Lo scorso 4 dicembre 2014, a Genova è stato presentato il nuovo robot progettato da Kuka con la collaborazione di TelerobotLabs, e Close-up Engineering era presente all’evento. Il suo nome, LBR iiwa, viene dal tedesco Leichtbauroboter e vuol dire “lightweight robot”, mentre iiwa significa “intelligent industrial work assistent”.
Questo nuovo robot porta con sé il concetto innovativo di robotica di servizio, ovvero l’idea di un assistente intelligente nel lavoro industriale che ha lo scopo di rendere più sicuro e più semplice il lavoro dell’uomo. Questo nuovo concetto di robotica abbatte le barriere tra uomo e macchine, aprendo il campo a nuove aree di lavoro in cui l’automazione trova spazi dove prima era inimmaginabile: la robotica cosiddetta convenzionale rappresenta non un punto di arrivo, ma un punto di partenza.
Chi è venuto qui pensando di assistere ad una conferenza sulla robotica resterà deluso, questa sera parleremo di amore.
Esordisce così David Corsini, il relatore di Telerobotics. L’idea della robotica al servizio dell’uomo, l’interazione tra uomo e macchina apre scenari che oggi possiamo solo provare ad immaginare.
“Il nostro era un abbraccio perfetto, sincronico, completo. Poiché l’abbraccio non perdona, e quell’abbraccio, invece, ci aveva perdonati. Fosse anche soltanto per una notte”. Due righe tratte dal romanzo “Un lungo fortissimo abbraccio” di Lorenzo Licalzi, in cui l’autore immagina un futuro in cui sarà possibile impiantare un cervello umano in un corpo robotico, rivoluzionando la nostra attuale concezione del tempo, dell’amore e della vita. Quello immaginato da Licalzi è solo uno dei possibili futuri “futurabili”. Come la storia anche recente ci insegna, tutte le innovazioni indotte dal progresso scientifico aprono scenari che solo in parte è possibile prevedere. Infatti quando le nuove tecnologie sono al servizio delle persone, di tutte le persone, esse cambiano la nostra mentalità, modificano il nostro modo di vivere, creano delle necessità che prima non sapevamo di avere.
Venti anni fa chi poteva immaginare che avremmo fatto tutti parte di una società globale, in cui le notizie rimbalzano istantaneamente da una parte all’altra del mondo in modo gratuito e
La tecnologia di sensori tattili e di movimento è stata trasferita sul LBR iiwa. Esso è formato da 7 assi, ognuno dei quali è fornito di sensori che permettono il robot di controllare la forza da imprimere e la posizione corretta da assumere per eseguire tutte le operazione. Ogni asse offre inoltre la possibilità di regolare la rigidità con cui interagisce con l’operatore. Iiwa oltre ad essere estremamente sensibile nei movimenti, è sicuro: è dotato di sensori di sicurezza per l’impedenza: se urta una mano o un dito si blocca. Questo aspetto è di fondamentale importanza, permette in sostanza di azzerare la distanza di lavoro tra robot e operatore, marcando in modo deciso la differenza con la robotica convenzionale.
Altro aspetto innovativo è la mobilità: 6 assi permettono il raggiungimento di qualsiasi punto nello spazio, il settimo consente di raggiungere lo stesso punto con infinite configurazioni.
Uno dei pregi di LBR iiwa è la sua duttilità: tutte le caratteristiche elencate permettono al robot di poter essere utilizzato in diversi campi: in ambito industriale per montaggio e assemblaggio anche di parti molto piccole che richiedono un’alta precisione nei movimenti; in ambito medico, infatti iiwa è dotato della funzione “teaching by demonstration”: è possibile far ripetere al robot esattamente lo stesso movimento imprimendoglielo una volta. Questo può essere utile per fare fisioterapia e riabilitazione in modo continuativo e affidabile.
Non ci resta che aspettare che queste tecnologie si consolidino e diventino alla portata di tutti. Nell’attesa che ciò accada, ognuno è libero di immaginare il futuro che vorrebbe vivere, solo il tempo dirà se le nostre aspettative saranno rispettate o meno. Citando Bill Gates, ”viviamo tempi emozionanti, non solo per le aziende direttamente coinvolte, ma anche per tutti coloro che potranno godere dei benefici di questa rivoluzione”.
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