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L’impatto dell’IA sul pubblico impiego: 200 mila dipendenti potrebbero essere sostituiti

L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando numerosi settori, e il pubblico impiego non fa eccezione. La recente ricerca di FPA presentata durante FORUM PA 2024 a Roma, offre una panoramica dettagliata su come l’IA stia influenzando il lavoro di milioni di dipendenti pubblici italiani.

Il commento degli esperti sull’IA nel pubblico impiego

Secondo Gianni Dominici, Amministratore Delegato di FPA, “L’intelligenza artificiale sta tracciando i confini di un nuovo modo di concepire il lavoro pubblico. Le professioni ad alta specializzazione hanno un forte potenziale di collaborazione con l’IA, mentre quelle poco specializzate sono vulnerabili alla sostituzione”. Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FPA, aggiunge: “Serve una revisione dei processi di formazione, orientata allo sviluppo di competenze come creatività, adattabilità, pensiero critico e laterale”.

Le tre ondate di trasformazione della PA

Negli ultimi 15 anni, il settore pubblico italiano ha attraversato tre grandi ondate di trasformazione:

  1. Spending Review (dal 2007): Ha comportato una diminuzione dei dipendenti pubblici e un calo degli investimenti in formazione. Gli indicatori Istat mostrano che le remunerazioni e la forza lavoro non sono ancora tornati ai livelli pre-crisi, con indici su base 2007=100 che restano a 88 e 96 punti.
  2. Pandemia Covid-19: Ha accelerato i processi di innovazione e digitalizzazione per garantire la continuità dei servizi pubblici, promuovendo una nuova flessibilità lavorativa.
  3. Adozione dell’IA: Rappresenta oggi uno shock esterno simile alle precedenti crisi. La metodologia AIOE (Artificial Intelligence Occupational Exposure) di Edward Felten applicata ai dipendenti pubblici italiani mostra che il 57% è altamente esposto all’IA.

L’esposizione all’IA

L’indagine di FPA rileva che il 57% dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici italiani è altamente esposto all’IA, pari a circa 1,8 milioni di lavoratori. Il 28% è moderatamente impattato e solo il 15% subisce un’influenza minima o nulla. Tra le professioni più esposte vi sono assistenti amministrativi, personale direttivo, tecnici, ricercatori, dirigenti scolastici, avvocati, magistrati, architetti, ingegneri, e professionisti sanitari.

IA e pubblico impiego: integrazione o sostituzione?

Tra gli 1,8 milioni di dipendenti altamente esposti, l’80% (circa 1,5 milioni) potrebbe integrare l’IA nel proprio lavoro, ottenendo miglioramenti significativi. Tuttavia, il 12% (circa 218mila lavoratori) è a rischio di sostituzione, in particolare in professioni con scarsa specializzazione e compiti ripetitivi. Il restante 8% si trova in una zona ambigua tra potenziali sinergie e rischi di sostituzione.

L’impatto nei settori

L’indagine approfondisce anche l’impatto dell’IA nei vari settori della pubblica amministrazione. Le funzioni centrali e locali della PA sono le più esposte, rispettivamente nel 96,2% e nel 93,5% dei casi, seguite dall’istruzione e ricerca (72,6%). La sinergia tra lavoro e IA è particolarmente elevata nell’istruzione e ricerca, dove il 91,9% del personale può beneficiare dell’IA. Il rischio di sostituzione è invece rilevante nelle strutture centrali della PA, con il 47,4% delle unità a rischio.

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Redazione