Lavoro 2025, pasticcio Meloni: per 14 milioni di italiani salari più bassi | La misura salva portafoglio scade a fine anno
L’anno nuovo non porta buone notizie per i lavoratori italiani. Infatti il salario sarà più basso per 14 milioni di italiani: la situazione.
A partire dal 2025, circa 14 milioni di italiani rischiano di veder ridursi il loro stipendio, a meno di un intervento governativo per prorogare il taglio del cuneo fiscale. Questo provvedimento, che negli ultimi due anni ha alleggerito il carico fiscale per milioni di lavoratori, sembra destinato a scadere il 31 dicembre 2024, con il governo di Giorgia Meloni che, in vista delle elezioni europee, preferisce non affrontare il tema in modo esplicito.
Il taglio del cuneo fiscale ha avuto un impatto significativo sulle retribuzioni, abbattendo la parte di contributi a carico dei lavoratori dipendenti. Nel 2024, il beneficio è stato confermato con una riduzione del 6% sulle retribuzioni mensili imponibili fino a 2.692 euro e del 7% per quelle fino a 1.923 euro. Tuttavia senza un rifinanziamento questa misura terminerà a fine anno, e al momento non ci sono segnali di un suo prolungamento.
Stipendi più bassi nel 2025, disastro della Meloni: la situazione
L’importanza di questa misura risiede nel suo costo elevato, che nel 2024 ha richiesto circa 10 miliardi di euro, un onere che il governo italiano potrebbe non essere in grado di sostenere nel prossimo futuro. Nonostante il riscontro positivo delle forze politiche, la possibilità di un rinnovo del taglio del cuneo fiscale sembra incerta, anche a causa dei vincoli imposti dal Patto di Stabilità e dei rischi di una procedura di infrazione per il deficit eccessivo.
Le previsioni sul 2025 non sono favorevoli. L’Italia, infatti, rischia di non riuscire a mantenere il beneficio per i lavoratori, con la necessità di contenere il debito pubblico e ridurre il deficit. Già in passato, la proroga della misura è stata possibile grazie allo scostamento di bilancio, ma la situazione economica attuale rende difficile replicare questa soluzione. Con la procedura di infrazione in arrivo e la necessità di rispettare i vincoli europei, le risorse per il taglio del cuneo potrebbero non essere disponibili.
Il governo, nel frattempo, ha scelto di non parlare apertamente di questi rischi, forse per non alimentare malcontento in vista delle elezioni europee. In questo periodo la priorità sembra essere evitare polemiche, rimandando le problematiche più complesse, come la riforma fiscale e quella delle pensioni, a un futuro più lontano.
Tali temi, che erano stati al centro della campagna elettorale del centrodestra, sono ora considerati obiettivi da realizzare entro la fine della legislatura. In un contesto di incertezze economiche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha già previsto che l’Italia dovrà affrontare una procedura di infrazione per il deficit eccessivo, con l’obbligo di ridurre il debito di almeno lo 0,5% all’anno.
Stipendi Italia, la previsione per l’anno nuovo: cosa succede
Le previsioni di crescita del PIL per il 2024 e il 2025 sono inferiori a quelle inizialmente stimate, e questo aumenterà la pressione sulle finanze pubbliche, creando ulteriori difficoltà per trovare i fondi necessari a finanziare misure come il taglio del cuneo fiscale. Se la legge di Bilancio del 2025 non riuscirà a reperire risorse adeguate, sarà necessario ricorrere a una manovra correttiva per ridurre il deficit, con potenziali tagli alla spesa pubblica.
La priorità, dunque, sarà probabilmente quella di salvaguardare i conti pubblici, con un impatto negativo sulle misure a favore dei lavoratori. Tuttavia il governo potrebbe provare a “salvare le apparenze” introducendo una misura temporanea simile al taglio del cuneo, ma con effetti limitati. Questa manovra, purtroppo, rischia di avere un impatto ridotto, mentre le difficoltà economiche del Paese sembrano crescere, complicando ulteriormente la gestione della situazione fiscale.