J.A.R.V.I.S

L’intelligenza artificiale ha scritto un articolo per The Guardian

L’intelligenza artificiale nel corso degli anni ha subito profonde trasformazioni, arrivando negli ultimi tempi a condizionare sempre di più il nostro modo di vivere. Non dobbiamo pensare a chissà quali ritrovati della tecnologia, visto che in molte situazioni anche in casa abbiamo degli strumenti che ci permettono di rendere la nostra vita più comoda in diversi aspetti. La tecnologia nel tempo riuscirà ad avere sempre più l’obiettivo di migliorare la nostra vita, anche con degli effetti che attualmente non teniamo in considerazione. È il caso dell’intelligenza artificiale che ha scritto un articolo per The Guardian.

Il generatore di linguaggi che ha scritto un saggio

Pensiamo ad esempio alle numerose opportunità che derivano dalla tecnologia e che hanno cambiato le nostre abitudini nel corso del tempo. Spesso le innovazioni tecnologiche ci aiutano anche a risparmiare e ad investire il capitale che abbiamo a disposizione. Un esempio è rappresentato dall’abitudine di giocare nei casino sicuri e legali italiani, che sempre più nostri connazionali stanno prendendo in considerazione negli ultimi anni.

È anche vero che le nuove tecnologie e le innovazioni digitali ci consentono sempre più di compiere delle operazioni che fino a questo momento sono state riservate agli esseri umani. Pensiamo per esempio all’esperimento che è stato condotto dalla redazione di The Guardian.

Gli esperti hanno messo a punto un esperimento molto particolare con l’aiuto di OpenAI, un generatore di linguaggi molto conosciuto. L’obiettivo è stato quello di fare in modo che OpenAI scrivesse un saggio.

Un articolo scritto interamente da un computer quindi, con un risultato che è davvero incredibile e a tratti anche un po’ inquietante. L’intelligenza artificiale, denominata GPT-3, ha scritto un saggio che ha avuto l’obiettivo di far comprendere che in generale quello delle nuove tecnologie non è un sistema “nemico” degli esseri umani.

E all’interno dell’articolo GPT-3 ha scritto proprio che l’intelligenza artificiale non distruggerà gli esseri umani. Nell’articolo vengono fatte anche delle vere e proprie citazioni, come quella relativa a Stephen Hawking, che aveva avvisato della possibilità che l’intelligenza artificiale possa segnare la “fine della razza umana”.

L’IA in questione utilizzata per la scrittura del saggio, che ha una lunghezza di più di 1000 caratteri, ha specificato che una macchina non sarebbe mai in grado, volontariamente, di porre fine alla vita di un essere umano. Tutto questo naturalmente non vale se proprio un essere umano mette in moto un meccanismo con il quale si programma una macchina per uccidere.

Tra le caratteristiche interessanti di questo articolo scritto da un computer c’è anche il fatto che il programma ha tenuto conto anche di potenziali commenti di eventuali lettori. Alla fine dell’articolo, inoltre, il computer ha effettuato una citazione di Gandhi.

Dopo il caso dell’intelligenza artificiale di The Guardian, come evolverà la tecnologia in futuro?

Un esperimento unico nel suo genere, quindi, che ha permesso di vedere fino a quanto si può spingere una macchina nella realizzazione di un compito così particolare come quello del “pensiero” e della formazione di un testo scritto.

Naturalmente per la scrittura dell’articolo l’intelligenza artificiale ha ricevuto dei veri e propri suggerimenti. L’istruzione data alla macchina è stata quella di scrivere un breve articolo, di circa 500 parole, con uno stile molto semplice.

Il risultato è stato composto da diversi testi con argomenti differenti, che sono stati poi sottoposti ad un processo di revisione editoriale da parte dei giornalisti. Questi ultimi hanno infatti creato un articolo più lungo tenendo conto dei vari passaggi riportati negli articoli scritti dall’intelligenza artificiale. L’esperimento è stato interessante anche per il fatto che rivedere i testi ha richiesto un tempo minore rispetto alla scrittura completa di un saggio o di un articolo da parte di una persona.

Un modo per farci comprendere sempre di più come potrebbe evolvere la tecnologia in futuro, passando proprio per la realizzazione di compiti che ad oggi sono essenzialmente riservati alle persone.

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