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Microsoft e il brevetto “666” che ha fatto tanto discutere

A cura di Sara Kasa

È da un po’ di tempo che il brevetto “WO2020060606 – CRYPTOCURRENCY SYSTEM USING BODY ACTIVITY DATA” o brevetto “666” pubblicato da Microsoft il 23/03/2020 sul sito della World Intellectual Property Organization (WIPO) (l’agenzia delle Nazioni Unite responsabile dei trattati che riguardano le leggi sul copyright, sui brevetti e sui marchi) ha fatto nascere delle discussioni. Sono diventate virali alcune divulgazioni fatte da complottisti che lo hanno soprannominato, addirittura, “brevetto 666”, numero ricavato togliendo gli «zeri» dall’ID in riferimento al simbolo satanico.

Andando a leggere il codice in questione come si deve, la cifra “A1” finale dell’ID sta a significare che il brevetto in realtà ancora non è stato concesso perché il processo di approvazione può durare dai 18 ai 30 mesi dalla data di pubblicazione. Inoltre, ci sono seri dubbi che possa venire realmente approvato per questioni etiche e legali che vi sono dietro. Questo brevetto si concentra sul monitoraggio dell’attività del corpo umano tramite la tecnologia di dispositivi indossabili “intelligenti” e non fa menzione di “microchip impiantati o tatuaggi a base di nano tecnologie per controllare la mente” come sostengono alcune teorie complottiste.

L’attività del corpo umano associata a un’attività fornita a un utente può, a sua volta, essere utilizzata in un processo il cui scopo è fare mining di criptovalute. Nella pagina del brevetto la rappresentazione grafica del processo è la seguente e si può notare come chiaramente sia segnato “User device” in modo separato all’utente e non integrato:

Nel documento originale, infatti, vengono menzionati tra gli “user devices” dispositivi in grado di elaborare, di memorizzare dati/informazioni e di comunicare attraverso la rete come i personal computers, telefoni cellulari, tablet, smart devices (come ad esempio gli smartwatch).

Cosa si intende esattamente con “fare mining di criptovalute”?

Ultimamente si sente molto parlare di guadagnare online con le valute digitali tramite il mining di criptovalute: quest’ultimo, in poche parole, è un sistema impiegato per generare un nuovo credito attraverso le monete virtuali con uno speciale algoritmo che richiede un’enorme risorsa energetica. Una delle criptovalute più famose è il Bitcoin. Fulcro del processo, però, è quello di garantire anche un sistema di protezione e di anonimato (ecco perché si parla di “criptovaluta”) che è alla base della capacità della tecnologia blockchain.

Le criptovalute basate su blockchain sono decentralizzate nel senso che mancano di un controllo centrale: si tratta di una struttura di dati che funge da database di transazioni finanziarie pubbliche. È grazie a questo sistema decentrato che diventa più resistente ad attacchi informatici e ad incidenti operativi perché continua ad operare anche quando uno o più nodi smettono di funzionare. Le transazioni sono raggruppate in blocchi ed ognuno di essi (tranne il primo) fa riferimento o è collegato a un blocco precedente nella blockchain; determinate risorse informatiche mantengono la blockchain e convalidano crittograficamente ogni nuovo blocco e le transazioni contenute nel blocco corrispondente.

Con il termine Proof-of-Work (PoW) si intende l’algoritmo di consenso alla base di questo processo di convalidamento e gli utenti che competono tra loro nell’elaborazione degli scambi vengono chiamati miner che ricevono in cambio una ricompensa. L’intero processo è il mining e può richiedere enormi quantità di energia computazionale.

Quale innovazione porterebbe il brevetto “666” di Microsoft?

Il nodo centrale del brevetto sarebbe questo: invece dell’enorme lavoro di calcolo richiesto dai sistemi convenzionali di mining di criptovalute, possono essere utilizzati come proof-of-work i dati generati in base all’attività corporea dell’utente che può risolvere inconsciamente il problema difficile dal punto di vista computazionale svolto dai miner, rendendo addirittura più veloce l’intero processo.

Un esempio potrebbe essere un’onda cerebrale o il calore corporeo emesso dall’utente quando esegue un’attività disposta da un fornitore di servizi Internet, come visualizzare pubblicità o utilizzare determinati servizi. Oltre alle onde cerebrali e al calore, il brevetto suggerisce che può essere utilizzato anche il “flusso del fluido corporeo” e “l’attività e il movimento degli organi” per tenere traccia di una serie di attività come l’utilizzo di social media, motori di ricerca, e-mail, visita di determinati siti web o utilizzo di chatbot.

Ritornando ai dispositivi indossabili, nel brevetto “666” di Microsoft vengono menzionati diversi tipi di sensori collegati al corpo dell’utente che possono essere utilizzati per misurare, rilevare l’attività del corpo o scansionare il corpo umano. Questi sono “scanner o sensori di risonanza magnetica funzionale (fMRI), sensori di elettroencefalografia (EEG), sensori di spettroscopia del vicino infrarosso (NIRS), cardiofrequenzimetri, sensori termici, sensori ottici, sensori di radiofrequenza (RF), sensori a ultrasuoni, fotocamere, o qualsiasi altro sensore o scanner”.

In base a queste attività svolte, il sistema di criptovaluta assegna all’utente una quantità di criptovaluta corrispondente al compito svolto dallo stesso. Inoltre, il sistema può assegnare criptovaluta al fornitore di servizi Internet come ricompensa permettendo agli utenti l’accesso gratuito a contenuti a pagamento (come lo streaming video e audio) o condividendo informazioni o dati con gli stessi.

Non si sa se il brevetto verrà mai approvato o non vedrà mai la luce per questioni etiche e legali, ma se così fosse sarebbe un buon motivo per incoraggiare le aziende ad avventurarsi nel mondo delle criptovalute?

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Redazione