Covid-19

Green Pass, tutti i segreti che si nascondono dietro al suo QR code

Se ne sta parlando tantissimo in queste ore ma come funziona davvero il famoso “certificato verde”? Cosa si nasconde dietro quel piccolo riquadro indecifrabile alla vista? Il Green Pass sarà reso obbligatorio in Italia dal prossimo 6 agosto come “passepartout” per poter fare praticamente qualsiasi cosa, tra cui andare ai concerti e al ristorante. A vederlo bene, esso ci appare come uno strano simbolo, composto da tanti piccoli quadratini bianchi e neri disposti in maniera apparentemente casuale. In realtà, il Green Pass non è altro che un QR code, una tecnologia sempre più utilizzata soprattutto nell’era del Covid.

Il certificato vaccinale

Il Green Pass è diventato ormai il vero protagonista indiscusso -insieme ai vaccini- di questo secondo (e speriamo ultimo) tempo di lotta contro la pandemia da Covid-19. Reso obbligatorio per tante attività già in molti paesi europei come Francia, Spagna, Grecia e Danimarca, anche l’Italia ha deciso di seguire la stessa linea. Dal 6 agosto, infatti, per accedere a musei, palestre, piscine, parchi divertimento ma anche cinema, teatri, bar e ristoranti sarà obbligatorio (per tutti coloro che hanno più di 12 anni) mostrare il QR code per attestare il possesso del Green Pass, anche in zona bianca.

Come si ottiene il Green Pass?

Il Green Pass si può ottenere in tre modi diversi, e assume una diversa validità a seconda dei casi. Esso viene rilasciato a chi ha effettuato un tampone con esito negativo, a chi è guarito dal Covid, oppure a chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Nel primo caso il certificato vaccinale ha una durata di 48 ore, nel secondo di 6 mesi dalla data di avvenuta guarigione, mentre nel terzo caso la validità è di 9 mesi. Chi rientra in almeno una di queste tre categorie può scaricare il proprio QR code che certifica il possesso del Green Pass dal sito www.dgc.gov.it, o direttamente tramite le app Io e Immuni.

Green Pass e QR code, come funziona?

Proprio come facciamo quando sfogliamo un menu digitale in pizzeria, oppure per aprire il biglietto del treno, anche per verificare il possesso del Green Pass bisognerà inquadrare il QR code. In questo caso però, non basterà un lettore qualsiasi. Soltanto VerificaC19, l’app ufficiale rilasciata dal Ministero della Salute è in grado di aprire il codice. Inquadrando il QR code con un’app qualsiasi, infatti, non comparirà nessun risultato (provare per crederci!). VerificaC19 è la versione italiana di “EU Digital COVID Certificate Verifier APP”, l’app europea che verifica l’autenticità del Green Pass a partire dal QR code. Si tratta di un’applicazione completamente open source, il cui codice sorgente è disponibile su Github (android, iOS).

Cosa c’è scritto nel Green Pass?

Il contenuto del QR code del Green Pass (le cui specifiche sono state rilasciate in un documento dell’Unione Europea) non è altro che una stringa di caratteri opportunamente codificata Base45 e compressa con zlib. Esso contiene una serie di informazioni utili, tra cui il tipo di dose somministrata (prima o seconda) e il tipo di vaccino, per chi lo ha fatto. Altrimenti, esso certifica l’esito negativo e la data del tampone o quella di avvenuta guarigione dal Covid-19. Non solo, il dato -forse- più importante è la cosiddetta firma digitale, che assicura l’autenticità del Green Pass e che solo l’app ufficiale può decodificare. Infine, ci sono anche il nome, il cognome e la data di nascita.

Il QR code: un codice a barre ma più veloce

Ma cos’è Il QR code? QR sta per “Quick Response”, ossia un codice a “risposta veloce”. Nato nel 1994 in Giappone, il QR code si è imposto negli ultimi anni come l’evoluzione del tradizionale codice a barre. In realtà esso è molto di più perché è stato pensato per poter essere utilizzato in modo più semplice e intuitivo. Con la fotocamera di uno smartphone o di un tablet è possibile inquadrare il QR code e risalire a tutte le informazioni “nascoste” al suo interno.

Grazie al QR code è possibile conoscere delle informazioni di un prodotto.

Come facciamo a scrivere tutte queste informazioni in un codice così complicato?

Il QR code è una matrice bidimensionale composta da tanti piccoli quadratini bianchi e neri, disposti in modo tale da codificare una quantità abbastanza alta di informazioni. Nel formato standard, il codice è in grado di codificare più di 7000 caratteri numerici e più di 4000 alfanumerici, per una dimensione massima di circa 3 kilobyte. Quando lo smartphone inquadra il QR code, un applicativo (nella maggior parte dei casi già disponibile nella fotocamera del telefono) decodifica il messaggio associando 0 ai quadratini bianchi e 1 a quelli neri. Molto spesso si tratta di un URL che rimanda ad un sito web dove sono contenute altre informazioni, data la ridotta capienza del QR code.

QR code, ma quale?

Nel 1997 la compagnia giapponese Denso Wave (che inventò il QR code) ha reso l’utilizzo di questa tecnologia con una licenza libera, standardizzandola per la prima volta. Molti non sanno, però, che sono stati rilasciati ben altri sei standard del QR code, compreso quello attualmente in uso dal 2015. Non solo, oltre allo Standard QR code, esiste anche il Micro QR code. Rilasciato nel novembre del 2004, esso può rappresentare contenuti più ridotti (fino a 35 cifre e 21 caratteri alfanumerici).

Tipologie di QR code. Designed by rawpixel.com / Freepik

Una tecnologia quasi infallibile

Il QR code implementa anche una tecnica basata su quattro livelli (L, M, Q e H) di correzione degli errori utilizzando il Codice Reed-Solomon. Con questo algoritmo non binario di rilevazione e correzione degli errori, il QR code riesce a garantire la leggibilità anche dei simboli parzialmente danneggiati, rispristinandone fino al 30% del contenuto (livello H). Capiamo bene, quindi, come il QR code stia diventando sempre più utilizzato anche in contesti ufficiali e istituzionali, come nel caso del Green Pass.

Published by
Augusto Bozza