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Messaggistica RCS: Google prova ancora a convincere Apple

Al giorno d’oggi la comunicazione tramite smartphone avviene istantaneamente, attraverso applicazioni dedicate. Tra queste, quelle che hanno avuto più successo negli ultimi anni sono Whatsapp di Meta e iMessage di Apple. Grazie alla loro ampia diffusione e facilità di utilizzo hanno conquistato il mercato facendo arrettrare la concorrenza: Google. Ma l’azienda di Mountain View è tornata alla carica ulitmamente proponendo di nuovo ai vertici di Cupertino l’adozione del protocollo di messaggistica RCS.

Big G ha lanciato la campagna con una pagina web dedicata, Get the message, il cui titolo recita: “It’time for Apple to fix texting”. Ossia, tradotto in italiano, “è ora che Apple aggiusti la messagistica”.

Messaggistica RCS: le ragioni della controversia

La discussione tra i due giganti della tecnologia va avanti ormai da un po’ di tempo. Lo scorso gennaio Google accusava la rivale sottolineando la discriminazione degli utenti Android tramite il colore verde delle bolle di testo. Colore che si contrapponeva al blu degli utilizzatori di iOS e che secondo gli accusatori, sarebbe di difficile lettura.

Ma come emerge dal sito creato appositamente, non è solo questo a creare problemi e a condurre a pessime esperienze di messaggistica. Google pone l’attenzione sulla mancanza di tutte le più importanti funzionalità e innovazioni che oggi diamo per scontate sugli instant messenger.

Infatti Apple, al di fuori di fuori dei suoi utenti, utilizza la vecchia tecnologia degli SMS e MMS per comunicare con coloro che utilizzano Android. In particolare, i server di Apple, ricevuti i messaggi da un iPhone, li contrassegnano come iMessage (in blu), mentre gli altri come SMS (in verde). Tutto ciò porta agli svantaggi citati prima: niente spunte di lettura, text over Wi Fi, crittografia dei messaggi, chat di gruppo o messaggi vocali. Per non parlare della pessima qualità di foto e video dovuta alla tecnologia MMS.

La proposta di Google

RCS sta per Rich Communication Services e molti lo considerano un protocollo “SMS 2.0”, cioè un’ evoluzione dei vecchi standard. A Mountain View ne vorrebbero l’adozione perchè, oltre a garantire quelle funzionalità tipiche di applicazioni come Whatsapp, Google messaggi la supporta appieno. Infatti più di 500 milioni di Android users hanno scelto il protocollo RCS tramite Google messaggi.

La GSM Association ha proposto l’RCS nel 2007, ma Google lo ha portato alla cronoca solo di recente, nel 2018. Nelle sue intenzioni c’era lo sviluppo di un’applicazione concorrente a Whatsapp (Google Allo), abbandonata poi in favore del nuovo standard.

Il sito creato da Mountain View invita a partecipare alla campagna social tramite la scrittura dell’hashtag #GetTheMessage. In questo modo spera di raggiungere il consenso dell’avversaria dopo l’ultimo tentativo affidato ad una canzone dell’artista Drake.

Sulla vicenda ha espresso il suo parere anche il Vicepresidente Senior di Google che ha utilizzato twitter per chiarire la posizione della sua azienda.

Non chiediamo ad Apple di portare iMessage su Android. Chiediamo ad Apple di introdurre su iMessage il supporto allo standard di settore RCS, come del resto fa già con i vecchi standard SMS ed MMS.

Hiroshi Lockheimer

Messaggistica RCS, conclusioni

Questa guerra delle comunicazioni portata avanti da Google sembra non arrivare ad un punto d’arresto. Apple ha tutte le ragioni per mantenere la sua fetta di utenti su iMessage e non fare un piacere alla concorrenza. Infatti sulla questione non ha ancora proferito parola.

La quasi totalità delle persone in America utilizza ancora applicazioni preinstallate sul dispositivo per comunicare con altri utenti. Asia e Europa hanno superato il problema con l’adozione di app di messaggistica apposite come Whatsapp e Telegram. Ed è infatti strano per coloro che sono estranei al paese a stelle e strisce, vedere una disputa di questo tipo. Un diverbio che tutto sommato si basa su tecnologie non proprio nuovissime e che hanno validi sostituti.

Ma una cosa è certa: Conoscendo Apple è più problabile che alla fine ceda per via dell’intervento dell’Antitrust che per una campagna social. Anche e solo per una richiesta semplice come l’adozione di uno standard universale, anzichè lo spostare un’applicazione proprietaria su altra piattaforma.

Published by
Antonio Aversano