervello risulta essere diverso ed unico in ogni persona.

La strategia che abbiamo messo a punto ha permesso di individuare qualcosa di ancora più innovativo: pattern cerebrali unici. Ciò significa che ogni persona è riconoscibile sulla base del flusso cerebrale, creando una vera e propria impronta mentale.

I nostri processi mentali sono infatti associati ad un’impronta elettrica unica, per altro soggetta nel tempo a variazioni dovute probabilmente all’invecchiamento fisico e all’evolversi del nostro cervello. In questo modo è possibile dar vita ad una tecnologia di riconoscimento sicura, non replicabile e non aggirabile. Ed è proprio grazie a queste modificazioni continue che il sistema di MindPrint è in grado di autenticare e aggiornare i dati all’ultima versione.

“ nostri algoritmi sono capaci di estrarre dai segnali registrati da questi dispositivi particolari caratteristiche spazio-temporali che cambiano da persona a persona. MindPrint usa il cervello come fosse un token bancario, dotato di una chiave generatrice nascosta.

Come Funziona?

Diciamo che è come se il cervello avesse una chiave nascosta che gli algoritmi di Vibre imparano a riconoscere non essendo comunque certi di quale sia. E questo rappresenta un importante vantaggio per MindPrint.

Non è come mettere un’impronta digitale su cloud, perché la traccia neurale rilevata dai nostri algoritmi non è inferibile semplicemente confrontando i segnali cerebrali e non consente una diretta identificazione di persona. Inoltre la traccia è soggetta a variazioni durante la vita, quindi è identificante solo temporaneamente”

Affinché avvenga l’autenticazione bisogna indossare il dispositivo bluetooth per circa tre minuti per la prima volta (per la registrazione della “impronta mentale”, come quando si registra un’impronta digitale), successivamente basteranno pochi secondi per essere riconosciuti dal sistema. L’abilitazione alle postazioni permane fino a quando si indossa il dispositivo e si rimane nel raggio d’azione del Bluetooth, quindi pochi metri. Su cloud vengono costruiti complessi modelli AI autenticativi sulla base delle registrazioni iniziali, che vengono poi usati per convalidare quelle acquisite durante ogni autenticazione.

In futuro potremo autorizzare un pagamento con il solo pensiero, aprire la nostra auto e garantirci una migliore sicurezza alla guida anticipando colpi di sonno improvvisi o facendo in modo che sia impossibile avviare il motore se siamo ubriachi.

Da due giorni il team di Vibre ha aperto ufficialmente alle prevendite, raccogliendo già interessi in aziende di sicurezza informatica interessate ad essere le prime al mondo ad utilizzare una tecnologia simile.