Se volete ascoltare musica pesante, adesso non c’è più bisogno di ascoltare metal. Da adesso ascolterete musica fatta da metallo. Dalla Germania c’è una band del tutto inusuale che vuole infiammare i palchi: la One Love Machine Band.
Composta interamente da robot, è sbarcata anche alla Market Fair del 2018 a Roma, conquistando il pubblico. Dietro c’è Kolja Kugler, un artista di Berlino che lavora con le sculture.
Prendete un musicista con una vena ingegneristica che decide di esplorare la strada della robotica, unitelo a vecchie automobili e altri rottami metallici e avrete una band tutta in metallo. Il gruppo porta il nome del simbolo di Bob Marley ed è nato per caso. Kugler infatti non si definisce un ingegnere o un esperto di tecnologia, bensì uno scultore che ha voluto fornire più espressività ai suoi lavori.
Sì, perché l’artista già da prima realizzava sculture in metallo, recuperando diversi pezzi di scarto o da vecchie auto, e realizzando dei lavori assemblando ciò che trovava. La svolta è avvenuta quando un amico gli ha presentato il sistema pneumatico, portandolo a mettere il primo pistone nella mascella della sua “creatura”. “In questo modo sono riuscito a fargli muovere la bocca” dice Kugler. 20 anni dopo ha formato la One Love Machine Band.
A guidare il sistema pneumatico c’è Kugler, che dal suo computer permette ai robot di comporre musica di ogni genere.
E prendersi cura degli artisti metallici non è facile: la manutenzione deve essere continua, sia prima che dopo l’esibizione ma anche durante. I robot si muovono durante lo spettacolo, e a volte questo può causare qualche piccolo malfunzionamento di cui Kugler si deve occupare immediatamente.
Veniamo ora ai protagonisti: i membri della band. Tra di essi c’è anche il primo robot creato dallo scultore. Il suo nome è Sir Elton Junk, ed è anche il manager del gruppo. È con Kugler da più di 5 anni, ed ha anche avuto un piccolo comedy-show tutto suo.
Alla batteria troviamo Rubble Eindhoven. È il membro più “giovane”, ma anche quello più sofisticato dal punto di vista motorio. I suoi movimenti sono infatti i più precisi e fluidi.
Il primo membro della band invece è il bassista Roots Afreakin. Il suo nome deriva dal fatto che faceva sempre impazzire Kugler (dall’inglese freaking out – impazzire). Lo scultore ha impiegato ben 4 anni per concluderlo.
Infine ci sono i fiati. Flute Flock è un’antenna parabolica su cui sono appollaiati degli uccelli metallici. Ognuno di essi è collegato a un flauto.