Io, Robot

Isaac Asimov: il centenario di un visionario

“La disumanità del computer sta nel fatto che, una volta programmato e messo in funzione, si comporta in maniera perfettamente onesta”, forse è per questo che preferiamo i computer? L’autore di questa frase nasceva esattamente 100 anni fa a Petrovichi, vicino a Smolensk, in Unione Sovietica. Uno dei padri della fantascienza e precursore indiscusso della robotica e dell’Intelligenza Artificiale, Isaac Asimov è tra gli scrittori e divulgatori scientifici più importanti del XX secolo.

Nato da una famiglia ebraica il 2 gennaio 1920 a soli tre anni emigra con la famiglia negli Stati Uniti, più specificamente a Brooklyn. Il padre acquista un emporio di giornali e dolci, e Isaac Asimov inizia subito, all’età di 5 anni, a leggere le riviste di “Science Fiction” che arrivavano al padre.

Asimov si laurea in Chimica alla Columbia University di New York, (Bachelor of Science Degree, 1939) e che poi ottiene anche la laurea in Filosofia (Master of Arts, 1941). Durante la II Guerra Mondiale lavora come chimico presso la U.S. Navy Yard a Philadelphia e tra il 1949 e il 1958 diventa professore alla Boston University School of Medicine. Grazie al successo della sua opera letteraria decide di lasciare il mondo accademico per dedicarsi a pieno alla scrittura.

Una bibliografia visionaria

Il suo primo romanzo, Paria dei cieli (Pebble in the Sky, inizialmente Grown Old with Me) viene pubblicato nel 1950. Successivamente vede la luce una delle sue opere più famose: la raccolta Io, robot, che poi, insieme ai Romanzi degli Spaziali, costituiranno il Ciclo dei Robot. L’opera contiene 9 storie scritte fra il 1940 e il 1950, che hanno per protagonisti i robot positronici capaci di ubbidire alle Tre Leggi della Robotica e che hanno coniato il termine “robotica”:

  1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.»

La chiave del successo di Asimov è stata senza dubbio la sua capacità di plasmare uno scenario perfettamente possibile anche se fantascientifico, infatti ha previsto molta della tecnologia del nostro tempo. Il rapporto tra essere umani e macchine guidato dalla morale ha messo sul tavolo un aspetto importante e mai visto prima su cui oggigiorno c’è un forte dibattito. Il film omonimo del 2004 con Will Smith è ispirato a quest’antologia.

Scena del film “Io , Robot”, 2004.

Tra il 1951 e il 1953 escono i romanzi Il tiranno dei mondiLe correnti dello spazio, Abissi d’acciaio e La Terra è abbastanza grande, oltre alla Trilogia della Fondazione. Nel 1952 viene pubblicato anche Lucky Starr, il vagabondo dello spazio, primo della serie su Lucky Starr, pubblicata con lo pseudonimo di Paul French. Tra il 1955 e il 1957 alterna l’attività di docente a quella di romanziere, con l’uscita di La fine dell’eternità e Il sole nudo. Nel 1958 esce Lucky Starr e gli anelli di Saturno, il romanzo che chiude la serie.

Isaac Asimov e il Ciclo delle Fondazioni

Isaac Asimov è conosciuto anche per il suo Ciclo delle Fondazioni, sette romanzi di fantascienza scritti a partire dal 1951. Dopo la trilogia iniziale, nota come Trilogia della Fondazione, Asimov realizza, nel 1982, due seguiti ai primi tre romanzi. Poi conclude il ciclo con due prequel nel 1988 e nel 1992:

  • Fondazione o Cronache della galassia o Prima fondazione (Foundation – 1951)
  • Fondazione e Impero o Il crollo della galassia centrale (Foundation and Empire – 1952)
  • Seconda Fondazione o L’altra faccia della spirale (Second Foundation – 1953)
  • L’orlo della Fondazione (Foundation’s Edge – 1982)
  • Fondazione e Terra (Foundation and Earth – 1986)
  • Preludio alla Fondazione (Prelude to Foundation – 1988)
  • Fondazione anno zero (Forward the Foundation – 1993)

Nel 1972 viene pubblicato Neanche gli dei, il romanzo preferito di Isaac Asimov, vincitore di un premio Hugo, un Nebula e un Premio Locus. Nel 1974 con la raccolta I racconti dei Vedovi Neri (Tales of the Black Widowers) inizia il ciclo dei Vedovi Neri, un club di amici che si cimentano nell’investigazione. Il ciclo si concluderà postumo con la pubblicazione di Il ritorno dei Vedovi Neri (The Return of the Black Widowers) (2003).

Robin Williams nei panni di Andrew Martin ne “L’uomo bicentenario”, 1999.

Nel 1976 esce l’antologia Antologia del bicentenario (per la ricorrenza del bicentenario della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America) dal cui racconto principale L’uomo bicentenario, e dal romanzo Robot NDR 113, scritto in collaborazione con Robert Silverberg, è stato tratto l’omonimo film nel 1999 con Robin Williams.

Negli anni ottanta vedono la luce gli ultimi racconti del Ciclo dei Robot e delle Fondazioni. Nei suoi ultimi anni, Asimov pubblica molti articoli scientifici su diverse riviste e nel 1992 riceve il suo ultimo Premio Hugo per il racconto Gold. Muore il 6 aprile 1992 a causa di un arresto cardiaco causato dall’AIDS: Asimov aveva contratto l’HIV nel 1983 dopo una trasfusione di sangue durante un’operazione di bypass cardiaco.

La vita è piacevole. La morte è pacifica. È la transizione che crea dei problemi.

Isaac Asimov
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Heidi Garcia