I primi Cyborg legalmente riconosciuti: una breve storia
Come da fonte Wikipedia:”Un cyborg od organismo cibernetico o bionico è nell’immaginario fantascientifico un essere al confine tra uomo e macchina, grazie alla capacità dei suoi innesti di comunicare attivamente con l’organismo, che risulta dunque costituito da elementi artificiali, come protesi meccaniche ed elettroniche, solitamente innestati sul corpo umano. “
Ma chi sono i primi Cyborg legalmente riconosciuti e qual è la loro storia?
Il capostipite dei primi Cyborg, Kevin Warwick
Una parziale risposta alla domanda è un professore emerito di cibernetica all’Università di Reading e Coventry, Regno Unito. Kevin Warwick, infatti, ha una cicatrice sull’avambraccio sinistro dove i chirurghi hanno impiantato 100 punte di silicio, terminanti in elettrodi di platino. Tutto direttamente nel suo sistema nervoso. Queste punte hanno permesso al suo corpo di ricevere segnali elettronici esterni, ad esempio da un computer, e di ritrasmetterli.
L’operazione ha reso Warwick il primo cyborg nel 2002, fondendo il suo corpo con la tecnologia per estendere le sue normali capacità. Con l’impianto, potrebbe essere collegato a computer, controllare robot in altri continenti tramite Internet e rilevare le onde sonore ultrasoniche, proprio come un pipistrello.
Warwick ha ottenuto il suo primo impianto nel 1998: un semplice chip di identificazione a radiofrequenza (RFID) posizionato sotto la pelle del suo braccio. I computer nel suo laboratorio dell’Università di Reading erano collegati ad antenne che rilevavano le onde radio trasmesse dal chip. In tal modo i computer potevano monitorare ed eseguire compiti per Warwick mentre si avvicinava, come l’apertura di porte elettroniche.
Ma la vera svolta è l’impianto del 2002 perché esso era integrato nel sistema nervoso del suo corpo. Grazie agli innesti Warwick estendeva ciò di cui era capace la biologia umana per la prima volta. Il tessuto fibroso crebbe intorno all’impianto, fissandolo in posizione all’interno del suo braccio e accettandolo nel corpo. Le punte dell’impianto rilevavano i segnali che passavano attraverso il suo sistema nervoso che un computer collegato ad esso decifrava in tempo reale.
Il “potere” della sua nuova mente
E riuscì anche a far si che il computer inviasse segnali a sua volta al suo cervello! Ciò significa in sostanza che la tecnologia poteva e diventava parte integrante di lui.
Uno degli esempi più eclatanti fu quando spostò una mano robotica nel Regno Unito da New York City, proprio come se fosse la sua mano. Un computer collegato al suo impianto infatti, interpretava i segnali che il suo cervello inviava alla sua mano ordinandole di chiudersi in un pugno. In seguito, un altro computer collegato alla mano del robot riceveva questi segnali, tramite Internet, trasmettendoli a sua volta all’arto meccanico, che così si chiudeva. Nelle parole di Warwick stesso:”Potevo sentire quello che provava il robot”.
Durante i tre mesi vissuti con l’impanto, acquisì un senso simile a un pipistrello collegando il suo impianto a un berretto da baseball modificato a cui erano attaccati sensori a ultrasuoni. I sensori inviavano segnali al suo sistema nervoso sotto forma di impulsi, che diventavano più frequenti quando diversi oggetti si avvicinavano a lui.
Il vero “momento eureka” però avvene quando collegò il suo sistema nervoso a quello di sua moglie, Irena Warwick. Dopo che anche lei ebbe inserito degli elettrodi nei nervi del braccio. Non riusciva a vedere cosa lei stesse facendo, ma quando aprì e chiuse la mano, lo sentì. Come con il braccio robotico, Warwick ha ricevuto impulsi nel suo sistema nervoso per segnalare cosa stava facendo Irena.
Il primo cyborg legalmente riconosciuto da un governo
I Warwick non sono gli unici ad avere un posto di rilievo nella storia componente i primi cyborg. Neil Harbisson è diventato il primo cyborg al mondo ad essere legalmente riconosciuto da un governo nel 2004.
Il governo del Regno Unito gli ha permesso di indossare la sua antenna, che gli permette di “sentire” il colore, in una foto tessera.
Harbisson, artista e attivista cyborg, è nato daltonico; l’antenna rileva i colori per lui e li traduce in suoni che può sentire, con ogni colore assegnato a una propria nota. La tecnologia, che Harbisson aveva impiantato nel suo cranio, gli permette persino di sentire alcuni colori che gli umani non possono vedere, come gli infrarossi. A differenza dell’impianto di Warwick del 2002, rimosso dopo i suoi esperimenti, l’impianto dell’antenna di Harbisson è un dispositivo permanente che indossa dal 2004.
Il futuro incerto dei cyborg
C’è, tuttavia, una definizione di cyborg che richiede più di un impianto o due. Secondo Oxford Reference, un cyborg è un ibrido: metà umano e metà macchina. Lo scienziato Peter Scott-Morgan era sulla buona strada per raggiungere questo obiettivo utilizzando l’intelligenza artificiale (IA) e la robotica per superare la sua malattia del motoneurone. Ad esempio collegando la sua trachea a un ventilatore esterno per aiutarlo a respirare e usando una voce sintetica per parlare.
Warwick non ha disabilità da superare e si è ritirato dall’aggiornare il suo corpo con la tecnologia. Non escluderà un altro impianto, ma è deluso dai lenti progressi scientifici che gli umani hanno fatto con i cyborg da quando è andato sotto i ferri. Secondo Warwick, i suoi esperimenti cyborg non hanno catturatto attenzione accademicamente e il lavoro non è mai stato completamente accettato dai suoi colleghi.
Si sarebbe aspettato che ormai molte persone avrebbero avuto impianti nel cervello, comunicando solo pensando l’un l’altro, ma per ora non è còsì. Vedremo cosa ci riserverà il futuro, ma in questo caso, soprattutto chi.