Nasce il Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale

Nasce il dottorato nazionale in intelligenza artificiale

Nasce il dottorato nazionale in intelligenza artificiale

Arriva un’altra eccellenza tutta italiana: nasce il Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale, primo in tutto il paese. Una sfida tecnologica il cui obiettivo è quello di formare nuovi ricercatori nel campo dell’IA al servizio della sanità, dell’industria e della società. Il dottorato vuole inserirsi nel flusso dell’innovazione portato dalla trasformazione digitale che sta vivendo l’Italia, sfruttando l’intelligenza artificiale nei settori produttivi e scientifici.

Il Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale

L’IA è ormai parte integrante della nostra vita ed è indispensabile che la ricerca sia sempre al passo coi tempi dell’innovazione. Nasce con questa premessa il Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale, voluto dall’istituto polispecialistico C.O.T di Messina e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. Assieme a loro collaboreranno anche diverse università italiane, tra le quali l’ateneo della città siciliana. Il progetto vuole favorire il coordinamento della ricerca tecnologica in Italia, superando la frammentazione per competere con le varie iniziative europee e internazionali.

Le aree di specializzazione offerte dal Dottorato. Fonte: phd-ai - Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale
Le aree di specializzazione offerte dal Dottorato. Fonte: phd-ai – Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale

Il dottorato offrirà 5 diverse specializzazioni, differenziate dall’ambito di studi affrontato:

  • IA per la salute e le scienze della vita, di cui sarà capofila l’Università Campus Bio-medico di Roma. La branca si occuperà di approfondire l’utilizzo dell’IA nel campo medico, lavorando sull’integrazione di sistemi IoT e biorobotici nella medicina. La volontà è quella di migliorare la ricerca di cure e la prevenzione di malattie sfruttando modelli computazionali sempre più precisi e gli organ-on-chip;
  • IA per l’agricoltura e l’ambiente, di cui si occuperà l’Università degli Studi di Napoli Federico II. L’intelligenza artificiale può essere determinante per prevedere eventuali eventi metereologici o infestazioni, definendo la strategia migliore da adottare per preservare il raccolto. A trarne vantaggio sarebbe anche la tracciabilità della filiera agricola e la salute stessa degli alimenti, proteggendo il mercato da frodi alimentari tramite l’uso di biosensori;
  • IA per la sicurezza e la cybersecurity, gestita dall’Università Sapienza di Roma. Con la digitalizzazione entrata prepotentemente anche nel nostro paese, è indispensabile possedere gli strumenti giusti per proteggere le applicazioni e i dati. In particolare, le tecniche di apprendimento automatiche diventano fondamentali per rilevare anomalie e attacchi;
  • IA per l’industria 4.0, di cui l’ateneo capofila sarà il Politecnico di Torino. I sistemi industriali sono diventati interconnessi, collaborativi e in grado di interagire sempre meglio l’uno con l’altro. Machine learning, computer vision e natural language processing sono solo alcuni degli aspetti da poter approfondire per migliorare l’industria italiana e garantirne uno sviluppo sempre maggiore;
  • IA per la società, di cui si occuperà l’Università di Pisa. Scopo di questo ambito sarà lo studio dei fenomeni sociali ed economici. Di questi fanno parte le migrazioni da e verso le città, le dinamiche sociali, il tessuto di opinioni e la loro natura. L’obiettivo è introdurre nei sistemi di intelligenza artificiale l’insieme di valori etici condivisi dalla popolazione al fine di garantire benessere alla società.
L'intelligenza artificiale è ormai parte integrante della nostra vita, in ogni suo aspetto.
L’intelligenza artificiale è ormai parte integrante della nostra vita, in ogni suo aspetto.

I numeri del dottorato

L’obiettivo del progetto è di formare 100 dottorandi all’anno, divisi tra i 5 ambiti di specializzazione. A supporto di ogni corso ci saranno altrettanti consorzi formati da varie università, oltre a quelle capofila, ed enti di ricerca. Il primo ciclo comincerà già da questo autunno e durerà fino al 2024. Il secondo, invece, partirà dal 2022 e terminerà nel 2025. In totale saranno 55 le università coinvolte. Al momento sono disponibili 225 borse di studio.

Questo progetto è il punto d’arrivo di un lungo percorso di relazione, ricerca e confronto. Ciò che caratterizza in particolare questo progetto è l’impatto diretto sul Servizio Sanitario Nazionale che punta a generare, in termini di riduzione della mobilità passiva, di valorizzazione del capitale umano, anche attraverso l’accesso reciproco di personale e gruppi di ricerca per la partecipazione alle attività, e sull’ecosistema dell’innovazione; al contempo si prevede un impatto indiretto sul sistema imprenditoriale, attraverso l’attuazione di percorsi di eccellenza nella prevenzione, diagnostico-terapeutici e riabilitativi, nelle aree tematiche che riguardano meccanismi cellulari, molecolari e genetici dei processi fisiopatologici, applicazioni della ricerca di base in ambito diagnostico preventivo e terapeutico, epidemiologia, neuroscienze, ingegneria biomedica, malattie rare e biomatematica

Flavio Corpina, consigliere delegato di C.O.T.