Negli Stati Uniti nella Silicon Valley, i laboratori della Fairchild Semiconductor, una della più grosse aziende del settore semiconduttori fondata nel 1957 con sede in California, sono stati un incubatore di tecnologia avanzata, intelligenza, scienziati e makers ante litteram, il luogo dove sono stati creati circuiti integrati di una certa complessità. Azienda dove, sul finire degli anni Sessanta un nostro illustre connazionale progettò il primo circuito integrato(MOS, metal oxide semiconductor) sviluppato con un nuovo processo tecnologico: “Silicon Gate Technology“.
I Transistor MOS sono stati utilizzati nello sviluppo di numerose famiglie logiche, come sostituti dei transistor bipolari usati nella tecnologia TTL (Transistor-transistor logic). In generale i transistor MOS sono preferiti perché nonostante lavorino a velocità più basse rispetto ai transistor bipolari, hanno il principale vantaggio di avere una maggiore facilità di integrazione avendo dimensioni inferiori. Negli anni successivi, grazie ai MOS, si renderà possibile lo sviluppo di ulteriori tecnologie di integrazione.
Sono molte le persone che saranno ricordate nella storia dell’informatica e nella storia della Silicon Valley, forse anche per un lungo periodo. Tra questi: Steve Jobs, Bill Gates, Mark Zuckerberg, Jeff Bezos, Shokley, Robert Noyce e tanti altri. Ma molto probabilmente, almeno uno sarà ricordato molto più a lungo degli altri. Non solo per la sua brillante e ineguagliabile carriera nell’industria dell’alta tecnologia e nemmeno per aver fondato una delle aziende tecnologiche più innovative che ha avuto il merito di rivoluzionare il mondo e il modo di vivere di miliardi di persone. Sarà soprattutto ricordato per “la previsione di Moore“, nata da un articolo scritto sulla rivista ”Electronics”: parliamo di Gordon Moore.
Alla fine degli anni sessanta il magazine “Electronics” era una rivista a larghissima diffusione, distribuita anche in Italia. Veniva data a chiunque fosse interessato all’acquisto di componenti elettronici. Nel articolo su “Electronics” Moore aveva riportato alcune considerazioni e alcune previsioni, risultato delle esperienze di laboratorio. L’informatico ebbe due grandi intuizioni: la prima fu rendersi conto che i dispositivi a semiconduttore sul breve periodo sarebbero diventati commerciali e molto più economici.
Ipotizzò poi che “l’incremento della capacità elaborativa sarebbe continuato per tutti gli anni 70 al ritmo di un raddoppio ogni 12 mesi.” Moore intendeva l’aumento, il raddoppio del numero di transistor nel singolo chip. Questa previsione della Computer Science riuscì a catturare l’intero spirito dell’epoca, nonostante ciò venne rimaneggiata e corretta due volte dallo stesso Moore. La prima volta nel 1975 portandola a un raddoppio ogni 2 anni. Ulteriormente a fine anni 80 portandola a 18 mesi. La Legge di Moore è a tutt’oggi valida.
Gordon Moore è stato un chimico e uno dei fondatori della Silicon Valley, uno dei pochi ad essere nato in quella zona. In quei tempi ancora la Oracle non aveva il suo Redwood City campus. Gordon Moore frequentò gli studi di chimica alla California Berkeley dove successivamente consegui anche la laurea in fisica, fu un pioniere fin da ragazzo, grazie alla sua propensione e alle sue abilità allestì quello che può essere considerato il capostipite di tutti i laboratori nati in un garage. Il piccolo chimico si divertiva a produrre piccole quantità di nitroglicerina, per poi creare dinamite.
La previsione di Moore rivelatasi corretta per un lungo periodo di tempo è diventata per le aziende specialistiche un punto di riferimento tanto da assumere lo status di legge. Nonostante le sue corrette previsioni, ha avuto molti critici i quali si sono schierati contro la sostenibilità dell’evoluzione quantitativa prevista dalla sua affermazione. La previsione di Moore ci spiega quantitativamente l’incredibile sviluppo dell’elettronica al quale assistiamo da anni. Dire che la microelettronica raddoppia la sua capacità ogni 18 mesi equivale a dire che nei prossimi 18 mesi avremo un incremento equivalente a quello che si è avuto fino ad oggi.
Nel 1968 abbandona la Fairchild Semiconductor, e insieme con il collega Robert Noyce decide di mettersi in proprio; il primo un esperto chimico, il secondo, Noyce, conosciuto e famoso per aver creato il primo circuito integrato. Raccolti i fondi necessari per avviare la loro attività, dovettero scegliere un nome per la propria azienda. Il primo nome scelto fu NM Electronics dalle loro iniziali; successivamente spuntò Electronic Solid State Computer Technology Corp. I due scelsero infine INTegrated ELectronics Corp. Un nome non particolarmente interessante o splendente, ma che nascondeva qualcosa di astuto e intelligente: poteva essere abbreviato. Indovinate come?