Intelligenza artificiale, in futuro potremmo svelare il linguaggio segreto dei cani
L’intelligenza artificiale incomincia pian piano ad evolversi, e in futuro potrebbe aiutarci con problematiche odierne.
Quante volte hai pensato che al tuo cane mancasse solo la parola? Inutile girarci attorno, noi con i nostri cani parliamo quotidianamente, e da diversi studi è emerso che i nostri amici a quattro zampe sono capaci di associare intere frasi a certi comportamenti. Ma al contrario?
Beh, sembra che ora, o meglio tra un bel po’, potremmo essere più vicini a una sorta di dialogo con i nostri amici pelosi. Noi capiamo tantissimi gesti dei nostri amici pelosetti, ma non è da escludere che in futuro potremmo avere delle vere e proprie conversazioni, quasi come accade nel film Il Dottor Dolittle.
Un gruppo di ricercatori dell’Università del Michigan sta lavorando su un modello di intelligenza artificiale capace di tradurre e interpretare i vocalizzi dei cani. Interessante, vero? I primi risultati sono stati presentati alla Joint International Conference on Computational Linguistics, Language Resources and Evaluation, tenutasi a Torino nel 2024.
Ma di cosa si tratta esattamente? Non si tratta solo di capire se un abbaio è felice o arrabbiato, ma anche di distinguere dettagli come l’età, la razza e persino il sesso dell’animale. Cioè, roba da fantascienza, ma i ricercatori promettono che potremmo non essere tanto distanti da questo particolare risultato.
Il potenziale dell’intelligenza artificiale
Una delle sfide principali per creare un modello del genere è, ovviamente, la raccolta di dati. Insomma, mica ci sono database pieni di registrazioni di abbai. Per risolvere il problema, i ricercatori hanno usato un modello di IA già esistente, progettato per analizzare il linguaggio umano. In pratica, hanno adattato qualcosa che giù usiamo quotidianamente, tipo i sistemi di riconoscimento vocale o traduzione automatica, per decifrare i suoni emessi dai cani.
E i risultati sono stati pazzeschi: su 74 registrazioni di vocalizzi di cani diversi, il modello è riuscito a identificare con precisione se un abbaio era gioioso o aggressivo, e a dare informazioni su età, razza e sesso. È incredibile pensare che un modello pensato per la nostra voce possa funzionare anche per loro, no? Certo, c’è ancora strada da fare, ma siamo già a un 70% di precisione.
Come questo cambierà il nostro rapporto con i cani
Ma qui non stiamo parlando solo di una curiosità tecnologica. Capire meglio i vocalizzi dei cani potrebbe avere un impatto enorme sul nostro rapporto con loro. Pensa a quanto sarebbe utile per i biologi o gli etologi che studiano il comportamento animale. Oppure immagina quanto potremmo migliorare il benessere dei nostri animali domestici, imparando a riconoscere cosa vogliono o come si sentono.
Eviteremmo fraintendimenti e situazioni pericolose, come interpretare un abbaio aggressivo come un semplice capriccio. In fondo, comunicare meglio con i nostri amici a quattro zampe non è solo un sogno: è un passo verso una convivenza ancora più armoniosa. E chissà, magari un giorno riusciremo davvero a capire cosa ci vogliono dire… o almeno ad avvicinarci un po’ di più!